Alla rivoluzione sulla Due Cavalli

La recensione del libro di Marco Ferrari edito da Laterza, 168 pp., 18 euro

La rivoluzione dei garofani ha cinquant’anni, Alla rivoluzione sulla due cavalli, il felice e fortunato (ne fu tratto anche un film vincitore tra gli altri del Pardo d’Oro 2001 al Festival del cinema di Locarno) romanzo di Marco Ferrari che vi è ambientato, il prossimo anno ne festeggia, invece, trenta e torna in questi giorni in libreria con Laterza dopo la “prima” per Sellerio. Victor e Vasco, i due protagonisti, ci ricordano l’impegno politico-civile proprio in un’èra di forte discontinuità e smemoratezza ideologica che sembra lontana dallo spirito dell’attivismo con cui, appunto sulla 2CV gialla, due ragazzi partono da Parigi per cercare di partecipare alla Storia, non online o da remoto, col pollicione in su. 
Forse è solo che oggi si è guastato un modo di guardare, come fa dire l’autore a un medianico Francois Truffaut: “I suoi occhi hanno uno strato di malinconia. Non lo guasti mai, per favore, neanche quando sarà felice”. L’ottundimento del benessere nasconde spesso la percezione di un “mondo migliore” sotto la polvere di stelle della rimozione. 
La Revolução dos Cravos o altrimenti detta del 25 aprile (1974, Portogallo), quella che porterà alla fine del regime dittatoriale instaurato da António Salazar nel 1933, ha avuto a suo tempo una sua intensa contagiosità e il libro di Ferrari la celebra in un viaggio picaresco e di formazione che non lascia intatti i protagonisti tra disavventure e avventure.
 L’autore, che è spezzino e ha dedicato alla Liguria pagine memorabili, ha avuto per questo quasi trentennale del libro, la curiosità di (far) rincontrare i protagonisti dell’opera che lo ha reso noto al pubblico dei lettori. Ne è nato un sequel a distanza di mezzo secolo di storia. Si sa, tornare sul luogo del delitto è un debole dei killer seriali almeno quanto degli scrittori. Per entrambi è forse la prova della possibilità di un eterno ritorno e di una liberazione da se stessi, insieme. In fondo, nel tornare sui propri passi ci sono degli indiscutibili vantaggi. Quando V&V, i protagonisti, infatti, si rincontrano in Ritorno a Lisbona 50 anni dopo (il sequel porta in esergo una sintomatica dedica ad Antonio Tabucchi) sono da subito il centro delle cose: “Non hanno bisogno di parole mentre si rivedono dopo tanti anni, nel tacito accordo di un’intesa fatta di occhiate e di un flebile abbraccio”. 
E infine, per chi ama “la monotonia del tempo di Lisbona, la patina nostalgica del giallo e dell’ocra, le ore lente dei caffè, gli sbadigli dei campanili” queste pagine saranno un bel luogo in cui trovarsi.

Marco Ferrari


Alla rivoluzione sulla Due Cavalli


Laterza, 168 pp., 18 euro

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