La Francia, gli Stati Uniti e quello specchio deformante dell’occidente

Il mistero non è l’alternanza populista, sempre possibile sebbene nei casi francese e americano sia un fenomeno borderline rispetto ai canoni di una democrazia liberale, il mistero è lo specchio deformato in cui due grandi paesi dell’occidente libero si guardano, e quel che vedono. Il mistero è nelle basi del rancore, della frustrazione, della rabbia risentita che sembrano prevalere. Non è vero che in Francia non trovi un medico curante, che per partorire in provincia devi coprire distanze abissali, che i trasporti non funzionano, che gli immigrati scorrazzano impuniti e delinquono, che il fardello fiscale dei ceti medi e della ruralità può essere alleviato dalla campagna per la preferenza nazionale e contro lo straniero e l’Europa, che le pensioni sono devastate dal prolungamento dell’età lavorativa a 62 anni, che non si può girare per la strada in sicurezza, che i frigoriferi sono vuoti prima della fine del mese, che il welfare è in crisi per la protervia del manager Rothschild e della sua farlocca start up nation parigina. Semplicemente falso questo verisimile mediatico che entra nello specchio deformante e nel quale è congeniale guardare compiaciuti ai nuovi membri delle maggioranze elettorali sociali politiche.
 

Lo stesso per gli Stati Uniti. L’economia è fortissima, il dividendo riguarda tutti, come dimostrano le cifre sui salari e sul lavoro, sull’uso dei fondi federali per la reindustrializzazione e il piano delle infrastrutture, e l’immigrazione illegale è tutt’uno con il concetto stesso degli Stati Uniti, e pluribus unum. Il wokismo è irritante, insopportabile, ora perfino macchiato dall’antisemitismo, ma i Maga non sono una guerra culturale vinta, sono un sogno distopico filtrato nella notte della ragione dall’intero sistema dei mass media, dal fenomeno della percezione. Francia e Stati Uniti hanno non solo fatto benissimo a schierarsi con l’Ucraina, non potevano fare altro, Putin è una minaccia all’equilibrio e alla stabilità in Europa e nel mondo, è la punta di lancia di un progetto eurasiatico (Russia, Cina, Iran) che prevede molte brutte cose, tra queste la fine dello stato ebraico e la prepotenza autocratica di ritorno dopo la rivoluzione dell’89.
 

E allora perché? Si torna ai fondamentali. Il mezzo è il messaggio. Trump è la televisione, Bardella è TikTok, l’antisionismo antisemita è immagine senza didascalia. Le maggioranze assolute in formazione a cavallo del mare che ha unito un tempo il mondo libero sono le maggioranze dei telefonini, dei social, delle all-news come la Fox e CNews, sono il frutto di una predicazione ammantata di identità e di storia nazionale mal digerite ma nutrienti come cibo, come fast food, per la società delle masse. In Francia la chiamano la Com, è lei la protagonista assoluta di un duello in cui l’adulto nella stanza, con tutti i suoi difetti e narcisismi, scompare nella stretta a tenaglia, diciamolo, tra un trotzkista dell’Ottocento e un nipote del fascismo e del nazionalismo Algérie française.
 

Le Università sono partite per la tangente per il tradimento dei chierici e delle false élite, la scuola è un bordello di pedagogismi ipocriti, trionfa da una parte una certa frociaggine mentale diffusa, ahi quanto diversa da un salubre omoerotismo, dall’altra una ignoranza andante e ardente, una credulità imbarazzante. L’Italia integra e si stabilizza perché la sua modalità intelligente è scettica, e ha trovato una coalizione “hitleriana”, secondo gli ebeti, messa su da un grande Cumenda milanese e dal suo gruppo multicolore abituato alle moltitudini che hanno fatto ricco il paese. L’America non ha avuto questa fortuna, vive di una replica bastarda e delinquenziale, e della ostinata vecchiaia del suo competitore, e la Francia si prepara a una coabitazione che sarà dura, durissima, rissosa, ai limiti della guerra civile. La Costituzione americana non aveva previsto l’imprevedibile della Com, e nemmeno la Costituzione in bianco e nero della gollista V Repubblica. Ecco i risultati della grande bugia autoriflettente.

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