Cosa rischiano i migranti in Russia

La direttrice della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, in uno dei suoi ultimi interventi è stata molto chiara nel dire che le aziende stanno denunciando con sempre maggiore pressione una crisi della manodopera creata dalla guerra, dalla mobilitazione che anche senza annunci ufficiali va avanti. In Russia mancano lavoratori, la crisi è stata in parte tamponata dalla manodopera straniera, che però potrebbe presto calare a causa di una nuova legge che è stata approvata in prima lettura dalla Duma e che difficilmente sarà bloccata. La Russia, a dispetto della guerra, ha continuato a rappresentare una meta per molti lavoratori, provenienti soprattutto dall’Asia centrale, che però potrebbero presto ritrovarsi soggetti a trattamenti restrittivi e pericolosi. Secondo la nuova legge, chi entra in Russia da qualsiasi area geografica per un periodo superiore ai trenta giorni sarebbe obbligato a lasciare il proprio passaporto nelle mani della polizia che metterebbe tutte le informazioni, compresa quella molto determinante sulla fine del visto o del permesso di soggiorno, in un dossier che sarebbe consultabile soltanto dalle autorità russe. Chi entra in Russia sarebbe anche obbligato a firmare un “patto di lealtà”, che gli impone di rispettare  leggi e tradizioni e di impegnarsi ad accettare ogni decisione delle autorità, inclusa quella di combattere contro l’esercito ucraino. La migrazione legale in questo modo diventerebbe molto svantaggiosa e pericolosa in Russia, dove alcuni stranieri hanno già denunciato i comportamenti arbitrari da parte della polizia, e crescerebbe quella illegale. In questo modo la Russia rischia di perdere circa cinque milioni di lavoratori, soprattutto tra i più qualificati: la Duma si è mossa nella direzione opposta rispetto a quella segnalata dalla presidente della Banca centrale e anche dalle aziende. Ieri il Moscow Times intitolava un lungo articolo sulle nuove regole sull’immigrazione “Come la Russia vuole rendere  la vita dei migranti un inferno”, mentre la Novaja  Gazeta Europe osservava come il paese in una mossa del tutto inedita stia ponendo le basi per prediligere la migrazione illegale a quella legale, accanendosi sui lavoratori stranieri e reclutando con l’inganno chiunque pensasse di arrivare in Russia per trovare maggiori opportunità di lavoro e invece è stato mandato a fare la guerra. Nell’esercito russo sono in aumento i soldati stranieri: cubani, nepalesi, indiani, venezuelani, afghani. Quando non sono le autorità a cambiare la sorte dei migranti mandandoli forzatamente al fronte, sono i reclutatori che lavorano per convincere gli stranieri a unirsi alla guerra. Spesso le loro famiglie non sanno neppure che anziché fare l’operaio, chi è partito si è ritrovato prigioniero di guerra. 

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