Lukaku e il professor Giustatut

Perché l’attaccante non prova mai a sconfiggere gli spiriti cattivi? Adesso il giocatore deve scegliere se tornare a Milano al seguito di Ibrahimovic oppure cedere al corteggiamento di Antonio Conte

Ma tu lo capisci Lukaku? No, ma provo a farlo sorseggiando un bicchiere di ferro-china Bisleri, l’amaro di tanti anni fa. La risposta, apparentemente insulsa, mi permette di dare un senso al disorientamento che provo nel parlare di un giocatore così. La ferro-china Bisleri me la ricordo nella pubblicità del Carosello, la ninna nanna di noi bambini, dove una voce fuori campo raccontava delle prodezze di un fantomatico personaggio, il professor Giustatut, in grado di riparare qualsiasi cosa, ma solo dopo essersi scolato un bottiglione di questo amaro dalla bottiglia scura (etilismo puro, ma vabbè). Il simbolo del liquore era un leone ruggente con la folta criniera, immagine della forza, la stessa che esprime Lukaku. Se la ferro-china Bisleri vinceva gli spiriti cattivi, come recitava il messaggio pubblicitario dell’epoca, Lukaku sembra piuttosto incoraggiare quelli anaffettivi.

La storia della sua retromarcia interista è abbastanza nota, inutile tornarci sopra, anche se lo stesso Lukaku ha più volte minacciato “se un giorno parlo io…”. Ma quel giorno non è ancora arrivato, e nel frattempo Lukaku sembra perfino diventato più alto e grosso (si sarà bevuto anche lui il bottiglione). A Roma ha giocato bene all’inizio, benino in mezzo, poco bene in fondo alla sua avventura, dove è sembrato piuttosto impacciato. Anche all’Europeo non ha sin qui brillato (pure sfortunato). Ora si prospettano per lui due strade, tornare da Conte a Napoli oppure rientrare a Milano dalla porta di Ibrahimovic. Quale sceglierà? Che cosa gli consiglierà mamma Adolphine, l’unica donna che abbia mai contato nella sua vita (parole sue)?


Bevo un sorso di ferro-china, mi gira un po’ la testa. Lukaku all’Inter era amatissimo, se n’è andato. Alla Roma era stimatissimo, se ne andrà. Al Napoli c’è Conte che lo vuole come surrogato di Osimhen, convinto che sia il ripiego migliore possibile. Al Milan ritroverebbe il Duomo con il suo Dio, che non è Ibrahimovic, poco santo e poco amico della famiglia Lukaku. Che cosa spinge Romelu a cambiare così tanto, assecondando gli spiriti cattivi invece di sconfiggerli? Mi verso ancora un bicchierino, fa molto caldo e la stanza gira. All’improvviso sento una voce, è il professor Giustatut. Mi dice che per accomodare questa storia un po’ rotta, servono solo pazienza, comprensione e denaro. Poi il professore comincia a parlare di cose incomprensibili e svanisce lasciando svolazzare un piccolo biglietto che raccolgo. C’è scritto sopra: l’etica è quella cosa che quando ce l’hai non si vede, ma quando non ce l’hai si vede benissimo. Firmato il professor Giustatut.

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