Le derive antisemite della gauche francese

"Non ho mai amato tanto la sinistra come il 10 maggio 1981, quando François Mitterrand vinse al secondo turno delle elezioni presidenziali contro Valéry Giscard d’Estaing con il 51,76 per cento dei voti – scrive lo storico e scrittore francese Marc Knobel, in una riflessione sulla Revue des Deux Mondes. All’epoca – continua –  è un eufemismo dire che i giovani, me compreso, soffocavano e sognavano un mondo diverso. Celebrare quella vittoria fu un momento meraviglioso. Il popolo della sinistra era finalmente unito (…). All’epoca amavo così tanto la sinistra che il semplice ricordo di quelle scene mi fa venire la pelle d’oca. Poi molta acqua è passata sotto i ponti e ci siamo risvegliati dalla nostra Mitterrandolatria. Delusione dopo delusione, il popolo della sinistra si è reso conto della realtà del potere, di cui i politici abusano e che logora e scalfisce i nostri sogni più folli. 

Da giovane attivista, mi sono aggrappato al ricordo di un altro uomo di sinistra, Léon Blum. Ho conservato una fotografia di Léon Blum, che troneggia sulla mia libreria. Su uno sfondo nero, già anziano, tiene in mano un libro, con una sigaretta tra le dita. Le sue mani sono ricoperte di croste, indossa occhiali sottili e un piccolo astuccio sporge dalla tasca della giacca. Mi sono spesso chiesto cosa stesse pensando in quel momento e cosa stesse leggendo. Pensava a quegli studenti dell’Action française che nel 1936 gridavano “Lo impicchiamo!”, “Uccidetelo!”, “Morte all’ebreo!”, “Blum, assassino!”. Oppure ricordava più precisamente le parole oscene di Charles Maurras, su L’Action Française, il 13 febbraio 1936: “Questo ebreo tedesco naturalizzato, o figlio di un tedesco naturalizzato, che ha detto ai francesi, in mezzo alla sala, che li odiava, non deve essere trattato come una persona. E’ un mostro della Repubblica democratica. Un detrito umano, da trattare come tale. […] E’ un uomo da fucilare, ma alla schiena”… In questa orgia di odio, Léon Blum dovette sopportare gli sputi e le parole assassine che provenivano dalle leghe di estrema destra. Ma l’uomo credeva veramente tanto nella sua utopia, quella appunto dell’armonia della società socialista futura. Una società che, secondo lui, sarebbe stata definitivamente libera dall’antisemitismo (…). 

Il crudele e interminabile conflitto in medio oriente e la difesa della causa palestinese hanno fatto scontrare frontalmente le vecchie amicizie. La sinistra è sparita. Sarebbe troppo lungo spiegare ed elencare in questo articolo il moltiplicarsi di queste incomprensioni e come si sono evolute le problematiche, come sono diventati tesi i rapporti. Ma il fatto è che, poco a poco, i francesi di fede ebraica hanno cominciato a dubitare e a prendere le distanze dalla sinistra. Da allora, il disagio persiste e permangono molte confusioni e ambiguità (…). Nel 2023, il ministero dell’Interno e il Servizio per la protezione della comunità ebraica hanno recensito 1.676 atti antisemiti, rispetto ai 436 del 2022, ossia un aumento del 1000 per cento. Nel dettaglio, il 60 per cento di questi atti prendono di mira principalmente le persone (violenza fisica, commenti o gesti intimidatori, ecc.) e il 40 per cento sono frasi minacciose. Sono stati registrati in 616 città diverse e in 95 dei 101 dipartimenti francesi. Infine, dal 1° gennaio 2024, sono stati commessi 336 atti antisemiti, portando il totale a 2012 dal 7 ottobre 2023.

La demonizzazione di Israele è un problema reale, sempre più diffuso a sinistra. Nella Francia degli anni Duemila, l’ostilità verso gli ebrei si è sviluppata tra giovani e meno giovani che, infiammati dalla causa palestinese, sono passati rapidamente dall’antisionismo all’antisemitismo, da Israele agli ebrei. A meno che, come ipotizza il filosofo Pierre-André Taguieff, non si tratti di un “nuovo lumpenproletariat, frutto dell’immigrazione, indottrinato all’odio verso gli ebrei e, più in generale, verso l’occidente”? Piuttosto, questi giovani non sono semplicemente motivati da un odio implacabile verso gli ebrei per decidere di attaccare obiettivi ebraici (scuole, luoghi di culto, negozi, individui, ecc.)? Questa rabbia antiebraica non dà forse origine, in ultima analisi, a una cultura dell’antisemitismo? La domanda è posta.

Infine, negli ultimi mesi, e in particolare dopo la tragedia del 7 ottobre, per clientelismo o opportunismo, e per non scontentare nessuno dei suoi elettori, o per convinzione profonda, l’estrema sinistra – soprattutto la France insoumise – si è lasciata prendere, se non travolgere, da un’israelofobia militante, combattiva e rabbiosa (…). I critici di Israele sono talvolta spinti da un odio indicibile. Non gli basta criticare una politica, cosa che posso capire. E’ un intero paese e un intero popolo che marchiano con il sigillo dell’infamia, che paradossalmente nazificano, e Israele non trova mai il favore dei loro occhi (…). E l’odio verso Israele, così come si sta diffondendo a sinistra, mi spaventa. Per esempio, Jean-Luc Mélenchon si sta comportando come Jeremy Corbyn – l’uno potrebbe addirittura essere il mentore dell’altro. Hanno un comodo spaventapasseri che possono usare, agitare e incolpare a loro piacimento, per convinzione o per opportunismo. Senza esagerare, direi che ci sono sempre voti da conquistare quando si parla male di Israele, almeno in certi quartieri. D’altra parte, l’indignazione non fa una politica, soprattutto quando è a geometria variabile. Quindi entrambi (Mélenchon e Corbyn) vedono Israele come la reincarnazione del diavolo? Un paese pericoloso e… in fin dei conti inutile? Come se, scomparso Israele, tutti i problemi della regione potessero essere automaticamente risolti (…). Comunque sia, tutto ciò accentua il malessere, perché i francesi di fede ebraica fanno fatica a convivere con le parole accusatorie e le frasi assassine che vengono pronunciate qua e là e/o con paragoni condannabili: ebrei = Israele = nazisti.

Una parte della sinistra è indifferente all’antisemitismo, o quantomeno ne prende le distanze. Ma questa distanza è incomprensibile e l’indifferenza è colpevole. Quando oggi la sinistra si riunisce e getta le basi per un Nuovo fronte popolare sono indignato. Come può la sinistra allearsi con la France insoumise? Come può cancellare con un tratto di penna i dérapage che sono stati reiterati settimana dopo settimana, in particolare da parte di Jean-Luc Mélenchon? Come può trattare con l’antisemitismo senza vergognarsi? L’uomo di sinistra che sono stato con grande passione si sente infinitamente triste. Dov’è la sinistra che ho tanto amato? La sinistra che avrebbe dovuto proteggerci dall’antisemitismo? La sinistra che avrebbe dovuto essere al fianco di tutti i nostri compagni? La sinistra di Léon Blum e Pierre Mendès-France? Avete detto Fronte popolare? Léon Blum si starà rivoltando nella tomba

 (Traduzione di Mauro Zanon)

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