Il guaio per Biden è aver fatto passare in secondo piano le bugie di Trump

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore – Con tutto il rispetto per Biden, il confronto televisivo con il pur cialtronesco Trump è stato impietoso. “E’ l’ora delle decisioni irrevocabili”, come disse quel tale. Spetta ora a Barack Obama, Bill Clinton, Nancy Pelosi e Chuck Schumer gettare il cuore oltre l’ostacolo e sostituirlo con… (perché non con Antony Blinken?).

Michele Magno

Il danno più grave prodotto dal disastroso confronto di Biden con Trump è stato aver trasformato in una notizia le sue condizioni fisiche mettendo in secondo piano le bugie, le menzogne, le imposture, i tratti eversivi che ha messo in campo Trump, durante il dibattito, quando ha mentito su tutto quello su cui si poteva mentire: l’attacco del 6 gennaio del 2021 al Campidoglio, le violenza a Charlottesville, in Virginia, nel 2017, il suo rapporto con l’esercito, il complotto del deep state contro di lui. Come ha giustamente detto ieri Frank Bruni sul New York Times, il problema di Biden oggi è proprio questo: essere riuscito a far diventare la minaccia di Trump semplicemente una non notizia. “Uno dei pericoli che l’America deve affrontare è il rischio di una vittoria di Donald Trump. E dopo il dibattito, è difficile evitare la sensazione che la permanenza di Biden in corsa aumenti la probabilità che Trump si trasferisca alla Casa Bianca a gennaio”. Così ieri, sempre sul New York Times, Nicholas Kristof: gli si può dar torto?

Al direttore – Vedremo, c’è da attendere. Ma se alla fine le cose andranno così come sembra, Giorgia Meloni dimostrerà di non essere poi molto diversa da Matteo Salvini. Giunta di fronte al bivio storico fra tentare di dimostrarsi statista o accontentarsi di essere un leader di partito fedele, apparentemente, solo alla sua coerenza, alla fine la scelta rischia di essere la seconda, il rifugio sicuro. Lo ha fatto Salvini in passato, in più occasioni, perdendo l’attimo, e l’impressione è che adesso tocchi all’attuale premier compiere lo stesso madornale errore. In fondo è un po’ la storia della rana e dello scorpione: è la loro natura.

Luca Rocca




C’è ancora il secondo tempo per fortuna.


Al direttore – A proposito della parziale bocciatura da parte della Corte costituzionale della tassa sugli extraprofitti energetici, di cui il Foglio riferisce con un importante commento di Carlo Stagnaro, va osservato che, come nel caso della Robin tax, tutto verte su quale debba essere la base imponibile di siffatta imposizione perché sia giustificato configurare i profitti come straordinari e non si violi il principio fondamentale della ragionevolezza. Per la Robin tax, la Consulta aveva dettato dei criteri che, se applicati, non avrebbero dato luogo a censure sul piano della legittimità costituzionale. Della sentenza allora fu relatrice la giudice Marta Cartabia (poi eletta presidente della Corte, quindi, dopo la scadenza della carica, nominata ministro della Giustizia). Se fossero stati rigorosamente osservati nella legge anzidetta quei criteri , sarebbe stata assai difficile anche la parziale bocciatura in questione. A meno che, ovviamente, la Corte, come pure può accadere, non muti indirizzo.

Angelo De Mattia



Al direttore – Il ministro Sangiuliano, secondo cui Cristoforo Colombo (1451-1506) poté “buscar el levante por el poniente” grazie alle teorie di Galileo Galilei (1564-1642). Il segretario di Avs Nicola Fratoianni, che chiede la derubricazione del reato di occupazione abusiva delle case. “Qui non c’è nulla: né destra né sinistra. Qui si vive alla giornata, fra l’acqua santa e l’acqua minerale” (Leo Longanesi). Poscritto: attualmente ammontano a 176 milioni e 533 mila euro i crediti vantati da Aler (Aziende lombarde per l’edilizia residenziale) iscritti a bilancio, derivanti da inquilini morosi e occupanti abusivi per “canoni di locazioni e servizi a rimborso scaduti o da richiedere”.

Michele Magno

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