Giorgi Mamardashvili para tutto o quasi

Grazie anche alle parate del suo portiere la Georgia è arrivata agli ottavi. Nessuno a Euro 2024 ha respinto più tiri di lui

La data che ha consacrato Giorgi Mamardashvili alla gloria e all’immortalità del calcio georgiano è quella del 26 marzo 2023 a Tbilisi. Si gioca la finale per accedere a Euro 2024 dalla Nations League e i georgiani ospitano la Grecia, finisce 0-0 anche dopo i supplementari e si va ai rigori. Ed è qui che Mamardashvili para quello del greco Bakasetas, mettendo paura ai sui compagni di squadra, finisce 4-2 per la Georgia che fa la storia con la sua prima qualificazione a una fase finale dell’Europeo. Ma questa è solamente la punta dell’iceberg di una vicenda che merita di essere raccontata.

Ventiquattro anni a settembre, è cresciuto nel Gagra e nella Dinamo Tbilisi, per poi giocare nel Rustavi, nella Lokomotiv Tbilisi e dal 2021 è il portiere del Valencia. Gli spagnoli si accorgono di lui dopo i preliminari di Europa League giocati dalla Lokomotiv contro il Granada, ma non è stato un colpo di fulmine. “Abbiamo dovuto aspettare 4 mesi per il ‘Sì’ definitivo. L’ho proposto a dicembre 2020 e mi hanno chiamato nell’aprile dell’anno successivo. Fino ad allora a Valencia non erano convinti. È stato molto difficile. Anche la pandemia non ha aiutato”, ha ricordato in un’intervista Antonio López, agente del portiere georgiano.

In tre stagioni il club valenciano ha cambiato cinque allenatori, ma questo non ha impedito la scalata alla titolarità di Giorgi, il quale inizialmente doveva essere assegnato al Valencia B, la seconda squadra, ma il suo talento mescolato con gli infortuni al portiere titolare, Jasper Cillessen, e alla sua riserva, Jaume Domenech, gli hanno spalancato le porte della prima squadra, dove ha messo insieme 100 presenze subendo 112 reti con 28 clean sheet; in questa stagione ha parato 3 dei 6 rigori che gli hanno tirato contro, facendone uno tra i migliori portieri della Liga. A Euro 2024 è quello con più parate, 20 contro le 13 del rumeno Nita, mentre Donnarumma ne ha fatte 12, ed è davanti all’italiano per gol evitati, 3,58 contro i 3,16 dell’azzurro. Con oltre sessanta presenze consecutive con la maglia del Valencia ha superato il record di José Manuel Ochotorena fermo a 59.

Forte, non gli fanno difetto responsabilità e umiltà, che gli sono costate un ceffone del suo allenatore, in quel momento l’italiano Gennaro Gattuso: “Dopo una partita difficile ‘Mama’ è venuto da me e mi ha chiesto scusa. Io gli ho dato un ceffone. ‘Ma quale scusa? Scusa per cosa? Quella parola non esiste, ci hai salvato in tantissime occasioni. Dimenticala’, gli ho detto”. Un momento di crescita in un percorso che lo sta portando lontano, lui che è passato dai 70mila euro al milione e mezzo di stipendio nel giro di circa due anni e sul mercato ne vale 40, con Bayern Monaco e Newcastle United alla finestra.

Coetaneo e amico di Kvaratskhelia, i due si conoscono da sempre: “Giorgi è un ragazzo con un cuore grande, una brava persona e un portiere fortissimo” ha raccontato l’attaccante del Napoli. Un’amicizia genuina e sincera, come dimostrato dal simpatico siparietto ripreso durante il ritiro con la nazionale: “Segni solo in Italia” ha urlato con il sorriso il portiere a Kvara. Amici fuori, eroi in campo di un popolo intero. Un popolo che guarda l’Europeo sognando l’Europa.

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