Euro 2024 assomiglia a un festival culturale

Non preoccupatevi, ai quarti troverete la Slovacchia, il carnefice perfetto per noi inglesi

Oggi tocca a voi, e confesso che scegliere tra l’Italia e la Nazionale di un paese inutile come la Svizzera è come scegliere se bere acqua frizzante o acqua naturale: dico no a entrambe. Non so se sarete accompagnati dal vostro proverbiale culo, già evidente nel gol di Zaccagni al 98esimo con la Croazia che vi ha permesso di superare l’osceno biscottificio del terzo turno (vogliamo parlare della “favola” Georgia, più aiutata di una vecchietta che attraversa la strada dai boy scout), certo è che la sola idea di incontrarvi in un eventuale quarto di finale mi eccita quasi come la prospettiva di una serata di full immersion con bionda al pub. O meglio, sarebbe così se la mia amata Nazionale non fosse nel pieno di uno psicodramma che nemmeno gli interisti nei loro giorni migliori: giochiamo male, Southgate è a fine ciclo, ma non si vede qualcuno che oggettivamente possa fare meglio di lui, e la Slovacchia è il carnefice perfetto. I nostri avversari agli ottavi di finale infatti sono abbastanza scarsi da poterci eliminare e farci sprofondare nella disperazione suicida di chi ha fallito l’ennesima occasione.

Forse è l’alcol a farmi parlare, ma non è un buon momento per lo sport inglese: siamo stati eliminati dal Mondiale di cricket dall’India – e possiamo raccontarci quanto vogliamo che questa non sia un’onta, ma lo è – lunedì inizia Wimbledon e nessun o nessuna tennisti britannici sembrano in grado di poter vincere il torneo più bello del mondo (la Raducanu è stata eliminata a Eastburne, Andy Murray non giocherà il singolo, ma proverà a scendere in campo per il doppio, sempre che trovino un nastro adesivo abbastanza resistente per tenere insieme i pezzi del suo fragile corpo).

Vorrei fare come i guru del mindset e convincermi che è nelle difficoltà che viene fuori la vera forza, ma dubito che un paese che sta per tornare nelle mani del Labour sia in grado di fare grandi cose. Invidio la vostra convinzione di avere trovato in Zaccagni “il numero 10 che ancora ci manca” (passatemi il contatto dello spacciatore della Gazzetta, please) ma ancor di più la voglia di chi si trastulla con le statistiche della prima fase di un Europeo che non passerà alla storia – a meno che non lo vinciamo noi, of course: non è stato segnato nessun gol su punizione diretta, l’Inghilterra è al 20esimo posto su 24 nei tentativi di segnare, al terzo posto nella precisione dei passaggi e al primo posto nella precisione dei cross, Foden ha passato la palla più spesso al portiere che a Kane, Lukaku ha tirato in porta sette volte segnando lo stesso numero di gol che ho segnato io, il gol di Schmid che ha regalato all’Austria il 2-1 contro l’Olanda nel Gruppo D è stato il 900esimo segnato in una fase finale degli Europei. Tutto molto interessante, no? L’importanza per la storia del calcio di questo Euro 2024 è tutta nel fatto che si parla di questo torneo più come di un festival culturale che di un grande appuntamento sportivo. Leggo che in Germania si ha già nostalgia dell’ubriachezza simpatica dei tifosi scozzesi e della gag degli albanesi che spezzano gli spaghetti davanti ai tifosi italiani, e questo la dice lunga su molte cose.

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