Meloni: “Le nomine europee non tengono conto del voto dei cittadini”. Schlein e Conte: “Basta col vittimismo”

Si toglie qualche sassolino dalla scarpa sul modo in cui sono state condotte le trattative per le nomine delle alte cariche a Bruxelles, incentra la sua arringa contro l’Europa di chi ha “una visione oligarchica e tecnocratica della società“, parla di Ucraina, caporalato, piano Mattei. Giorgia Meloni tiene le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì per quasi 40 minuti in Aula, a Montecitorio, prima di ascoltare il dibattito dei deputati e di spostarsi al Senato, dove ha replicato lo stesso schema nel pomeriggio.

Le nomine europee: “Una conventio ad excludendum che non condivido”

“Non mi pare sia emersa, finora, la volontà di tener conto di ciò che i cittadini hanno detto nelle urne”, ha detto la premier parlando dell’accordo sulle nomine europee. “La logica del consenso viene scavalcata da quella dei caminetti, dove una parte decide per tutti”, ha aggiunto, definendo le trattative “una conventio ad excludendum che a nome del governo italiano ho contestato e non intento condividere”.

Gli incarichi “sono stati normalmente affidati – ha ricordato riferendosi alle legislature Ue precedenti – tenendo in considerazione i gruppi con la dimensione maggiore e quindi tenendo in considerazione il responso elettorale, indipendentemente da possibili logiche di maggioranza od opposizione, perché la logica della maggioranza e dell’opposizione si materializza nel Parlamento, con maggioranze che tra l’altro cambiano da dossier a dossier, data la complessità del quadro europeo. Oggi si sceglie di aprire uno scenario completamente nuovo, e la logica del consenso, su cui si sono sempre basate gran parte delle decisioni europee, viene scavalcata dalla logica dei caminetti nei quali alcuni pretendono di decidere per tutti, sia per quelli che sono della parte politica avversa, sia per quelli di Nazioni considerate troppo piccole per essere degne di sedersi ai tavoli che contano“.

“L’Europa troppo invasiva”

L’Europa ha di fronte oggi è un compito molto arduo e quel compito è ripensare completamente le sue priorità, il suo approccio, la sua postura, riscoprire il suo ruolo nella storia“, ha detto Meloni.

“Il risultato del combinato disposto tra ideologia e burocrazia ha costruito buona parte della distanza che oggi esiste tra cittadini e istituzioni comunitarie. La percezione che hanno avuto gli italiani e gli europei è quella di un’Europa troppo invasiva – ha continuato – che pretende di imporre ai cittadini cosa mangiare, quale auto guidare, in che modo ristrutturare la propria casa, quanta terra coltivare, quale tecnologia sviluppare, e mentre cerca di normare tutto con il rischio di omologare culture, tradizioni e specificità rimane invece più debole nella sua capacità di incidere sugli scenari globali, di avere autorevolezza e credibilità nelle aree di crisi, di avere una politica estera e di sicurezza comune, di controllare le sue catene di approvvigionamento con il risultato di rendesi sempre più vulnerabile agli shock esterni“.

La replica della premier: “In Europa per me non ci sono amici o nemici. Stufa di un governo rappresentato come impresentabile”

In seguito al dibattito alla Camera, la premier Giorgia Meloni ha replicato ai diversi interventi in Aula. “Ringrazio l’onorevole Madia, perché è riuscita a esprimersi meglio di quanto non sia riuscita a fare io”, ha premesso la presidente del Consiglio. “Sui Tob Jobs non si è tenuto conto del voto dei cittadini. Oggi si sceglie di stabilire che il meccanismo che è frutto delle elezioni non va più bene. Ecr è il terzo gruppo al Parlamento europeo ma è un gruppo che non piace a chi decide di fare questa scelta. La democrazia sarebbe una cosa diversa”; ha argomentato la premier. Che a proposito delle relazioni con i diversi paesi europei ha detto: “Dire sto con l’Ungheria piuttosto che sto con la Germania è una semplificazione. Per me non ci sono amici o nemici ma interlocutori”. Per questo, ha ricordato la premier, “sono stufa di un governo rappresentato come impresentabile, non funziona. È irresponsabile e folle dire di non negoziare con l’Italia”.

Ai parlamentari del Pd Meloni ha detto: “Non ho mai fatto inciuci, quelli li fate voi”. Mentre rispondendo a un intervento della parlamentare grillina Gilda Sportiello, che aveva accusato il governo per le politiche in materia di aborto, Meloni ha detto: “Se prova disgusto per le nostre misure dovrebbe provare disgusto anche per voi, visto che non abbiamo toccato la materia“.

Schlein: “L’unica guerra che state facendo è la guerra ai poveri e al Sud”

Non so a chi si riferisca Meloni quando lancia allarmismi e vittimismi, non certo a noi che facciamo una opposizione sul merito“, ha detto la segretaira del Pd Elly Schlein, rispondendo alla premier in aula alla Camera. “Rispetto a quanto affermato ieri dalla premier, mi pare che l’unica guerra entro i nostri confini la state facendo voi ai poveri, contro il salario minimo e il reddito di cittadinanza, la state facendo al Sud con l’Autonomia che spacca in due questo Paese”, ha ribadito la dem, dopo la conferenza stampa di ieri convocata per discutere della vittoria ai ballottaggi.

“Il problema qui non sono le sue personali simpatie o amicizie, il punto è con chi costruire alleanze strategiche per portare a casa risultati per l’Italia e per l’Europa e voi siete alleati con chi vuole esattamente l’opposto”, ha continuato Schlein. “Il problema è il rischio di isolamento del nostro paese che vuol dire non contare, con buona pace delle passerelle internazionali dove la notizia principale è stata l’unica leader donna del G7 a limitare i diritti delle altre donne cancellando la parola aborto“, ha attaccato, ricollegandosi al summit internazionale e alla polemica legata alla risoluzione finale dei 7.

“Noi andremo avanti nella Unione europea a difendere la democrazia, lo stato di diritto, i valori di solidarietà – ha continuato Schlein -. Lo faremo anche dalle città, come avete visto nelle sconfitte brucianti di questi giorni: state pronti perché stiamo proprio arrivando“.

Conte: “Basta con il finto vittimismo”

È un momento cruciale per l’Europa, ma oggi abbiamo una consapevolezza molto amara: la discussione che farete in Consiglio europeo non cambierà marcia o visione all’Europa”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte alla Camera rispondendo alle comunicazioni della premier Meloni in visto del prossimo Consiglio Ue di domani.

“Ormai l’abbiamo vista, presidente Meloni, insieme a tutti italiani cambiare idea un po’ su tutto – ha continuato l’ex premier –. Nessuno si stupirebbe di una nuova, clamorosa incoerenza. Presidente vada in Europa con forza, determinazione, vada a prendersi un posto di prestigio in Commissione europea perché questo spetta di diritto all’Italia che è uno dei paesi fondatori e la terza economia europea. Magari, questa volta, non affidiamo un incarico di prestigio a un parente, a un sodale di partito“, ha detto.

Anche lui torna poi sulle dichiarazioni di ieri della premier sui toni da “guerra civile” usati dalle opposizioni: “È il caso di smetterla con questo finto vittimismo. La guerra civile l’avete scatenata voi, parlamentari di maggioranza, in quest’Aula aggredendo il nostro parlamentare Leonardo Donno con un pestaggio in piena regola. E la cosa più grave è che abbiamo un presidente del Consiglio che non ha avuto la dignità politica di condannare questa vile aggressione neanche oggi”.

E sull’Autonomia, infine: “Sarà una condanna a morte per la sanità, i trasporti, l’istruzione di tante Regioni italiane che già oggi arrancano. Con l’Autonomia spacca Italia. Lei, presidente Meloni, sta firmando la secessione, realizza i sogni di Bossi e calpesta il tricolore. Il tricolore imparate ad amarlo davvero, non a sventolarlo nelle dirette social”, ha concluso l’ex premier.

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