Basta con il fantasmino, indice di assoluta infrequentabilità

Nella frenesia parigina per le Olimpiadi, che influenzano perfino le sfilate couture nei tagli e nei tessuti, portando per esempio in passerella da Dior un materiale molto inconsueto per abiti da trentamila-cinquantamila euro come il jersey bielastico (di seta, ma jersey), era un po’ inevitabile che il dibattito attorno al niente, che è in assoluto lo sport più praticato in tempi difficili come questi, si concentrasse attorno al jersey di cotone di cui sono fatti i calzini e, soprattutto, alla loro lunghezza. Da circa sei mesi, la Gran Bretagna in crisi, con le banche internazionali che traslocano, la City che va svuotandosi e gli affitti che, incredibilmente, non scendono, trova il tempo per dibattere in punta di penna, e lasciateci dire di malleolo, sulla corrispondenza fra l’anagrafica e la lunghezza del calzino.

Ha iniziato il Guardian, vecchio caposaldo del partito “pane e rose”, ha ribattuto il Times nella consueta declinazione mainstream: il calzino alla caviglia è indice di età millennial, il calzino a mezza tibia, è invece segno di appartenenza alla Generazione Z. Per chi si occupa di moda tous les jours, la questione è leggermente diversa: il calzino al polpaccio maschile, indossato con i bermuda e la giacca formale, è il segno preclaro della professione di chi lo indossa, e cioè un giornalista di moda, anzi un modaiolo oppure, nella versione femminile, di una milanese di irriducibile fede nello stile Miuccia Prada primi Anni Duemila. Il calzino a scomparsa, alla caviglia o, addirittura, a pantofolina, altresì definito “fantasmino”, è indice di assoluta infrequentabilità. Nella classifica classista della lunghezza, poco sopra l’intollerabile fantasmino, molto usato dal playboy nazionale un po’ d’antan per indossare i mocassini anche in estate senza piagare l’epidermide che, con l’età, si assottiglia, esiste il cosiddetto “calzino alla francese”: in filo di Scozia, tendente al grigio perla, corto e inevitabilmente ricadente sulla caviglia dopo il terzo lavaggio. Li indossano solo loro, i francesi, spesso anche grand commis d’etat, con le scarpe allacciate nere. Sono ormai diventati un indicatore di nazionalità, come il coq au vin e la cravatta stretta. Sono talmente brutti che offrono anche a noi, privi della definizione di haute couture, un piccolo senso di superiorità. Però ora dismettiamo il fantasmino.

Leave a comment

Your email address will not be published.