L’ ex dem e candidata sindaca Del Re: “L’unico programma del Pd a Firenze è la paura della destra”

“E’ molto probabile che al ballottaggio non ci sarà alcuna sorpresa, qui a Firenze la paura dell’uomo nero ha creato un sistema di potere inscalfibile, un sistema di mera conservazione di una classe dirigente”. Cecilia Del Re, candidata sindaca della lista civica Firenze democratica, ha raccolto al primo turno, correndo da sola, il 6,2 per cento. Del Re è un’ex assessora della giunta Nardella, uscita dal Pd dopo la decisione, avvallata dai vertici nazionali, di non indire le primarie per la scelta del candidato sindaco, imponendo il nome di un’altra ex assessora di Nardella, la fedelissima, Sara Funaro. Tra gli ex consiglieri Pd l’hanno seguita in 12. “Purtroppo – si sfoga – il Pd fiorentino è diventato un sistema di potere per il potere, senza alcuna visione. Non è un caso che nella lista civica di Schmidt ci siano anche ex sindaci dem dell’area metropolitana, mentre nella civica di Funaro ci sono due ex consiglieri di Lega e FdI. Il Pd, consapevole dell’atavica paura dei fiorentini, ha fatto una campagna tutta incentrata sul ‘votate noi, altrimenti vince la destra’, senza altri argomenti. Ha pagato, hanno preso il 43 per cento, più di quanto previsto dai sondaggi, e quindi per vincere il ballottaggio hanno aggiunto un aggettivo ‘votate noi, altrimenti vince la peggiore destra’. Ma se si guarda i dati in termini assoluti ci si rende conto che il Pd in Toscana ha perso 100 mila voti in 5 anni, a Firenze oltre 30 mila”.

E con Schlein? Non è cambiato nulla? “A Firenze Schlein ha vinto le primarie 79 per cento contro il 21 della mozione Bonaccini, un segno evidente di una volontà di cambiamento, ma né sui temi, né sul metodo è cambiato nulla. In campagna elettorale non si è parlato di una città più progressista o della svendita del patrimonio immobiliare pubblico, con una Firenze sempre più a traino di investimenti privati e per turisti. Anche sul lavoro non c’è stata alcuna riflessione, mentre tutto si spostando sul turismo, un settore precario e a bassa qualificazione. Sulla tramvia, criticata da Schmidt, dal Pd si sono limitati a una difesa d’ufficio, senza dare una prospettiva di sistema con le nuove linee tram e con una circle line come accade nelle principali città europee”.

I voti di Del Re, insieme a quelli della candidata di Italia viva, la vice governatrice della Toscana Stefania Saccardi, valgono quasi il 14 per cento delle preferenze dei fiorentini, più della differenza tra i voti che separano Funaro dal candidato del centrodestra, l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt. Insomma, i loro voti saranno determinanti per la vittoria del ballottaggio. Ma Del Re ancora non ha fatto sapere per chi voterà. “La nostra storia – dice – appartiene al centrosinistra e quindi non abbiamo risposto a chi, dalla colazione del centrodestra, ci ha chiamato. Non ci hanno invece chiamato dal Pd, ed era il momento di una convenzione democratica e di un’apertura su determinati temi e un rinnovamento dei metodi. Detto questo se il Pd sui tanti temi che abbiamo proposto non fornisce risposte né io, né Firenze democratica faremo endorsment, vorrà dire che il Pd cercherà, come ha detto Funaro, di conquistare direttamente i nostri elettori senza parlare con noi. D’altronde il loro messaggio è chiaro: con qualunque programma e con qualunque candidato vinciamo noi, e così non c’è spazio per nessuna autocritica o riflessione seria sul futuro della città. Prevale l’interesse per il mantenimento dello status quo”. E’ per questo che Del Re ha scelto di correre in solitaria: “Senza la paura dell’uomo nero, il Pd sarebbe in seria difficoltà. Intorno a Firenze dove si è creata da sinistra un’alternativa, questo si è già visto. Questo genere di colazioni sono arrivate al ballottaggio a Calenzano o a Borgo San Lorenzo, mentre in altri comuni hanno direttamente vinto al primo turno, come avvenuto a Campi”.
 

Leave a comment

Your email address will not be published.