Quanto guadagnano i tassisti: i redditi dichiarati al fisco

Un’analisi del Sole 24 Ore elabora le dichiarazioni dei redditi dei proprietari delle licenze taxi. Ma i guadagni dichiarati non coprono nemmeno i costi sostenuti per le licenze e l’acquisto dell’auto

Se le dichiarazioni dei redditi dei tassisti fossero corrette, quello dei taxi sarebbe un giro d’affari insostenibile. È questo che emerge leggendo l’analisi pubblicata sul Sole 24 Ore di oggi che elabora i redditi dei tassisti analizzando i dati del ministero dell’Economia. Nel 2022, si legge, i guidatori delle auto bianche hanno superato gli anni neri del Covid e sono tornati, in media, a guadagnare come nel periodo tra il 2017 e il 2019: 15.449 euro all’anno, cioè 1.300 euro lordi al mese. Un dato considerato molto basso se confrontato con tutto il business che gira intorno al trasporto privato, a giudicare dalla domanda inevasa per mancanza di auto bianche nelle principali città italiane.

I dati che i tassisti hanno fornito al ministero di via XX Settembre attraverso la dichiarazione dei redditi sono eterogenei in tutta la penisola: al nord i guidatori guadagnano di più rispetto al sud e al centro. La città dove si guadagna meglio è Firenze, con una media di 20.651 euro all’anno, pari a 1.720 euro lordi al mese. A Milano e Bologna i tassisti hanno dichiarato in media 19.580 e 16.850 euro, rispettivamente pari a 1.631 euro e 1.404 euro lordi al mese, mentre a Roma lo stipendio medio annuale è di 12.729 euro, 1.060 lordi. La città dove si guadagna meno è Palermo: 9.111 euro dichiarati all’anno, pari a 759 euro lordi al mese.

L’analisi del Sole 24 Ore fotografa un mercato che sembrerebbe essere molto poco conveniente. I guadagni dei tassisti sono infatti molto bassi se paragonati alle numerose spese necessarie che chi fa questo mestiere deve sostenere: parliamo dell’acquisto, della manutenzione e delle tasse dell’auto, del carburante, e, soprattutto, delle licenze. È noto che il settore non ha un buon livello di concorrenza. Motivo, questo, che rende le licenze, cioè le autorizzazioni comunali per poter esercitare la professione, estremamente costose: alcune toccano cifre di 150 mila euro, come accade a Bologna. Spesso chi decide di iniziare a fare questo lavoro accede a un prestito per acquistarle, che ripagherà nel corso della sua carriera, aggiungendo un’ulteriore spesa mensile a quelle già menzionate.

Con i guadagni dichiarati, i costi diventerebbero insostenibili. L’analisi dei numeri fa pensare che al ministero dell’Economia potrebbero esserci dei dati mancati di redditi non dichiarati, guadagnati attraverso il pagamento in contante. Una pratica molto comune che rende facile l’evasione fiscale e che il governo Draghi ha cercato di contrastare introducendo, nel 2022, l’obbligo di detenere un Pos nell’auto per poter garantire ai clienti un pagamento elettronico, rintracciabile.

Quella decisione aveva scatenato molte polemiche nel settore e non solo. Ed è proprio in quel periodo che è diventato noto in Italia Roberto Mantovani, conosciuto come Red Sox, il tassista “pro Pos” di Bologna che si è più volte espresso per la trasparenza nei guadagni e contro l’evasione fiscale. Le sue battaglie hanno ricevuto ritorsioni da parte di colleghi, che più volte gli hanno bucato le gomme dell’auto. A fine 2023 Mantovani aveva fatto sapere di guadagnare in media circa 600 euro al giorno, per un totale di oltre 18mila euro mensili.

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