Birnam Wood

La recensione del libro di Eleanor Catton edito da Einaudi, 440 pp., 22 euro

Birnam Wood è un collettivo ecologista con base a Christchurch, Nuova Zelanda. Un gruppo di venti-trentenni che si dedica a fare orticoltura in pezzi di terra abbandonati, e segretamente ad atti di guerriglia urbana come seminare specie particolarmente infestanti nelle aiuole pubbliche o nei giardini privati trascurati. Esperti di agraria e coltivazione sostenibile (riutilizzano anche i capelli tagliati dai parrucchieri: contro le lumache), hanno un manifesto politico che si propone un cambiamento radicale del mondo, e una pagina Facebook molto curata che li fa apparire simili a una start-up, “un po’ Uber e un po’ Airbnb”. Il nome viene dalla foresta mobile in Macbeth, e la leader del gruppo è Mira, carismatica e idealista. Mira un giorno si mette in strada per ispezionare un terreno privato, abbandonato a seguito di una frana, nel grande parco del Korowai. Lì incontra Robert Lemoine, miliardario americano (del genere Elon Musk), che le propone di cederle in prova parte di quel terreno per coltivarlo, e di finanziare Birnam Wood.

Intanto, a Christchurch incontriamo Shelley, l’eterna seconda che cerca un modo di separarsi dal gruppo ma che di fatto lo tiene in piedi, e il “Bernie bro” Tony, impegnato, nella riunione del collettivo, a spiegare che la “c’è qualcosa di così mesto nella sinistra di questi tempi, di così arcigno e autopunitivo! Nessuno si diverte più, passiamo il tempo solo a sgridarci a vicenda”, in un discorso incendiario che al lettore potrebbe anche sembrare convincente. Il gruppo invece lo isola. L’azione si sposta nel Korowai, perché anche se Lemoine è “il male”, i suoi soldi sono molto reali e Mira ne subisce il fascino. Ma nemmeno il semi-complottista Tony immagina il livello di follia del disegno di Lemoine, e decisamente nessuno immagina quanto complicheranno le cose i precedenti proprietari del terreno.

Birnam Wood è un romanzo entusiasmante: ha una trama thriller, una scrittura letteraria con un particolare sguardo sulle relazioni tra i personaggi – i micromovimenti di attrazione, invidia e pregiudizi nei confronti dell’altro, per questo Catton è accostata a Sally Rooney – e tratta i temi del presente. Ecologismo, miliardari e bunker, e ideologia da sinistra radicale che forse non è pura come si crede. Catton (1985) è stata la più giovane vincitrice del Man Booker’s Prize, con il precedente romanzo I luminari, ed è una romanziera tecnicamente impeccabile. Questo non è un romanzo di genere, ma la naturalezza e credibilità dell’intreccio lo rende una irresistibile e perfetta lettura vacanziera.




Eleanor Catton


Birnam Wood


Einaudi, 440 pp., 22 euro

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