Berlino. Alla fine Friedrich Merz è riuscito nel suo intento anche se deve fare dei ringraziamenti non previsti. Nel 2019 l’allora candidato alla guida della Cdu (ma ci arriverà solo nel 2022) affermò che una volta diventato presidente del partito avrebbe dimezzato i voti dei sovranisti di AfD. Un anno fa spiegò che le politiche sbagliate del governo di Olaf Scholz continuavano a rafforzare AfD e che il compito autoassegnatosi quattro anni prima non era più a portata di mano. Poi all’orizzonte è apparsa Sahra Wagenknecht: l’ex capogruppo della Linke ha lanciato una nuova lista (Bsw) filorussa, anti Nato e No vax che sta facendo furore fra tanti ex simpatizzanti di AfD. Se alle europee i sovranisti si sono fermati al 16 per cento (ma all’est sono attorno al 30) è merito anche del 6,2 per cento del Bsw (ma all’est tocca il 16).
La piattaforma del Bsw è vicina a quella di AfD depurata però della paccottiglia revisionista e degli slogan delle SA declamati a fine raduno dai dirigenti sovranisti. Poiché a settembre andranno al voto tre Länder orientali si porrà poi la questione di come amministrarli. Numerosi dirigenti della Cdu hanno fatto capire al gran capo che non è il caso di fare troppo gli schizzinosi con Bsw. La lista è filorussa, è vero, ma le competenze dei Länder sono soprattutto scuola, strade, polizia locale e sanità: perché non gestirle assieme agli spendibili quadri comunisti usciti dalla Linke, un partito già rodato alla guida di comuni e regioni anziché rischiare con gli inaffidabili e inesperti eletti di AfD? Senza dimenticare un dettaglio non da poco: perché mai la Cdu, che nei Länder orientali è seconda attorno al 21 per cento, dovrebbe fare da ruota di scorta a un partito di destra dura e pura quando potrebbe governare Sassonia, Turingia e Brandeburgo usando il Bsw come socio minoritario? Se la Cdu dovesse allearsi con il partito di Wagenknecht riuscirebbe tra l’altro a tirarsi dietro anche Verdi o Spd, partiti che all’est possono solo ambire a un ruolo da comprimari.