Cosa ci dice il pranzo di Ruini e Scalfaro al Quirinale sul rapporto tra chiesa e stato

Più di un secolo dopo la breccia di Porta Pia la massima autorità dello stato ha avuto ancora bisogno di chiamare la Chiesa in soccorso

E così è vero quel che viene adombrato nel libro-omaggio del Corriere della Sera, “Il colle d’Italia”, secondo cui nel 1994 Oscar Luigi Scalfaro invitò a cena il cardinal Ruini, il cardinal Sodano e monsignor Tauran per chiedere alla Chiesa di dargli una mano a far cadere il primo governo Berlusconi. Lo ha confermato lo stesso Ruini in un’intervista rilasciata a Francesco Verderami per la medesima testata. Comprensibilmente, il centrodestra urla allo scandalo per la certificazione di una manovra di palazzo che, se pure non riuscì grazie al contegnoso silenzio dei tre ecclesiastici, sdegnati dalla proposta, comunque comprova l’ingerenza del presidente della Repubblica nella pastetta.

La notizia comprova tuttavia anche il fatto che, più di un secolo dopo la breccia di Porta Pia, per far politica la massima autorità dello stato avesse ancora bisogno di chiamare la Chiesa in soccorso sul colle d’Italia. E comprova altresì l’estrema grazia dei Ruini, dei Sodano, dei Tauran; perché, anziché restare zitti e lasciar cadere l’argomento, potevano chiedere a Scalfaro se al Quirinale non sarebbe stato meglio lasciarci direttamente i papi, che ci avevano vissuto beati per tre secoli.

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