Italia-Albania 2-1, poteva andare peggio

La Nazionale di Spalletti ha ribaltato in sedici minuti il gol di Bajrami dopo ventitré secondi. Un pugno alla bocca dello stomaco che è stato salutate

Quelli che erano i più bravi, o quanto meno avrebbero dovuto essere i più bravi, si sono ritrovati sotto di un gol da parte di quelli che dovevano non essere bravi abbastanza, o quanto meno non avrebbero dovuto essere bravi abbastanza. Ventitré secondi, il tempo di una palla terminata fuori e di una rimessa insensata di Federico Dimarco verso il centro dell’area, la nostra. Palla presa da Nedim Bajrami e calciata nella porta difesa da Gianluigi Donnarumma: 0-1. Ventitré secondi. Tutto parecchio ridicolo, da sembrare quasi irreale. E invece no, 0-1 per l’Albania. Doveva andare diversamente, sarebbe dovuto andare diversamente. E invece no. E forse è stato meglio così. Perché la Nazionale, qualsiasi Nazionale che si veste d’azzurro e ha un tricolore verdebiancorosso, parte sempre con l’idea che circola spocchiosa nel paese e che si esprime nella massima, parecchio abusata, manoisiamolItalia. Nemmeno due Mondiali saltati hanno messo in crisi tutto ciò.

Un gol dopo ventitré secondi è stato un pugno alla bocca dello stomaco salutare, la migliore medicina che la Nazionale italiana potesse assumere. Ha riportato tutti alla dimensione giusta, quella del malato da curare in qualche modo e non del sano che non ha bisogno di niente. La squadra guidata da Luciano Spalletti ha reagito subito alla cura, non si è lasciata trascinare in un melodramma che in epoche passate ha avuto la sua fortuna cinematografica. Poche decine di secondi dopo il decimo minuto Alessandro Bastoni ha, di testa, segnato l’1-1 su cross di Lorenzo Pellegrini dopo un calcio d’angolo battuto corto. Dopo sedici minuti Nicolò Barella ha messo dietro le spalle di Thomas Strakosha il 2-1 con un bel tiro da fuori area.

Poteva andare peggio, poteva andare meglio. Davide Frattesi ha preso un palo al trentaquattresimo del primo tempo. Federico Chiesa si è fatto apprezzare per un bel tiro di sinistro al cinquantanovesimo minuto.

Il resto è stata una partita giocata d’attenzione e di misura, senza troppi spaventi – eccezion fatta per il quasi gol di Rey Manaj, deviato un po’ per fortuna, soprattutto per bravura nell’uscita, da Gianluigi Donnarumma –, muovendo la palla bene ma senza entusiasmo, compiacendosi soprattutto della bravura di Nicolò Barella capace di fare tutto quello che i compagni a volte non riescono nemmeno a concepire.

Poteva andare peggio, alla fine è andata bene. Tre punti nel girone sono abbastanza per pensare che si possa andare avanti, una partita così è abbastanza per credere che questa squadra possa fare bene. Basta essere consapevoli che se è dal 24 giugno 2014 che gli Azzurri non giocano una partita in un Mondiale – nonostante un’Europeo vinto a Londra – non tutto va bene e non tutto è perfetto.

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