Il virus politico del lepenismo sui mercati europei

Qualcuno comincia a parlare di incubo Le Pen per le borse europee, ma soprattutto per Milano che ci sta andando di mezzo. La verità è che si è messa anche la Fed a intimorire gli investitori con la sua decisione di mercoledì di non tagliare i tassi destinata ad avere un peso sulle future mosse della Bce. Però quello che si è visto ieri sulla Borsa di Parigi, con il cac40, il maggior indice, che ha chiuso per la quarta seduta dopo il voto di domenica con un vistoso calo bruciando tutti i guadagni del 2024, non si riesce a spiegare se non con la reazione del mercato al contesto politico che si va delineando in Francia: di fronte al possibile arrivo di RN al governo il Nuovo Fronte Popolare ha svelato le sue promesse elettorali che rischiano di essere costose per i conti pubblici: salario minimo e sesta settimana di ferie nell’anno. Un progetto che è stato definito “un delirio totale” dal ministro dell’Economia, Bruno Le Maire. E di nuovo lo choc di Parigi ha contagiato Piazza Affari che ha perso il 2,8 per cento – risultando a fine giornata la peggiore in Europa – con lo spread che si è avvicinato a quota 160 punti base, mentre la borsa di Francoforte è calata “solo” dell’1,4 per cento.
 

Quello che è successo ieri è che gli operatori di mercato hanno ricominciato a vendere a mani basse titoli di debito sovrano francese (oat) e italiano (btp) e a comprare quelli tedeschi (bund). Per quanto anche la Germania veda l’avanzata dei partiti della destra populista i suoi titoli di stato continuano a essere considerati i più affidabili in Europa per la solidità dei conti pubblici nonostante le fragilità dimostrate dall’economia tedesca. Lo stesso non vale per Italia e Francia, che con deficit statali elevati potrebbero essere prossimi alla procedura d’infrazione europea secondo il nuovo patto di stabilità. Gli investitori chiedono rendimenti più elevati per comprare btp e oat e questo ieri ha penalizzato i titoli delle banche protagoniste del nuovo tonfo di Parigi ma anche di Milano che sembrano ormai legate da un destino comune.

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