Il ritorno agli Europei di Christian Eriksen

Il 12 giugno 2021 a Copenaghen, durante Danimarca-Finlandia, il giocatore danese si era accasciato al suolo vittima di un arresto cardiaco. Contro la Slovenia proverà a riprendere da dove aveva interrotto

La presenza di Christian Eriksen a Euro 2024 sembra una di quelle favole fatte apposta per il calcio e la sua narrazione romantica, che riscuote sempre un discreto successo. In verità, ci sarebbe anche da interrogarsi se sia giusto o meno che un atleta possa continuare a gareggiare ai massimi livelli dopo un arresto cardiaco – con un defibrillatore sottocutaneo –, perché questo non lo decidono i sanitari ma le leggi nazionali e internazionali, dove l’Italia le applica in modo più restrittivo: motivo per cui il centrocampista danese ha dovuto lasciare l’Inter trovando altri ingaggi in Inghilterra.

Quello che è accaduto il 12 giugno 2021 a Copenaghen, durante Danimarca-Finlandia appartiene oramai alla storia sportiva: Eriksen che si accascia al suolo, i compagni di squadra che lo nascondono all’indiscrezione delle telecamere, il capitano Kjaer che lo assiste, consolando e rincuorando poi compagna e figli, i soccorsi tempestivi e la partita che riprende dopo due ore quando tutti sanno che è salvo e le sue condizioni sono stabili.

Christian Eriksen, dopo avere rischiato di morire è tornato in campo il 26 febbraio del 2022 vestendo la maglia del Brentford, subentrando al connazionale Mathias Jensen nella partita contro il Newcastle Utd; un mese dopo il ritorno in nazionale ad Amsterdam contro l’Olanda, entrando nel secondo tempo e segnando un bellissimo gol nella sconfitta per 4-2. Con questo giocherà il suo terzo Europeo, avendo partecipato anche a tre fasi finali dei Mondiali, mettendo insieme 130 presenze e 41 gol con la maglia della Danimarca. A trentadue anni e dopo tutto quello che ha passato è ancora un titolare inamovibile della squadra allenata da Kasper Hjulmand, dove l’intelligenza tattica e il piede raffinato ne fanno ancora oggi uno dei migliori interpreti del ruolo, non conoscendo fino in fondo l’affidabilità atletica, anche se viene da due stagioni al Manchester United e ha preso parte con continuità alle qualificazioni per Euro 2024.

Quando nell’estate del 2022 approda al Manchester United, Erik ten Hag, che lo aveva fortissimamente voluto, lo mette la centro del suo progetto tattico, facendolo giocare come vertice basso del centrocampo a innescare la manovra, sostenuto da due mezzali di forza e classe in parte brave nel coprigli le spalle e in parte abili nello sfruttare le sue intuizioni. In quest’ultima stagione, invece, ha messo insieme solo ventotto presenze – contro le quarantaquattro dell’anno scorso – e il suo contratto è in scadenza nel 2025. Allo United, nonostante l’FA Cup vinta, sono anni di continue rivoluzioni ed è difficile decifrare l’imminente futuro, anche per Eriksen, con il Galatasaray che sogna di portarlo in Turchia.

Tra le favole del poeta e scrittore danese Hans Christian Andersen, una delle più famose è “Il soldatino di stagno”. Due bambini, fratello e sorella, ricevono in dono un castello di carta con figurine di carta, tra cui una ballerina con un lustrino dorato sul petto e un gruppo di 25 soldatini di stagno. A uno dei soldatini manca un pezzo di gamba perché è stato fuso dopo gli altri, con lo stagno avanzato. Il soldatino senza una gamba si innamora della ballerina di carta. Fra i giocattoli, però, c’è un pupazzo a molla a forma di diavolo, invidioso del soldatino di stagno, che lancia una maledizione sulla coppia, condannandola a non essere mai felice. Dopo varie peripezie finiranno entrambi nel fuoco e di loro non resterà che un cuoricino di stagno e un lustrino annerito.

Dovere morale, coraggio e senso del dovere sono i valori centrali di questa fiaba, lì dove i protagonisti oppressi, però, si riscattano solo dopo la morte. Ecco, Christian Eriksen ha rischiato di diventare come il soldatino: un cuore di stagno intorno al quale il calciatore è evaporato. Invece, la fortuna, la scienza, la perseveranza, il coraggio e il talento continuano a restituirci il centrocampista che abbiamo sempre ammirato e dal quel 12 giugno di tre anni fa amato sportivamente ancora di più. Proverà a ripartire da Slovenia-Danimarca.

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