È il giorno di Germania-Scozia. Ma l’Europeo secondo gli algoritmi lo vince l’Inghilterra

Oggi la partita inaugurale della competizione europea. Sarà una sfida tra “anziani”. Gli scozzesi non vincono agli Europei da oltre 10 mila giorni. I padroni di casa si vogliono godere Toni Kroos per le ultime volte

Il pastone, nel linguaggio giornalistico, è – dice la Treccani – un “servizio che riporta i fatti politici del giorno insieme con dichiarazioni e informazioni”. Per ogni giorno dell’Europeo di Germania, dall’esordio fino alla finale, qui ci saranno i fatti del giorno. Quelli seri e quelli no. Quelli del campo, quelli degli spalti, quello che c’è intorno. Questo, insomma, è il Pastone Tedesco.


Il punto

Oggi si comincia. La prima, ovviamente, tocca al paese ospitante: la Germania, contro la Scozia. Cerimonia, tutto bello, poi il campo. Cinquantuno partite, la prima a Monaco, l’ultima a Berlino. Ve lo ricordate “andiamo a Berlino?”: sono passati quasi vent’anni. Potete sentirvi vecchi. O troppo giovani.

Cosa si dice di Germania-Scozia

Chi ospita vuole vincere più degli altri e solitamente non vince, ma questo problema non si porrà più dai prossimi Europei, visto che questo è l’ultimo che si gioca solo in una nazione (il prossimo sarà in Regno Unito e Irlanda, poi Italia e Turchia, sempre che l’Italia ci riesca). Può vincere la Germania? Di certo ha giocatori che quest’anno non hanno perso mai, almeno in casa propria: come Florian Wirtz, giocatore dell’anno in Bundesliga e imbattuto in campionato e Coppa con il Leverkusen dei record (non ci fosse stata l’Atalanta in finale di Europa League sarebbe stata una cosa mai vista). La Germania mi incuriosisce per lo strano rapporto con l’età. C’è Kross che a 34 anni ha già deciso di ritirarsi, e queste saranno le ultime partite di un giocatore meraviglioso anche per la tempistica della decisione, nella scelta non comune di non trascinare la carriera fino allo spegnimento. E c’è Nagelsmann che a 36 anni è già un allenatore molto più che esperto e io ai calciatori più giovani di me sono abituato da qualche decennio, agli allenatori che potrebbero essere mio fratello minore ancora no. Prima dell’esordio, nella cerimonia inaugurale, verrà omaggiato Beckenbauer, prima della partita – sempre parlando di stelle di casa – ci chiederemo se è ancora il momento di Neuer o no, ed è strano che uno dei migliori portieri del mondo sia in discussione, ma l’errore contro il Real al Bernabeu che è costato l’approdo in finale al Bayern è un’ombra che lo copre quasi del tutto.

10.223 giorni

Nel momento in cui comincerà la prima partita saranno passati 10.223 giorni dall’ultima vittoria della Scozia in un Europeo. Gli scozzesi ci sono riusciti il 18 giugno del 1996 contro la Svizzera, poi hanno saltato tutte le edizioni successive fino agli ultimi, quelli del 2020 che si sono giocati nel 2021, finiti senza vincere nessuna delle tre partite del girone. Ecco, è un sogno già esserci. Quello segreto, invece, è superare per la prima volta la fase a gironi. Sarebbe un’impresa storica.

Sfida tra anziani

Restando ai numeri: la Scozia è la nazionale con l’età media più alta (28,3), con nove giocatori oltre i trent’anni e solo due con meno di ventitrè. La Germania è la seconda (28,2 anni di media), sempre con nove oltre i trent’anni, ma con quattro al di sotto dei ventitrè. Parlavo di Kross che già a 34 anni si ritira, ma magari nel caso degli altri c’è il tentativo di mostrare l’esperienza. Nessuna delle due ha il giocatore più anziano del torneo: sarà Pepe, del Portogallo, con i suoi quarantuno anni, ma magari ne parlo quando giocano i suoi.

Nagelsmann, il sondaggio di merda, le Europee

C’è stato un momento, nei giorni di avvicinamento, in cui Nagelsmann, il tecnico tedesco, non ha usato giri di parole: “È un sondaggio di merda”. L’emittente tedesca Ard aveva infatti realizzato un sondaggio su 1.304 partecipanti, chiedendo ai tedeschi se preferirebbero vedere più giocatori bianchi in Nazionale. Da qui il giudizio di Nagelsmann, che l’ha definito razzista e si è sfogato, condannando la domanda fatte e anche chi ha risposto. Il contesto è pure complicato: l’Afd è il secondo partito nazionale dopo le Europee (ha preso più voti del partito del cancelliere), tenuto ormai lontano anche dai partiti di destra storici e in Germania un po’ non sanno dove andare, quando nel documentario della tv nazionale che conteneva il sondaggio c’è gente che non si pone problemi a dire che “il tedesco deve avere la pelle bianca”. Da quelle parti questi ragionamenti mettono sempre più paura che altrove. Infatti nessuno potrà stamparsi la maglia della Germania con il numero 44: lo sponsor ha bloccato la possibilità di farlo. Il motivo? Il modo in cui hanno scelto di stampare i numeri di maglia (li vedrete) faceva somigliare il 44 alla sigla delle SS. Quelle su cui, secondo uno dei massimi esponenti di Afd, è sbagliato generalizzare: non erano tutte criminali, dice. Sotto con il prossimo sondaggio.

C’è l’algoritmo!

Opta ci prova, come sempre. Mette tutti i dati nella pancia di un supercomputer e gli chiede come finirà. Più probabile l’Inghilterra (19,9 per cento) che però è favorita a ogni Europeo, canta la romantica presunzione del calcio che sta tornando a casa, ma poi il pallone non torna mai e l’ultima volta – peraltro – abbiamo festeggiato noi proprio in quella casa dove doveva tornare il pallone, ma sembra una vita fa. Poi ci sono la Francia (19,1), la Germania (12,4), Spagna, Portogallo, Olanda, Italia. È tutto un fiorire di dati e probabilità, turno per turno, che val la pena di seguire per capire quanto il pallone sia un calcolo e quanto un rimbalzo sbagliato, un puro frutto del caso e del talento. L’intelligenza artificiale si è arresa: nel tentativo di studiare gli schemi per fornire una chiave di lettura utilizzabile per le partite, ha preferito concentrarsi sui calci d’angolo, perché è più facile, mentre sul resto delle azioni c’è persino un dato emotivo che nella pancia del computer non entra. Ma l’algoritmo non molla e io, invece, un po’ sì: non farò nessun pronostico, però man mano che il torneo va avanti vedrò se il prossimo Europeo possiamo evitare di giocarlo e seguirlo in anticipo sul sito di Opta.

Panca nostra

Tanto se non lo faccio io, lo farà qualcun altro. Perché oltre all’Italia ci sarà la caccia a “un po’ di Italia”, che è un genere narrativo un po’ bizzarro, che presuppone che per raccontare il mondo (in questo caso l’Europa) ci sia bisogno di partire da casa nostra, altrimenti il lettore si distrae. Allora vabbè, dell’Italia parlerò quando sarà il momento (provando a non occuparmene come priorità, a meno che non sia l’Italia a occupare me, andando avanti fino a chissà dove), ma tanto vale dire questa cosa e allinearsi al racconto che prima o poi sentirete: oltre a Spalletti ci sono altri quattro allenatori italiani a giocarsi la gloria in Germana. C’è Vincenzino Montella, che proverà a fare l’aeroplanino dalla panchina della Turchia, c’è Domenico Tedesco, che allena il Belgio delle eterne promesse, c’è Marco Rossi che guida l’Ungheria e risponde alle telefonate di Orban e c’è Francesco Calzona, al comando della Slovacchia dopo una parentesi con il doppio incarico (ha finito la stagione disastrosa del Napoli, dopo Garcia e Mazzarri), che pensavo fosse una cosa possibile solo a Football Manager.

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