Lo stato dell’arte dell’IA secondo Colao: “In Italia eccellenti nel dibattito ma non nello sviluppo”

L’ex ministro dell’Innovazione intervistato alla Festa del Foglio: “Troppe regole possono farci perdere competitività. In Europa ci sono imprese piccole rispetto ai giganti americani”

Lo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale, i suoi sviluppi e le applicazioni in Italia e in Europa, i rischi e le opportunità, la regolamentazione. Intervistato da Antonio Pascale alla Festa dell’Innovazione di Venezia, l’ex ministro Vittorio Colao ha fatto il punto su prospettive e possibilità. “In Italia – ha detto Colao – c’è hype come spesso accade con queste cose. Molte aziende italiane stanno iniziando a sperimentare e ad adottare questa tecnologia, in aree come la gestione dei costi e il customer care. Ma ci sono altri casi interessanti di utilizzo, come per esempio per la gestione delle risorse umane e la pianificazione commerciale, così da iniziare ad avere un decisioning artificiale che richiede ancora supervisione umana”.

Colao ha ricordato che è stato da poco annunciato un modello italiano di IA da una piccola azienda di Milano che ha sviluppato la tecnologia insieme a Leonardo: “Loro sono i primi ma ci sono poi alcuni interessanti esperimenti, come quelli della Fondazione Bruno Kessler sui consumi energetici”. Resta però grande la distanza tra quello che si fa in Italia, e in Europa, e quello che si fa negli Stati Uniti. “A guardare la situazione generale siamo nella mani di Microsoft, Open AI e Gogle: siamo piccoli, anche come Europa, rispetto a questi giganti. L’europa deve alzare l’attenzione, anche in chiave Antitrust, per evitare di avere nanetti incapaci di competere”.

C’è poi il tema della regolamentazione. “Troppe regole possono farci perdere competitività. Amo l’Europa e sono europeista convinto – dice Colao – ma dobbiamo stare attenti che se mettiamo troppe leggi insieme si creano incastri che possono ritardare l’applicazione dell’innovazione”. Un esempio: gli occhiali Meta, produzione Luxottica. “In America avranno un’intelligenza artificiale più potente che in Europa perché l’azienda non è sicura che si possano fare le stesse cose riguardo al riconoscimento dei volti nei luoghi pubblici”.

Infine, un commento su quanto detto poche ore prima alla Festa del Foglio da Brunello Cucinelli. L’IA lavora ma non produce, aveva detto intervistato da Fabiana Giacomotti l’imprenditore. “In Italia c’è questa mania di usare frasi suggestive e poi non capire cosa c’è dietro – ha detto Colao interrogato da Pascale – ma così rischiamo di essere eccellenti nel dibattito sull’intelligenza artificiale invece che nel suo sviluppo. L’Ia lavora insieme all’uomo, certo che non produce da sola. Quello che dobbiamo fare è massimizzare il suo sviluppo e massimizzare la capacità umana di usarla”.

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