Le due facce del basket di Milano

È un vero peccato che il basket abbia deciso di ridurre le sue Finals a cinque partite. Perché gare come quella giocata l’altra sera a Bologna sono un spot straordinario per il movimento. Ne vorremmo vedere all’infinito, anche se obiettivamente ha un senso non sfinire giocatori che poi dovranno regalare a Pozzecco la loro estate, sperando di arrivare fino a Parigi. Milano si è presa un vantaggio che potrebbe essere decisivo in coda a una partita che è stato lo specchio della sua stagione, quaranta minuti (più il supplementare) in cui ha fatto vedere il peggio e il meglio di sé. Solo 25 punti nei primi due quarti e poi una fiammata pazzesca nel terzo quarto (segnati 29 punti) e nel supplementare con un monumento da fare a Shavon Shields che non per niente è stato eletto miglior giocatore della stagione.

Vincere Gara 1 a Bologna, interrompendo una serie di 12 successi casalinghi, può essere già decisivo. Bologna stasera avrà già le spalle al muro e nella testa il pensiero di non esser riuscita a “uccidere” gli avversari nei primi venti minuti, un peccato che in questi playoff ha ripetuto troppo spesso. La Virtus bellissima di iniziò stagione oggi è stanca, forse troppo per poter competere con l’Olimpia vista nel terzo quarto, quando Napier e Shields non hanno più sbagliato un tiro e Melli ci ha messo muscoli e testa as usual. 
Gara 1 è il trailer perfetto della stagione Olimpia che tante volte è stata inguardabile e altre volte si è trasformata come la Bella Addormentata dopo il bacio del Principe Azzurro. Una squadra troppo incostante che nella stessa partita riesce a farsi prendere a sberle e a far innamorare. Vincere lo scudetto numero 31, il terzo di fila, può salvare la stagione, ma non deve bastare per essere contenti. Conquistare l’Italia non basta per una squadra con il budget e le ambizioni dell’Olimpia. Il presidente Messina sa che l’allenatore Messina ha sbagliato troppe scelte anche quest’anno, soprattutto in Eurolega, la formula del plenipotenziario può bastare a collezionare gli scudetti, ma dovrebbe far riflettere una proprietà giustamente ambiziosa e da sempre orientata oltre i confini con il suo core business.

L’Olimpia non può essere la Juventus del basket che dominava in Italia, ma non batteva un chiodo in Europa, anche se almeno due volte in finale di Champions ci era arrivata. È quello che si chiede all’Olimpia che adesso ha le mani sullo scudetto, ma non deve illudersi di poter passeggiare per vincere le due partite che la dividono dal tricolore. Certo, sapere di poter chiudere il discorso al Forum, è un bel vantaggio. Aver ribaltato il fattore campo può aver già deciso tutto.

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