Cucinelli: “Abbiamo bisogno di ridare dignità ai lavori artigianali. L’IA? Cambierà l’umanità”

Noi che siamo un paese manifatturiero abbiamo bisogno di ridare dignità al lavoro operaio. Se vogliamo fare manufatti speciali abbiamo bisogno di mani sapienti. Il futuro dipende dalla capacità di ridare dignità, anche economica, a certi lavori“. Lo ha detto Brunello Cucinelli, intervenendo alla Festa dell’Innovazione del Foglio in corso a Venezia.

Intervistato da Fabiana Giacomotti, quello che è uno dei principali stilisti e imprenditori della moda italiana ha toccato diversi temi. A partire dal rapporto tra artigianato e intelligenza artificiale. “Quando incontrai una volta questi ragazzi della Silicon Valley, a San Francisco, mi chiesero di parlare di umanesimo. Dissi loro: chi di voi umanizzerà la rete sarà il vero Leonardo”, ha raccontato Cucinelli. Che nella sua azienda, che ha base in Umbria, ha introdotto l’Intelligenza artificiale. “Ma quando la usiamo, ad esempio per scrivere delle mail, lo diciamo. Io credo che l’Intelligenza artificiale in 3-400 anni rappresenterà il vero cambiamento dell’umanità”. Anche per questo, “IA ed essere umano devono collaborare, perché l’intelligenza artificiale lavora su molte cose ma non crea”.

Sempre secondo l’imprenditore tessile, “ci saranno persone che penseranno e altre che opereranno. Per questo nella nostra Italia di manifatturieri abbiamo bisogno di ridare dignità a certi lavori”. Solo nel settore della moda mancano 40 mila artigiani. Come si convince un ragazzo a intraprendere un lavoro da operaio invece che diventare ingegnere? “Dobbiamo tornare a dare dignità economica al lavoro“, risponde allora Cucinelli. “Avevo un bellissimo rapporto con Leonardo Del Vecchio, con i proprietari di Luxottica. Quando sono andato a vedere la loro fabbrica in provincia di Belluno, dissi: ‘Non ci sono le finestre, e fuori avete le Dolomiti’. Da quel momento hanno aperto due ali della fabbrica. E ora gli operai possono vedere le montagne. La verità è che non viviamo più secondo misura”.

Cucinelli ha toccato anche il tema dei ritmi lavorativi: “Nella mia azienda lavoriamo dalle 8 alle 13, poi un’ora e mezzo di pausa pranzo e alle 17 e 30 tutti disconnessi”. Ma anche del giusto profitto perseguito dagli imprenditori. “Ai miei investitori ho detto: voglio una crescita garbata, attorno al 10 per cento. Voglio un giusto profitto, con un equilibrio tra profitto e dono”. L’imprenditore umbro ha anche rivolto un invito ai ragazzi ad “avere fiducia nel nostro paese, che forse è il miglior stato sociale al mondo”.

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