Cosa votano i foglianti alle elezioni europee? Tutto tranne M5s e Lega

Abbiamo posizionato un’urna elettorale al centro della nostra redazione, abbiamo distribuito come da tradizione un foglietto in cui esprimere il proprio voto. Abbiamo dato la possibilità di esprimere il voto in forma anonima o in forma pubblica. E ieri abbiamo scrutinato i seggi. Con qualche sorpresa

Come vota il Foglio? In giro per l’Europa, come sapete, ci sono alcuni seggi in cui gli elettori hanno già espresso il proprio voto per le elezioni europee. Si è votato in Olanda, giovedì. Ieri si è votato in Irlanda, in Repubblica ceca e anche al Foglio. Abbiamo posizionato un’urna elettorale al centro della nostra redazione, abbiamo distribuito come da tradizione un foglietto in cui esprimere il proprio voto, eventualmente la propria preferenza. Abbiamo dato la possibilità di esprimere il voto in forma anonima o in forma pubblica. E ieri abbiamo scrutinato i seggi. Con qualche sorpresa. Hanno partecipato al voto tutti i redattori, tutti gli stagisti, alcuni collaboratori. In tutto trentanove voti.

Hanno votato tutti. Claudio Cerasa, Giuliano Ferrara, Maurizio Crippa, Salvatore Merlo, Paola Peduzzi, Matteo Matzuzzi, Ermes Antonucci, Giovanni Battistuzzi, Annalena Benini, Simone Canettieri, Luciano Capone, Carmelo Caruso, Enrico Cicchetti, Micol Flammini, Luca Gambardella, Michele Masneri, Giulio Meotti, Ruggiero Davide Montenegro, Giulia Pompili, Roberto Raja, Marianna Rizzini, Luca Roberto, Cecilia Sala, Maria Carla Sicilia, Giuseppe Sottile. E poi, tra i collaboratori, Stefano Cingolani, Saverio Raimondo, Giuseppe De Filippi, Mariarosaria Marchesano, Umberto Zapelloni, Camillo Langone. Andrea Marcenaro (con Franca Fossati), Fabiana Giacomotti, Sergio Soave, Maurizio Milani, Makkox, Maurizio Stefanini. Alcuni collaboratori hanno partecipato in modo anonimo. Risultato. Il voto espresso dai foglianti, salvo rare eccezioni, è proporzionale all’impegno che i leader dei partiti promossi dai nostri giornalisti hanno mostrato sul tema della difesa all’Ucraina. Esiste poi un altro filo conduttore, che risulterà evidente non appena leggerete i risultati. I foglianti sono disposti a votare tutto, ma proprio tutto, pur di non votare per gli azionisti del governo meno amato dalla storia del Foglio: il governo gialloverde. E quindi: tutti, o quasi, tranne Movimento 5 stelle e Lega. Ma ecco i risultati. Vincono gli Stati Uniti d’Europa, a seguire Azione, Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Pace terra e dignità (my god!), Avs. Due schede bianche. Una nulla. Ecco i risultati.

Stati Uniti d’Europa tredici voti. A seguire, Azione con sette voti. Pd con sei voti. Forza Italia con quattro voti. Fratelli d’Italia con tre voti. Pace Terra e dignità (my god!) con due voti. Avs con un voto. Tre schede bianche. Una scheda nulla. Alcuni foglianti hanno anche indicato una preferenza.

Questa la classifica finale. Matteo Renzi (SUE): tre preferenze. Emma Bonino (SUE): tre. Gian Domenico Caiazza (SUE): tre. Carlo Calenda (Azione): tre. Nataliya Kudrik (Azione): tre. Vincenzo Camporini (Azione): tre. Paolo Rossi (Ptd): due. Eric Josefz (SUE): una. Stefano Bonaccini (Pd): una. Elly Schlein (Pd): una. Alessandro Zan (Pd): una. Irene Tinagli (Pd): una. Ilaria Salis (Avs): una. Lello Topo (Pd): una.

Alcuni foglianti, poi, hanno interpretato con rigore le dichiarazioni di voto e hanno offerto anche qualche motivazione. Giuseppe Sottile: “Stati Uniti d’Europa. Un omaggio all’eroico Magi, strattonato in Albania. L’unica voce contro la traboccante propaganda di Giorgia, donna, madre, cristiana”. Camillo Langone: “Se votassi voterei Vannacci, come faranno tanti amici che l’altra volta votarono Fratelli d’Italia. Ma sono ancora meno democratico di Junio Valerio Borghese, e non voto”. Giulio Meotti: “La scelta del menu del giorno è sempre pessima. Questa destra da generone e generale romano è invotabile. Tentato da Renzi, ma la compagnia della ayatollah laica è troppo. Così, visto che possiamo scegliere ma non decidere, di nuovo scelgo di non votare”. Sergio Soave: “Voterò Forza Italia, alle preferenze non ho ancora pensato. Mi pare la formazione che può lavorare per uno spostamento dell’equilibrio europeo su posizioni più liberal democratiche e liberarlo dalle ossessioni ecologistiche antiproduttive, anche se naturalmente tutto dipende dai risultati generali che saranno solo assai parzialmente condizionati da quello italiano”. Maurizio Milani: “Giorgia Meloni fino al 2039. Albania fisso”. Buon voto a tutti.

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