Bari, Firenze, Cagliari e le regionali in Piemonte: l’Italia al voto oltre alle europee

Urne aperte in 3 mila e 700 comuni e per il rinnovo del consiglio regionale del Piemonte. Una mappa delle sfide elettorali più importanti

Non solo elezioni europee. Tra sabato 8 e domenica 9 giugno, oltre che per il rinnovo del Parlamento europeo, molti cittadini italiani saranno chiamati a votare per le elezioni amministrative in più di 3 mila e 700 comuni e per il rinnovo del consiglio regionale del Piemonte. Si vota, come per le europee, il sabato dalle 15 alle 23 e la domenica dalle 7 alle 23. Sono in totale 29 i capoluoghi di provincia che dovranno eleggere un nuovo sindaco e il consiglio comunale e tra questi sono sei i capoluoghi di regione. Oltre a Perugia, Potenza e Campobasso, i residenti di Bari e Firenze saranno chiamati alle urne per due partite elettorali che sono tutt’altro che scontate: se in Puglia le inchieste degli ultimi mesi hanno messo in difficoltà non solo le alleanze che guidano la città, ma anche quelle della regione, a Firenze la tornata si gioca tra un centrodestra unito contro altre nove candidature differenti.

Le elezioni a Bari

Il rinnovo del prossimo consiglio comunale di Bari, guidato finora dal sindaco Antonio Decaro (oggi non più candidabile e quindi in lizza per un seggio a Bruxelles) sono diventate di particolare rilevanza nazionale a causa delle numerose inchieste che negli ultimi mesi hanno colpito il comune. A farne le spese potrebbe essere il Pd, che fino a oggi ha guidato la città, in favore della coalizione di centrodestra. I candidati per le comunali nel capoluogo pugliese sono cinque.

Il centrodestra punta tutto sull’elezione a sindaco di Fabio Saverio Romito. Trentasei anni, è attuale consigliere regionale per la Lega, partito nel quale è passato dopo aver iniziato la sua carriera in Forza Italia. Romito è sostenuto, oltre che da questi due partiti, anche da Fratelli d’Italia, Noi moderati, dall’Unione di centro e da altre liste locali. Le opposizioni all’attuale giunta sono quindi compatte nell’esprimere un solo nome.


Dall’altra parte, invece, il centrosinistra si presenta con due nomi diversi. Il Partito democratico insieme a Europa verde, sostiene la candidatura di Vito Leccese, 43 anni, già deputato dei Verdi dal 1992 al 1994.

Il Movimento 5 stelle e Sinistra italiana appoggiano l’avvocato Michele Laforgia, 62 anni di età. La rottura del campo largo è arrivata, alla fine, a causa delle numerose inchieste che hanno coinvolto l’amministrazione locale e regionale e che ha spinto Giuseppe Conte a ritirare l’appoggio alla giunta regionale di Michele Emiliano. Intorno a metà aprile il Pd e il M5s avrebbero dovuto tenere delle primarie tra i due candidati ora espressi separatamente in modo da trovare un nome comune, ma le primarie non si sono mai svolte e il progetto del campo largo è naufragato.



Fuori dagli schieramenti principali, infine, ci sono altri due candidati: Nicola Sciacovelli, sostenuto da Italexit e dalla lista “Sciacovelli sindaco – Ci piace!”, e Sabino Mangano, sostenuto dalla lista civica “Oltre – Movimenti civici associati – Mangano sindaco”.

Le indagini ancora in corso, l’arresto di 130 persone, la procedura avviata per lo scioglimento della giunta e le inchieste per reati di stampo mafioso hanno cambiato molto la vita politica della città: la vittoria data per scontata del centrosinistra, prima dello scorso febbraio, potrebbe non essere più tanto assicurata.

Le elezioni a Firenze

Un discorso simile si può fare anche per la città di Firenze, inchieste a parte. La tornata elettorale del capoluogo toscano sarà una competizione a dieci e tra i candidati non c’è il sindaco Dario Nardella, che come Decaro ha terminato i suoi mandati elettorali ed è candidato alle elezioni europee.

Lo schema pugliese si ripete anche qui. Il centrodestra ha presentato un candidato unitario: Eike Schmidt è sostenuto Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Ha 56 anni, è storico dell’arte e tra il 2015 e il 2023 è stato direttore della Galleria degli Uffizi. Schmidt è nato in Germania, ma a novembre 2023 ha ottenuto la cittadinanza italiana.



La principale concorrente dello storico dell’arte è l’assessora uscente al Welfare, Sara Funaro. Ha 47 anni, è sostenuta dal Partito democratico, da Alleanza Verdi-Sinistra, Più Europa, Azione e da altre liste minori e locali.

Anche qui l’accordo per un campo largo non è stato raggiunto: il Movimento 5 stelle appoggia un altro candidato, Lorenzo Masi, attuale vicecapogruppo dei grillini in consiglio comunale.

Corre in autonomia anche Italia Viva di Matteo Renzi, che per la sua città ha deciso di sostenere una candidatura indipendente, quella di Stefania Saccardi, vicepresidente della regione Toscana. La candidatura è stata annunciata dal partito a dicembre. Anche qui si è discusso di organizzare le primarie ma non si è mai raggiunto l’accordo.



All’epoca le primarie erano state chieste anche da Cecilia Del Re, ex assessora all’Urbanistica nella giunta di Nardella. Il Pd però ha confermato le sue scelte e l’ex assessora ha presentato la propria candidatura in autonomia. Oltre a lei, fuori dagli schemi dei grandi partiti ci sono anche Francesco Zini, Francesca Mazzacca, Dmitrij Palagi Gabriellovic, Alessandro De Giuli e Andrea Asciuti.

Le elezioni in Piemonte

Oltre ai due capoluoghi di regione, l’8 e il 9 giugno si voterà anche per il rinnovo del consiglio regionale del Piemonte. Con ogni probabilità il governatore uscente Alberto Cirio sarà riconfermato presidente di regione. In quest’ultima tornata elettorale è sostenuto non solo da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, ma anche da Azione di Carlo Calenda.

Anche in questo caso Pd e Movimento 5 stelle hanno presentato due candidati separati. Per il primo è scesa in campo Gianna Pentenero, sostenuta anche da Alleanza verdi e sinistra e Stati Uniti d’Europa. Per i grillini, invece, c’è Sarah Disabato. In corsa poi c’è anche l’avvocato Alberto Costanzo, sostenuto dalla lista Libertà di Cateno De Luca, e Francesca Frediani, eletta in consiglio regionale con il M5s e oggi candidata con Unione popolare.

Cagliari, Perugia, Potenza e gli altri comuni al voto

Tra gli altri capoluoghi di regione che eleggeranno un nuovo consiglio comunale c’è anche Cagliari. Paolo Truzzu, ex sindaco, ha rassegnato le dimissioni da primo cittadino dopo le elezioni regionali della Sardegna di febbraio. Sconfitto da Alessandra Todde, è stato eletto nel consiglio regionale dell’isola. La partita si gioca principalmente tra due candidati con lo stesso cognome.

Per il centrodestra c’è Alessandra Zedda, ex presidente della giunta regionale ed ex assessora, che dopo un passato in Forza Italia è confluita nella Lega ed è sostenuta, tra le altre liste, anche da Fratelli d’Italia. Per il centrosinistra torna in campo invece Massimo Zedda. già sindaco del capoluogo sardo dal 2011 al 2019, che è sostenuto principalmente da Partito democratico e Movimento 5 stelle.


Tra gli altri capoluoghi di regione ci sono Campobasso, Perugia e Potenza. Mentre tra quelli di provincia ci sono Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Caltanissetta, Cesena, Cremona, Ferrara, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia. Tanti poi quelli più piccoli, per un totale di oltre 3 mila e 700 comuni.

Per le città sopra ai 15mila abitanti, va ricordato, è previsto un secondo turno di ballottaggio qualora uno dei candidati non raggiunga al primo turno il 50 per cento più uno dei voti. Meccanismo che invece non c’è nei comuni con meno di 15 mila abitanti, dove il sindaco viene eletto se almeno il 40 per cento della popolazione ha votato e il candidato ha la metà dei voti validi.

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