Via ai playoff scudetto. Chi lancia la sfida a Milano e Bologna?

Non solo le due super-squadre: “Sarà la post-season più equilibrata degli ultimi anni”, garantisce coach Messina. Le statistiche confermano, il cammino altalenante di Olimpia e Virtus lascia spazio alle suggestioni: dall’ex capolista Brescia alla neopromossa Pistoia. Una guida

Tutti a caccia di Milano, campione in carica. E di Bologna, prima classificata in regular season. Le ultime tre finali scudetto hanno sancito il duopolio Olimpia-Virtus ridisegnando le gerarchie della Serie A di basket. Ma quest’anno, parola di coach Ettore Messina, “ci sono molte più squadre che possono ambire al tricolore: saranno playoff combattuti sin dai quarti”. Si comincia sabato e domenica con gara-1 su tutti i parquet. Una maratona a eliminazione diretta che potrebbe protrarsi fino al 16 giugno: se non altro, stavolta dopo 17 stagioni verrà ripristinato l’ultimo atto al meglio delle 5 sfide al posto delle logoranti 7. Si scommette così sull’intensità del tour de force. Vediamo come ci arrivano le 8 protagoniste in corsa.

Che siano presenti tutte le più forti lo dicono le statistiche. Bologna ha il miglior attacco del torneo (88,9 punti di media), Milano la miglior difesa (74,5 subiti). Venezia è la più solida a rimbalzo (38,4 a partita), mentre Tortona stoppa più tiri di tutti (3,4). Brescia conta il minor numero di palle perse (10,6), Reggio Emilia il maggiore di recuperate (7,6). Pistoia registra invece la più alta percentuale al tiro da tre (38,5). Il quadro sarebbe completo se Trento fosse la numero uno per assist distribuiti, e ci va vicino: soltanto la Virtus fa meglio (22 a 19,6). A ciascuna le proprie armi.

La parte alta del tabellone è quella di Belinelli e compagni. In un incrocio tutto bianconero, Bologna (testa di serie numero 1) affronterà Tortona (8) per la terza volta ai playoff su altrettante apparizioni in Serie A. È stata però la più difficile, per i piemontesi, che a metà stagione hanno dovuto esonerare un simbolo dell’ascesa tecnica come Marco Ramondino: scelta sofferta ma azzeccata. Perché al suo posto è arrivato Walter De Raffaele – l’ultimo allenatore in grado di vincere lo scudetto fuori dalle due big, con la Reyer – e la squadra ha rimontato trovando una convinta identità di gioco. Eliminare la Virtus sa di miracolo sportivo, costringerla almeno ad allungare la serie è un obiettivo alla portata: Tortona difende bene e ha fatto del PalaFerraris un notevole fortino (8 successi nelle ultime 9 gare, anche se l’unico ko proprio contro le vu nere). Chi passa troverà la vincente fra Venezia (4) e Reggio Emilia: sulla carta l’incrocio più equilibrato. Gli orogranata provengono infatti da una stagione di ricostruzione che per qualche settimana li ha visti perfino in testa alla graduatoria, hanno conclamata esperienza playoff – nona partecipazione di fila – e un atletismo – soprattutto con Tucker e Kabengele – che dalle parti del Taliercio non si vedeva da tempo. La Reggiana di Dimitris Priftis è altrettanto rinnovata, conta su un terminale offensivo come Langston Galloway – season high da 38 punti – ma non ha un roster altrettanto profondo. Freccia verso Venezia, in quattro o cinque gare.

Dall’altro lato c’è l’Olimpia (2), che affronterà l’Aquila Trento (7) in una suggestiva riedizione della finale 2018. A parte l’intramontabile Toto Forray, di quell’Aquila però resta poco: coach Galbiati ha già realizzato una mezza impresa qualificandosi ai playoff senza Andrejs Grazulis, la stella della squadra (infortunio al ginocchio e stagione finita). Centrato l’obiettivo, Trento ha ceduto di schianto perdendo con 35 punti di scarto medio nelle ultime due partite. Visto il divario tecnico e di forma fisica – per Milano 7 vittorie nei 7 match conclusivi – questa rischia di essere l’unica serie in grado di finire tanto a poco. Se rispetteranno il pronostico, i ragazzi di Messina aspetteranno una fra Brescia (3) e Pistoia (6). Teoricamente la prima, a lungo capolista della stagione regolare fino a una minicrisi di primavera. Sotto la regia di Della Valle, con un roster affiatato dalla conquista della Coppa Italia nella passata edizione, la Leonessa è una potenziale outsider per lo scudetto: coach Magro però dovrà prendere tutte le precauzioni del caso per non sottovalutare Pistoia. Magnifica neopromossa, eppure già realtà di questo campionato. Nicola Brienza in panchina ha architettato un capolavoro e sul parquet la coppia Willis-Moore, con un valido supporting cast, sta abituando a grandi traguardi. Non inganni il fattore campo: i toscani in trasferta hanno vinto più partite che in casa (8 a 7). Il rebus è quanta benzina gli è rimasta in corpo. Ma se saranno capaci di forzare la serie fino a gara-5, non vorremmo essere nei panni di Brescia.

E in prospettiva scudetto? Assodate le solite super-favorite, va distinto il loro momento di forma. Bologna quest’anno era partita a mille, alzando la Supercoppa italiana e scatenandosi in Eurolega. Poi l’inverno ha sgonfiato i ragazzi di Banchi, implosi in Coppa Italia e fuori dalle migliori otto in Europa: lo spareggio beffa contro il Baskonia lascia ancora le cicatrici. Situazione diametralmente opposta per Milano: inizio da incubo, Eurolega buttata in partenza, roster ridisegnato in fretta e furia. Quindi una lenta ma costante risalita nel 2024: la Coppa Italia sfuggita all’ultimo tiro e il play-in europeo – impensabile, a un certo punto – soltanto all’ultima partita. Senza scudetto sarà un’annata disastrosa, ma l’inerzia è dalla parte delle scarpette rosse. Senza più Datome, ma con un Nikola Mirotic altrettanto decisivo. Certo è che ha ragione Messina: nessuna delle due – 8 sconfitte a testa – ha dominato la Serie A come nella storia recente. E in caso di inciampi, c’è chi è pronto ad approfittarne. Da Brescia a Venezia, praticamente per tutto il nord del basket.

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