Conte: “Il Pd sbaglia a trasformare il 2 giugno in una festa di parte. Toti si dimetta”

Il leader del M5s parla di una nuova “Tangentopoli diffusa, dalla Liguria a Piemonte, Puglia e Sicilia”, Poi manda stoccate ai dem in vista delle europee. “Noi coerenti a differenza di altri. Non saremo in piazza con loro contro il premierato e l’autonomia”

Da un lato attacca il governo, lo definisce “ridicolo” per la vicinanza espressa al governatore Giovanni Toti (“come può restare presidente? Deve lasciare”), evocando gli spettri di una nuova “Tangentopoli diffusa”. Dall’altra manda stoccate al Pd, dal 2 giugno alle candidature per le europee. Siamo di fronte a “una degenerazione della classe dirigente: dalla Liguria alla Puglia, dal Piemonte alla Sicilia“, dice Giuseppe Conte, intervistato da La Stampa, con riferimento alle recenti vicende giudiziarie. “Siamo a un bivio, se come politici non riusciremo a esprimere un sussulto di dignità, a trovare anticorpi efficaci e ad affrontare con rigore questa degenerazione, finiremo solo col prendercela con la magistratura, lamentandoci dell’invadenza dei pm nella sfera politica”, aggiunge.

In Puglia, tuttavia, pochi giorni fa si è votata la mozione di sfiducia al governatore Emiliano, avanzata dal centrodestra locale. Il M5s ha votato contro, contribuendo (Azione) al salvataggio del presidente pugliese. Il leader del M5s comunque ne ha un po’ per tutti. Parteciperà alla manifestazione del Pd in programma il due giugno contro premierato e autonomia differenziata? “E’ complicata una piazza unitaria negli ultimi giorni di campagna elettorale”, risponde l’ex premier. Ma soprattutto: “Sbagliato ridurre la festa della Repubblica, che è di tutti, a una giornata di parte”. Un messaggio a Elly Schlein. Non l’unico.



A proposito delle liste europee e di chi ritiene deboli quelle del M5s, Conte spiega poi che “noi non costruiamo le liste inserendo gli acchiappavoti. A differenza di altri, noi non abbiamo aperto a sensibilità distanti dalla nostra linea politica, che ti compromettono a livello di coerenza”. Si riferisce a Cecilia Strada e Marco Tarquinio, candidati dem e in aperto contrasto con le istanze portate avanti dal Nazareno fino a ora, in particolare sulla guerra in Ucraina. “Ma vale anche per Vannacci e la Lega”, precisa Conte. “Noi abbiamo fatto una scelta diversa con Biggeri, Tridico, Morace e Antoci, che ci danno una valore aggiunto. Chi vota M5s sa per quali obiettivi vota: per la pace, contro il precariato, per la transizione energetica”.




L’ex premier poi torna a difendere il suo Superbonus, che il ministro Giorgetti ha paragonato al disastro del Vajont. “Se così fosse il leghista dovrebbe dimettersi, da tre anni il Superbonus lo sta gestendo lui”. L’ultimo passaggio è dedicato alla Rai, su cui talvolta il M5s ha trovato una certa consonanza con il governo. “La legge che assogetta la governance della tv pubblica al governo non l’abbiamo scritta noi. Noi saremo sempre contrari a oogni compressione della libertà di informazione”.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.