Le catene di Ilaria Salis: Fratoianni tratta per candidarla capolista nel nord-ovest con Avs

Dopo il no al Pd riprendono le manovre segrete per far correre l’italiana detenuta a Budapest. L’annuncio era atteso già domenica a Roma. Roberto Salis continua a stare in stretto contatto con i vertici di Avs

Ilaria Salis capolista alle europee nel nord-ovest con Avs, il cartello rossoverde di Sinistra italiana e Verdi. L’operazione – data per chiusa – doveva essere annunciata già domenica scorsa, durante l’iniziativa a Roma il “Coraggio di osare”.

L’idea di candidare l’insegnante italiana reclusa da 13 mesi in Ungheria (e mostrata in catene) per aver aggredito due militanti di estrema destra, è ripartita dopo il goffo tentativo del Pd. Che prima ha fatto trapelare la notizia, poi ci ha fatto montare su un dibattito interno, salvo dire, con Schlein, “che non era in campo”. Fratoianni e compagni invece si stanno muovendo con passo felpato. Vecchia scuola.


Roberto Salis, padre di Ilaria, prima di chiudere la pratica con il Pd, incontrandone la segretaria, aveva criticato proprio con il Foglio la gestione del Nazareno di questa faccenda (“non si crea un dibattito sulla pelle di mia figlia, se tutti non sono d’accordo: nelle aziende non funziona così”). A Schlein inoltre aveva detto che Ilaria, nonostante la possibilità di uscire dal carcere grazie a un seggio sicuro a Strasburgo, ringraziava il Pd ma non era attratta da quel partito, provenendo, d’altronde, dall’estrema sinistra. Nel frattempo i riflettori su papà Salis si sono spenti, così come i suoi attacchi all’Ungheria orbaniana (al punto che gli è stato consigliato di non partecipare due settimane fa alla trasmissione di Monica Maggioni “In mezz’ora”).

Nel frattempo si sono rimesse in moto le diplomazie di Sinistra italiana: con il leader Nicola Fratoianni e il senatore Giuseppe De Cristofaro. La trattativa Sinistra italiana-Salis viene confermata al Foglio dal segretario regionale lombardo di Si, Paolo Matteucci e dal consigliere regionale al Pirellone Onorio Rosati. Entrambi dicono: “C’è questa eventualità, tanto che il capolista nel nord ovest ancora balla. Non possiamo confermare né smentire perché i contatti diretti con il padre di Ilaria sono gestiti da Fratoianni”. Stesso discorso viene confermato da dirigenti nazionali che preferiscono restare nell’anonimato. “Nick il rosso”, intercettato in Transatlantico, da politico navigato qual è dice: “Oggi, martedì, la candidatura non c’è, domani non si sa”.


Il padre di Salis, gli avvocati di Ilaria e la donna detenuta a Budapest (ovviamente non direttamente) sono in contatto con Fratoianni. Insieme valutano, ancora una volta, i pro e i contro di questa candidatura. Con una fattispecie ulteriore. Se Avs dovesse incassare il via libera senza riuscire a superare la soglia del 4 per cento il danno sarebbe clamoroso. I sondaggi dicono il contrario, visto che danno il cartello rossoverde oltre la soglia di sbarramento anche nel limite inferiore della forbice. Dopo Ignazio Marino (al centro), Leoluca Orlando (nelle isole) e Mimmo Lucano (al sud), il nome di Ilaria Salis sarebbe visto con cinismo – al di là della battaglia di merito – come un colpaccio.

Anche perché, piccoli e maliziosi dettagli emersi con le fonti contattate per scrivere questo articolo, sarebbe il manuale di come gestire a sinistra un caso così scottante e pieno di ripercussioni nazionali e internazionali. Il Quirinale infatti ha risposto all’appello di Roberto Salis, esponendosi. E anche Giorgia Meloni, dopo mesi di silenzio, ha detto che il governo è intervenuto per garantire un trattamento adeguato ai propri cittadini, ma ha ribadito che “non può interferire direttamente con la magistratura, poiché vigono lo stato di diritto e l’autonomia della magistratura”. Nei piani di Palazzo Chigi e della Farnesina c’è l’ipotesi espulsione della donna dopo la condanna. Tuttavia la candidatura con Sinistra italiana e Verdi può rimettere in discussione tutto.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d’autore.

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