Meloni vola a Bruxelles e brinda a Ventotene con i suoi: “Non capisco cosa ci sia di offensivo”

La premier arriva nella capitale belga per il Consiglio europeo. Salta un evento con Tajani e Lollobrigida per cenare con la delegazione di Fratelli d’Italia nell’albergo dove risiede anche il ministro degli Esteri, ma si trincera con i suoi. Con i giornalisti torna sul discorso alla Camera: “Ho fatto arrabbiare? Non capisco cosa ci sia di offensivo”
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Schlein: “Meloni complice della disgregazione Ue”. Conte: “ReArm piano folle, trappola per l’Italia”

“La premier è commissariata dalla Lega”. Su Ventotene “ha deciso di oltraggiare la memoria, non accetteremo tentativi di riscrivere la storia”, dice la segretaria del Pd alla Camera. “Fa gli interessi degli amici o dell’Italia?”. Il leader del M5s: “Meloni irriconoscente, se oggi siede al Consiglio Ue è grazie a Spinelli”
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I toni bassi di Meloni con i due Mattei (Renzi e Salvini)

In Senato la premier bolla i dazi europei come “una rappresaglia” contro Trump e definisce “roboante” il piano ReArm di von der Leyen. Glissa davanti agli attacchi di Renzi, ma poi alla Lega manda un paio di messaggi in bottiglia, dopo aver portato a casa la risoluzione comune
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Orbán premia Salvini

Il leader leghista sarà insignito dal premier ungherese con un trofeo di valore (20 mila euro). La menzione: “Meriti eccezionali nella difesa della libertà e dell’indipendenza delle nazioni europee e della cultura cristiana”
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Niente balle sulla difesa italiana. Parla Guido Crosetto

“La minaccia russa? Continuerà a esserci. Gli eserciti europei in Ucraina? Dobbiamo tenere dentro la Nato, a tutti i costi. Il pacifismo? Basta buttare benzina sul fuoco per due voti in più”. A colloquio con il ministro della Difesa
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Schlein impone la sua linea alla risoluzione sul Rearm Eu. “Un piano fatto male”, dice Boccia

“Il piano va radicalmente cambiato”. Della risoluzione del Pd la segretaria pretende di non cambiare neppure un avverbio. Un modo per ripadire, dopo la divisione dei dem a Strasburgo, che la linea del Pd sul piano di Ursula è la sua: sì alla difesa europea, no al riarmo nazionale. I riformisti costretti a ingoiare il rospo. Ma oggi alla Camera qualcuno potrebbe votare il testo di Azione

La destra pugliese in crisi contro il sistema Emiliano

Alle regionali emergono tutti i limiti del centrodestra. Marcello Gemmato preferisce non mettersi alla prova, pur essendo il candidato naturale, lasciando spazio a Enzo Magistà, storico direttore di Telenorba e vicino al presidente uscente. E nelle città non va meglio
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Proteggere l’Europa senza farsi dividere. Chiacchiere con Lollobrigida

Difendere l’interesse nazionale senza cadere nelle divisioni e puntando su un’Ue più forte (e senza unanimità). A-trumpismo? “I paesi che esportano valori democratici devono rispondere con intelligenza, non con maggiore protezionismo. Le minacce non vanno enfatizzate ma neppure sottovalutate”. Parla il ministro dell’Agricoltura

Indovina chi viene in piazza per l’Europa

L?appello di Michele Serra, la risposta di una sinistra che vuole esserci, confusa ma insieme. Giovani, i grandi assenti. Tipi, bandiere, tic, lessico, pensieri e nostalgie di un sabato pomeriggio nel cuore di Roma. Una mappa
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Perché l’occidente deve riconquistare l’orgoglio perduto

La storia della civiltà occidentale è una storia di progressi, di errori riparati, di estremismi combattuti, di libertà difese. Per questo il vero wokismo che serve è avere un occidente ottimista rispetto al futuro. La gran lezione di Ayaan Hirsi Ali
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La pace del cuore e quella delle armi

Valori ed emozioni volatili hanno sostituito senso del reale e concetti politici razionali. Ma cercando il meglio di un?Europa disarmata, i benintenzionati preparano il peggio. Lo spettro, con varianti, del 1938

Un enorme interrogativo blu sulla “piazza per l’Europa”

Il grosso punto di domanda evocato da Michele Serra si stende sulle certezze mancanti di Piazza del Popolo e prima di tutto sul Pd che arriva alla manifestazione diviso ma unito sotto il cappello ecumenico dell’evento. Bello, ma adesso che si fa?
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Due anni di Schlein spiegati con la folle posizione del Pd su una grande riforma chiamata Jobs Act

Dall’inizio del suo mandato la segretaria ha scelto di rendere negoziabile il suo europeismo. Ha scelto di rendere negoziabile il suo antifascismo, promuovendo una classe dirigente timida sulla difesa dell’Ucraina. E ha scelto di schierarsi contro le imprese, contro gli imprenditori, e contro il lavoro, promuovendo un referendum che punta ad abolire la più importante riforma liberale negli ultimi dieci anni
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Messaggio leghista a Salvini: al congresso troppi meridionali

La mozione di Alberto Stefani fa il giro del Carroccio e piace a tutti. Riecheggiano parole dimenticate e l’invito a non svilire la questione identitaria. Si parla di battaglia federalista, con un colpo di scena: Favero dice che va ripensata anche in chiave comunitaria, servono gli Stati Uniti d’Europa
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Vieni avanti Salvini

Vota no al piano Ursula, ma il governo se ne impipa. Twitta come un ossesso e governa come un soprammobile. Lui è un uomo di spettacolo, non appartiene alla politica, quella fatta di strategie, compromessi e responsabilità. È il trionfo dell’inconseguenza
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Il momento Comiso di Elly Schlein

Europeismo fiacco e vago, travestito da “momento Ventotene”. Perché la goffa mutazione genetica del duo Pd-Rep. raddoppia gli errori e le ambiguità fatali di ieri
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