Dopo il tonfo seguito al licenziamento di De Sarno, il gruppo di Pinault cerca una stabilizzazione. E nonostante il crollo degli utili, risale. Il settore è solido o solo too big to fail? Perché gli analisti credono ancora nel lusso
Trentuno anni, una borsa che è un caso internazionale. L’ansia di dover fare tutto da solo (“con l’aiuto della psicoterapia, la consiglio a tutti”), le necessarie consulenze lontano, la base a Cesena, le sfilate che contano meno, e non solo per una questione di disponibilità: “Oggi bisogna stabilire connessioni reali”
Sorpresa: dalla Francia all’Italia, venerabili istituzioni come il Louvre e Palazzo Corsini, sede dei Lincei, si accorgono del valore mediatico e, incredibilmente, scientifico, di un modello e di un sistema che fino a questo momento a malapena tolleravano. Ma i tempi cambiano, e il consenso popolare è diventato una necessità
Dire che la moda sia oggi ancora rilevante è molto difficile, considerando che, come il cambiamento climatico, anche nella moda e nel cosiddetto lusso si è innescato una sorta di suicidio per aver lasciato le redini in mano al consumatore e aver perso il controllo della catena de valore della moda
Kevin Germanier sogna Dior ma sa anche che in questo momento aprire una propria attività è estremamente difficile e mantenerla uno sforzo epico: “Se un giovane mi chiedesse come fare adesso a lanciare un suo brand gli direi di lasciar perdere” dice
Da Calvin Klein a Tommy Hilfiger, fino a Canada Goose e Steve Madden. I piani del tycoon si stanno rivelando un boomerang innanzitutto per i brand americani, specialmente per la quantità di beni che provengono da Cina, Messico e Canada
Tramonta ormai anche il format dell’incontro allargato, della grande riunione dove centinaia di persone ascoltano più o meno sempre gli stetti relatori seduti dietro un tavolo. Meno partecipanti, più networking
Passato il momento di idillio dei social, per tanti marchi il 2025 sarà il momento giusto per ripensare la presenza e la comunicazione sulle piattaforme, dove l’interazione è ormai polarizzata al massimo. Senza trascurare la possibilità di ritornare alle più tradizionali riviste
I tempi giusti, i modi perfetti, gli ?ambassador? che un tempo si chiamavano testimonial ma adesso devono ?sposare i valori del brand? e soprattutto non danneggiarli. Ecco i risultati della ricerca ?Relevance&Reputation 2024? sui social sviluppata da Comin&partners in collaborazione con ?Il Foglio della moda?, per la prima volta su scala internazionale
A due anni esatti dalla nomina e a una settimana dalla sfilata che inaugurerà la fashion week di Milano il 25 febbraio il brand e il direttore creativo si separano
Riflessioni su una stagione parigina dove, a dispetto della crisi e di molti nomi spariti, chi è rimasto ha puntato al lusso assoluto, alle lavorazioni di centinaia di ore, i tessuti unici. Con un unico spartiacque: l’attenzione per la realtà quotidiana, o la fuga nel regno della letteratura e del cinema
Mentre la multinazionale di Bernard Arnault archivia un 2024 in lieve flessione a dispetto del recupero nel quarto trimestre, si moltiplicano le speculazioni attorno alla direttrice creativa di Dior, la più ricercata da tutti i tycoon della moda in crisi. Gli scatoloni risultano fatti, e a Roma c’è anche il Teatro della Cometa acquistato con la famiglia
Dalla tesa rigida di quel ?boater? (in francese ?canotier?, ?gondoliere? in italiano) spuntava un sorriso quando proprio non poteva farne a meno. Storie di donne e copricapi
Melania incede come una regina, difesa da un abito accollato e soprattutto da un cappello a tesa larga, mentre Lauren Sánchez espone la mercanzia. Non sarebbe piaciuta a Hitchcock, ma forse al filosofo tedesco sì
In un momento di incertezza totale e di ?fine dell?extra?, solo l?innovazione di prodotto possa invertire la tendenza, fra le strade del lusso mondiali dove anche il pubblico ricco vede sfilate il ?tutto identico?
Eventi, boutique allestite come biblioteche. Nell?anno della crisi strutturale e mentre il governo vara un piano di aiuti per 200 milioni destinato alle piccole imprese, ecco come si evolve il sistema narrativo della moda e la rappresentazione delle collezioni. Per piccoli gruppi specifici o anche folle, come in un concerto rock
La moda è cambiata moltissimo nella sua essenza, nella comunicazione e nel campo d’azione. L’elemento più interessante sono i nuovi confini della sua rappresentazione
“Oggi chi entra ancora in una biblioteca? Eppure, per la mia moda tutto ha avuto inizio fra scaffali pieni di libri”, dice Satoshi Kuwata, neo-quarantenne, designer ospite di Pitti, che ha scelto di sfilare alla Nazionale di Firenze, attutendo il rumore dei passi dei modelli e degli ospiti con i tatami: “È ora di tornare all’essenzialità”
Tra i nomi che danno speranza ci sono Craig Green, Samuel Ross/A-cold-wall, Lemaire e Prada che possono essere considerati un esempio di come funzionalità ed estetica si definiscano a vicenda
Conversazione fattuale e ironica con Claudia Campone, designer di superfici di vendita pop e boutique del lusso, fra percorsi obbligati e che, nonostante la teatralità degli allestimenti e il consueto diktat contemporaneo sulla “narrativa”, finiscono sempre in bocca al minotauro: la cassa
La fondatrice del celebre marchio di moda è morta oggi a novantatré anni. Testimone di una vita di passione e innovazione, ha saputo coniugare stile, famiglia e un’imprenditoria senza compromessi, diventando un simbolo del Made in Italy nel mondo
Non la indosseranno più le signore, ma qualcun altro sì. Il declino di un simbolo del lusso, l’ipocrisia e la sostenibilità