Il “modamercato” è una brutta idea

Il continuo scambio di teste fra i grandi gruppi sta disorientando i clienti e annullando le differenze che dovrebbero permettere alle brand communities di scegliere, e di pagare i favolosi sovrapprezzi senza ridere
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Perché il volto di Deva Cassel non ha mistero

I film non hanno bisogno solo di volti belli, ma di volti che raccontino e che siano credibili in qualsiasi epoca e situazione. E se vediamo gli attori in ogni momenti della loro vita, dai red carpet a mentre si allenano in palestra, è ovvio che stoni vederli interpretare personaggi
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I nodi un po’ dimenticati della trattativa Versace-Prada

E’ un ottima cosa, ma non può prescindere da una valutazione caratterial-psicologica e non solo strategica. Donatella Versace vive nel culto del fratello. E nel pregresso dell’acquirente ci sono Jil Sander e Helmut Lang
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Come riscrivere i treni, prima ancora dei libri

Intitolato a Laura Bassi Veratti, fisica insigne, prima professoressa universitaria in Italia e in Europa, un convoglio alta velocità Italo. Ne seguiranno altri. Insieme al supporto al progetto “Donne nelle STEM” del “Foglio della Moda”
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Il bello deve essere imperfetto

Per Izumi Ogino, notissimo per le sue figure enigmatiche e ultraterrene che fondono elementi umani e spirituali, arte e moda sono molto di più, sinonimi di bellezza assoluta. L’incontro tra raffinatezza giapponese e audacia italiana
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Quando Valentino ci fasciava il seno

Un pomeriggio con Simonetta Gianfelici e Marpessa Hennink a parlare di un’estetica che nella moda non è mai davvero cambiata, e dove impera il “tokenism” (una donna non conforme, una agé, una alternativa). “Oggi molte minoranze sono rappresentate perché rispecchiano un bacino di nuovi consumatori”
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L’atto di vestirsi è cultura in prospettiva

Il distacco dalla ricerca della bellezza convenzionale per abbracciare una visione più dinamica e trasversale, influenzata da sottoculture e arte. Tradurre la moda in linguaggi visivi, sottolineando l’importanza di una narrazione autentica che unisca estetica, cultura e contesti sociali
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Estetiche di ritorno. Il progressivo ritorno alla dimensione corretta del lusso

Se nello stile presentato sulle passerelle tira aria di restaurazione, con uno sguardo fin troppo pedissequo agli Anni Cinquanta e la fine certificata del woke anche fra le modelle, le strategie in corso vedono un forte recupero della gestione famigliare e nella comunicazione il progressivo abbandono delle ?community? oceaniche. E almeno in questo, non si tratta di uno sguardo verso il passato
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Kering perde quota, ma cresce in borsa. Ragioni possibili

Dopo il tonfo seguito al licenziamento di De Sarno, il gruppo di Pinault cerca una stabilizzazione. E nonostante il crollo degli utili, risale. Il settore è solido o solo too big to fail? Perché gli analisti credono ancora nel lusso

La Romagna di Federico Cina, finalista LVMH Prize, premiato dal Fashion Trust

Trentuno anni, una borsa che è un caso internazionale. L’ansia di dover fare tutto da solo (“con l’aiuto della psicoterapia, la consiglio a tutti”), le necessarie consulenze lontano, la base a Cesena, le sfilate che contano meno, e non solo per una questione di disponibilità: “Oggi bisogna stabilire connessioni reali”
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La grande rivalutazione della moda

Sorpresa: dalla Francia all’Italia, venerabili istituzioni come il Louvre e Palazzo Corsini, sede dei Lincei, si accorgono del valore mediatico e, incredibilmente, scientifico, di un modello e di un sistema che fino a questo momento a malapena tolleravano. Ma i tempi cambiano, e il consenso popolare è diventato una necessità
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La moda tra orizzonti di gloria e processi di autodistruzione

Dire che la moda sia oggi ancora rilevante è molto difficile, considerando che, come il cambiamento climatico, anche nella moda e nel cosiddetto lusso si è innescato una sorta di suicidio per aver lasciato le redini in mano al consumatore e aver perso il controllo della catena de valore della moda
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Ricicli glamour. Il ragazzo delle perline cinesi e io

Kevin Germanier sogna Dior ma sa anche che in questo momento aprire una propria attività è estremamente difficile e mantenerla uno sforzo epico: “Se un giovane mi chiedesse come fare adesso a lanciare un suo brand gli direi di lasciar perdere” dice
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TikTok, incidenti domestici e tubi di rossetto Saint Laurent

Passato il momento di idillio dei social, per tanti marchi il 2025 sarà il momento giusto per ripensare la presenza e la comunicazione sulle piattaforme, dove l’interazione è ormai polarizzata al massimo. Senza trascurare la possibilità di ritornare alle più tradizionali riviste
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Sfilo, dunque sono. L’epoca della rilevanza

I tempi giusti, i modi perfetti, gli ?ambassador? che un tempo si chiamavano testimonial ma adesso devono ?sposare i valori del brand? e soprattutto non danneggiarli. Ecco i risultati della ricerca ?Relevance&Reputation 2024? sui social sviluppata da Comin&partners in collaborazione con ?Il Foglio della moda?, per la prima volta su scala internazionale
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Haute couture oggi. La sfida dell’impossibile

Riflessioni su una stagione parigina dove, a dispetto della crisi e di molti nomi spariti, chi è rimasto ha puntato al lusso assoluto, alle lavorazioni di centinaia di ore, i tessuti unici. Con un unico spartiacque: l’attenzione per la realtà quotidiana, o la fuga nel regno della letteratura e del cinema
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Il risiko del gruppo Lvmh attorno a Maria Grazia Chiuri

Mentre la multinazionale di Bernard Arnault archivia un 2024 in lieve flessione a dispetto del recupero nel quarto trimestre, si moltiplicano le speculazioni attorno alla direttrice creativa di Dior, la più ricercata da tutti i tycoon della moda in crisi. Gli scatoloni risultano fatti, e a Roma c’è anche il Teatro della Cometa acquistato con la famiglia
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