“Il taglio dell’immagine è sempre pensato per restituire un punto di vista ravvicinato e intimo, a tratti soffocante: una prospettiva non neutra, un corpo a corpo, dove la troppa vicinanza finisce spesso per togliere chiarezza, più che rivelare”. Il racconto dell’artista e due mostre previste in autunno
Con il ciclo STRESS e la collaborazione con l’Archivio Aldo Mieli, l’artista affronta i temi della libertà e della memoria collettiva, per un’arte che non sia solo decoro ma resistenza critica
Dalla teoria della balena ai canti nei paesaggi, passando per sagome di carta e cammini rituali: “Cerco relazioni, storie, trasformazioni. Ogni progetto è un organismo vivente. Il mio studio? Un luogo dove immaginazione e corpo si intrecciano per diventare arte”