“Quando approccio alla scultura e allo spazio in generale, faccio in modo che rimanga la presenza pittorica, alcune volte anche in maniera impercettibile, spesso anche solo come gesto stilistico”, ci dice l’artista goriziano
“Ho cominciato a fare l’artista per la felicità di farlo, o per paura dell’infelicità di non farlo”. Dalla disciplina della traduzione alla gioia della creazione. E il mare come metafora del fallimento eroico, comico e poetico. “Le mie opere sono strumenti di liberazione e il gioco ne è un elemento fondamentale”
“Creo oggetti per la sopravvivenza e il controllo”, lo scultore si racconta. Dal cinema sci-fi alla ricerca e il recupero dei materiali industriali: così trasforma il rifiuto in visioni inquietanti