Nelle Mie prigioni cercavo un passo illuminante sul fallimento dell’istruzione carceraria, e invece trovo un ritratto perfetto del nostro dibattito sui social, sempre identico a se stesso
Nel giugno del 1997 Salvatore Ferraro fu arrestato e si fece sedici mesi di prigione da presunto innocente. Vi propongo un passo dal suo raccontino “La leggenda della nascita del carcere”, che si legge nel suo memoriale
Un gioco da ombrellone: trasformare cantanti e romanzieri in improbabili coppie sanremesi. Da Nabokov agli 883, ecco una scaletta immaginaria fatta di legami inaspettati tra libri e musica
Nella maggior parte dei casi il cantautore italiano medio ama mostrarsi come un “Edipo senza complesso”, raccontando la mamma in toni melensi, stereotipati e immuni a un secolo di psicanalisi. Ma ci sono rare e preziose eccezioni
Invito a leggere le parole di Bernard Lewis, storico e orientalista britannico. Vi sembreranno scritte oggi, e invece risalgono al 1986 (basta solo cambiare due parole)
Negli scritti di Judith Butler l’identità sessuale e quella etnico-nazionale sono catturate in un gioco di specchi. Nasce così una doppia contrapposizione: ebreo senza patria (libero ed emancipato) contro ebreo etnico (e dunque razzista), persona queer contro persona confinata nell’eteronormatività. Questo in filosofia. Nella vita reale è più complicato
Israele, dicevamo, è diventata un mito che compendia colonialismo, capitalismo, supremazia bianca e cambiamento climatico. La Palestina è svuotata di ogni contenuto storico e politico concreto. Il caso di una conferenza di donne che rischiava di degenerare in una babele intersezionale, in cui i conflitti si sono appianati grazie a una cosa: una mozione contro Israele
I lavori di ammodernamento che i partiti italiani avevano tentato dagli anni Novanta in poi, ora sono trattati come abusi edilizi: a destra si sgombra dagli ultimi cimeli l’attico liberale-liberista di berlusconiana memoria; a sinistra sono tutti rivolti ad abbattere l’ecomostro del renzismo
Nei trent’anni successivi, con e senza toga, Nordio ha sempre sostenuto la necessità della separazione. E allora: come mai perfino un magistrato dalle convinzioni così salde ha dovuto piegarsi, in un determinato momento della sua carriera, alle ragioni di corporazione?
Dalle magliette ai video pedagogici, fino allo “scoop” sull’appello di Nordio contro la separazione delle carriere nel ’94: c’è un evidente difficoltà nell’organizzare la propaganda contro la riforma. La ragione è piuttosto semplice: non se l’aspettavano
Rimasi incantato da un suo libro di fine anni Ottanta, “Madri di morte”, e da lì provai a estorcergli per via epistolare anche le pagine che ancora non aveva scritto. Da allora abbiamo dialogato su tantissime cose. Ci ha lasciati a pochi giorni dal centocinquantenario del suo maestro
Tanto gli bastò per comprendere che “il carcere ha il fine dichiarato di punire il delinquente (…), ma anche quello non confessato di logorare la sua salute e dunque in parole povere di ucciderlo”
“Guagliuncella” non ha nulla dello sgradevole lolitismo che andava di moda nella canzone, nel cinema e nel romanzo italiani degli anni Sessanta e Settanta. E’ una serenata a una ragazzina che sfreccia in bicicletta, ed è un brano musicalmente spigliato, esilarante, felice
Passino quelli che difendono la rapporteur per proteggere l’Onu dall’assalto di Trump. Il problema è chi non vede che porta avanti una visione imbevuta del terzomondismo più stantio, che “sta alla questione israelo-palestinese come Alessandro Orsini a quella russo-ucraina”
Ognuno si foggia nella testa un archetipo, a volte per esecrarlo, a volte per tesserne un elogio strumentale. Per tenersi fuori da questo fuoco incrociato di proiezioni e allucinazioni, c’è il nuovo libro di Anna Momigliano sulla società israeliana contemporanea, Fondato sulla sabbia
La guerra di Gaza ha esasperato l’andazzo, dando vita a esibizionismo dell’empatia, esami di coscienza non richiesti e occasioni per fingersi Primo Levi. In ogni caso, l’ego dell’intellettuale ostruisce del tutto la visione dei palestinesi. Ma c’è chi si spinge anche oltre
Da decenni ormai il processo è un poderoso dispositivo narrativo che vuole dare forma al racconto della vita nazionale. Non ce ne accorgiamo nemmeno più. Ecco perché un premio giornalistico conferito a un magistrato non fa notizia
Il locale romano ha annullato una conversazione sull’antisessismo con un comunicato che è un distillato di cultura woke. La presa di posizione delle due intellettuali contro i riflessi condizionati della propria bolla è un piccolo manifesto che trasforma un circolo vizioso in un circolo virtuoso
Dalla prima comunione del giudice Sepe ai talk show in prima serata, i magistrati hanno perso l’aura di eccezionalità. Oggi l’anomalia non è più la toga in Tv, ma il fatto che non ci sembri strano
La magistratura associata farà tutto ciò che è in suo potere (non poco) per sabotare e svuotare la riforma. Occorre essere vigili, anche perché l’informazione giudiziaria drogata attribuirà alla separazione tutti i guasti della giustizia. Per vederne i frutti ci vorrà almeno una generazione, anche due
Nordio ha annunciato di aver avviato la procedura di acquisto di mille congelatori da installare nei penitenziari. Un’inadeguatezza surreale e una frivolezza insultante. Ma è possibile che gli italiani seguano in maggioranza le convinzioni di Meloni e di Conte, della Verità e del Fatto su quest’atroce emergenza?