Invito a leggere le parole di Bernard Lewis, storico e orientalista britannico. Vi sembreranno scritte oggi, e invece risalgono al 1986 (basta solo cambiare due parole)
Negli scritti di Judith Butler l’identità sessuale e quella etnico-nazionale sono catturate in un gioco di specchi. Nasce così una doppia contrapposizione: ebreo senza patria (libero ed emancipato) contro ebreo etnico (e dunque razzista), persona queer contro persona confinata nell’eteronormatività. Questo in filosofia. Nella vita reale è più complicato
Israele, dicevamo, è diventata un mito che compendia colonialismo, capitalismo, supremazia bianca e cambiamento climatico. La Palestina è svuotata di ogni contenuto storico e politico concreto. Il caso di una conferenza di donne che rischiava di degenerare in una babele intersezionale, in cui i conflitti si sono appianati grazie a una cosa: una mozione contro Israele
I lavori di ammodernamento che i partiti italiani avevano tentato dagli anni Novanta in poi, ora sono trattati come abusi edilizi: a destra si sgombra dagli ultimi cimeli l’attico liberale-liberista di berlusconiana memoria; a sinistra sono tutti rivolti ad abbattere l’ecomostro del renzismo
Nei trent’anni successivi, con e senza toga, Nordio ha sempre sostenuto la necessità della separazione. E allora: come mai perfino un magistrato dalle convinzioni così salde ha dovuto piegarsi, in un determinato momento della sua carriera, alle ragioni di corporazione?
Dalle magliette ai video pedagogici, fino allo “scoop” sull’appello di Nordio contro la separazione delle carriere nel ’94: c’è un evidente difficoltà nell’organizzare la propaganda contro la riforma. La ragione è piuttosto semplice: non se l’aspettavano
Rimasi incantato da un suo libro di fine anni Ottanta, “Madri di morte”, e da lì provai a estorcergli per via epistolare anche le pagine che ancora non aveva scritto. Da allora abbiamo dialogato su tantissime cose. Ci ha lasciati a pochi giorni dal centocinquantenario del suo maestro
Tanto gli bastò per comprendere che “il carcere ha il fine dichiarato di punire il delinquente (…), ma anche quello non confessato di logorare la sua salute e dunque in parole povere di ucciderlo”
“Guagliuncella” non ha nulla dello sgradevole lolitismo che andava di moda nella canzone, nel cinema e nel romanzo italiani degli anni Sessanta e Settanta. E’ una serenata a una ragazzina che sfreccia in bicicletta, ed è un brano musicalmente spigliato, esilarante, felice
Passino quelli che difendono la rapporteur per proteggere l’Onu dall’assalto di Trump. Il problema è chi non vede che porta avanti una visione imbevuta del terzomondismo più stantio, che “sta alla questione israelo-palestinese come Alessandro Orsini a quella russo-ucraina”
Ognuno si foggia nella testa un archetipo, a volte per esecrarlo, a volte per tesserne un elogio strumentale. Per tenersi fuori da questo fuoco incrociato di proiezioni e allucinazioni, c’è il nuovo libro di Anna Momigliano sulla società israeliana contemporanea, Fondato sulla sabbia
La guerra di Gaza ha esasperato l’andazzo, dando vita a esibizionismo dell’empatia, esami di coscienza non richiesti e occasioni per fingersi Primo Levi. In ogni caso, l’ego dell’intellettuale ostruisce del tutto la visione dei palestinesi. Ma c’è chi si spinge anche oltre
Da decenni ormai il processo è un poderoso dispositivo narrativo che vuole dare forma al racconto della vita nazionale. Non ce ne accorgiamo nemmeno più. Ecco perché un premio giornalistico conferito a un magistrato non fa notizia
Il locale romano ha annullato una conversazione sull’antisessismo con un comunicato che è un distillato di cultura woke. La presa di posizione delle due intellettuali contro i riflessi condizionati della propria bolla è un piccolo manifesto che trasforma un circolo vizioso in un circolo virtuoso
Dalla prima comunione del giudice Sepe ai talk show in prima serata, i magistrati hanno perso l’aura di eccezionalità. Oggi l’anomalia non è più la toga in Tv, ma il fatto che non ci sembri strano
La magistratura associata farà tutto ciò che è in suo potere (non poco) per sabotare e svuotare la riforma. Occorre essere vigili, anche perché l’informazione giudiziaria drogata attribuirà alla separazione tutti i guasti della giustizia. Per vederne i frutti ci vorrà almeno una generazione, anche due
Nordio ha annunciato di aver avviato la procedura di acquisto di mille congelatori da installare nei penitenziari. Un’inadeguatezza surreale e una frivolezza insultante. Ma è possibile che gli italiani seguano in maggioranza le convinzioni di Meloni e di Conte, della Verità e del Fatto su quest’atroce emergenza?
Già Gerardo Chiaromonte mise in guardia da una concezione sbagliata delle prerogative della Commissione. Il suo “invadere terreni che non le competono” – come ha denunciato Giovanni Fiandaca al Foglio – risale a un fraintendimento sorto già negli anni Sessanta
Agnese Tumicelli, studentessa dell’Università di Trento, si è dovuta dimettere dal Consiglio studentesco per aver indossato una maglia della Barbie Brigate Rosse. Una ragazza nata nel 2003, che è del tutto libera dal potere ricattatorio che alcune idee o immagini possono aver avuto sui suoi genitori e nonni
Per un uomo di sinistra alla vigilia degli anni 70 il poliziotto era un soldato semplice, e bisognava puntare ai generali (cioè ai magistrati). Gli uni e gli altri erano parte di un unico esercito della repressione, e la destra difendeva entrambi. Le emergenze nazionali (terrorismo e mafia), e poi Mani Pulite, cambiarono la trama del film
Franz Alexander e Hugo Staub, in un volume del 1948, esplorano il mistero insondabile che avvolge non solo chi commette atti delittuosi, ma anche chi è chiamato a punirli. La dottrina psicanalitica è applicabile anche a quest’ultima vicenda
Il reporter del manifesto insinua che sia Israele a comandare nel mondo, e che Trump sia solo un burattino nelle sue mani. Il Fatto Quotidiano ieri apriva con il faccione di Netanyahu e il titolo: “Il vero padrone del mondo”. Evito le polemiche: dico solo che…
Era il lontano 1984 quando se la prese con i telefilm americani che proponevano un’immagine leale del rito giudiziario (ingannando gli italiani) e pretese che la Rai trasmettesse i processi in diretta. Non poteva prevedere che: avremmo accroccato il processo americano all’italiana; sarebbe arrivato Un giorno in pretura, ma gli italiani, invece che ribellarsi, avrebbero seguito le udienze come un telefilm
Riflessioni attorno al podcast Ulisse di Massimiliano Coccia, dedicato al padre del federalismo europeo. Il suo approccio aperto e pragmatico gli consentì di riconoscere gli errori e di ricalcolare il percorso. Un esempio di laicità. E pensare che sul Manifesto di Ventotene, a marzo, si sono fronteggiati quelli che lo venerano come un testo sacro e quelli che lo ripudiano come un catechismo bolscevico
Nel saggio “Giudici e telecamere” si leggeva che lo spettatore non sopporta l’osservazione di una procedura lenta, predilige le sintesi che portano a opinioni nette. Trent’anni dopo, l’iniziativa di un quotidiano: “Chi ha ucciso Chiara Poggi? Alberto Stasi è colpevole? Clicca e vota”