Rivolto a coloro che l’hanno sfiduciato, il premier francese ha detto che non hanno il potere di cancellare la realtà. Ma questo presupporrebbe un accordo, anche solo minimo, su quale sia la realtà. E invece a sinistra e a destra i populisti sono tutti marcusiani
“Il paziente inglese”, “Diaz” sui fatti di Genova, e poi “Sulla mia pelle” dedicato agli ultimi giorni di Stefano Cucchi e “Io capitano” sui migranti africani. Lo sberleffo è il riflesso istintivo
“Justicia artificial” è un thriller distopico-cospirativo: si immagina un futuro in cui i cittadini (spagnoli in questo caso) sono chiamati a votare sull’introduzione di un sistema che consenta di fare a meno dei magistrati, sostituiti da algoritmi
La mobilitazione per Gaza ha rivelato il principale culto del nostro tempo: icone dei martiri, assemblee dei devoti, pianti rituali, pellegrinaggi e moltissima demonologia
Propongo di rileggere Guerra di lacrime di Fruttero e Lucentini. Ne emerge un ritratto perfetto dell’altruista planetario, colui che si percepisce moralmente e intellettualmente superiore, ma tratta il terribile patire del mondo come “una mano di carte da tenere o scartare secondo utilità”
Nelle Mie prigioni cercavo un passo illuminante sul fallimento dell’istruzione carceraria, e invece trovo un ritratto perfetto del nostro dibattito sui social, sempre identico a se stesso
Nel giugno del 1997 Salvatore Ferraro fu arrestato e si fece sedici mesi di prigione da presunto innocente. Vi propongo un passo dal suo raccontino “La leggenda della nascita del carcere”, che si legge nel suo memoriale
Un gioco da ombrellone: trasformare cantanti e romanzieri in improbabili coppie sanremesi. Da Nabokov agli 883, ecco una scaletta immaginaria fatta di legami inaspettati tra libri e musica
Nella maggior parte dei casi il cantautore italiano medio ama mostrarsi come un “Edipo senza complesso”, raccontando la mamma in toni melensi, stereotipati e immuni a un secolo di psicanalisi. Ma ci sono rare e preziose eccezioni
Invito a leggere le parole di Bernard Lewis, storico e orientalista britannico. Vi sembreranno scritte oggi, e invece risalgono al 1986 (basta solo cambiare due parole)
Negli scritti di Judith Butler l’identità sessuale e quella etnico-nazionale sono catturate in un gioco di specchi. Nasce così una doppia contrapposizione: ebreo senza patria (libero ed emancipato) contro ebreo etnico (e dunque razzista), persona queer contro persona confinata nell’eteronormatività. Questo in filosofia. Nella vita reale è più complicato
Israele, dicevamo, è diventata un mito che compendia colonialismo, capitalismo, supremazia bianca e cambiamento climatico. La Palestina è svuotata di ogni contenuto storico e politico concreto. Il caso di una conferenza di donne che rischiava di degenerare in una babele intersezionale, in cui i conflitti si sono appianati grazie a una cosa: una mozione contro Israele
I lavori di ammodernamento che i partiti italiani avevano tentato dagli anni Novanta in poi, ora sono trattati come abusi edilizi: a destra si sgombra dagli ultimi cimeli l’attico liberale-liberista di berlusconiana memoria; a sinistra sono tutti rivolti ad abbattere l’ecomostro del renzismo
Nei trent’anni successivi, con e senza toga, Nordio ha sempre sostenuto la necessità della separazione. E allora: come mai perfino un magistrato dalle convinzioni così salde ha dovuto piegarsi, in un determinato momento della sua carriera, alle ragioni di corporazione?
Dalle magliette ai video pedagogici, fino allo “scoop” sull’appello di Nordio contro la separazione delle carriere nel ’94: c’è un evidente difficoltà nell’organizzare la propaganda contro la riforma. La ragione è piuttosto semplice: non se l’aspettavano
Rimasi incantato da un suo libro di fine anni Ottanta, “Madri di morte”, e da lì provai a estorcergli per via epistolare anche le pagine che ancora non aveva scritto. Da allora abbiamo dialogato su tantissime cose. Ci ha lasciati a pochi giorni dal centocinquantenario del suo maestro
Tanto gli bastò per comprendere che “il carcere ha il fine dichiarato di punire il delinquente (…), ma anche quello non confessato di logorare la sua salute e dunque in parole povere di ucciderlo”
“Guagliuncella” non ha nulla dello sgradevole lolitismo che andava di moda nella canzone, nel cinema e nel romanzo italiani degli anni Sessanta e Settanta. E’ una serenata a una ragazzina che sfreccia in bicicletta, ed è un brano musicalmente spigliato, esilarante, felice