Sembra la sceneggiatura di «Shining» eppure gli autori non sono Stephen King e Stanley Kubrick ma Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Il programma di Alleanza Verdi e Sinistra per le elezioni europee assomiglia a un film dell’orrore tra tasse, accuse di negazionismo climatico, rifugiati climatici, LGBTQIA+. Nella dicotomia tra Europa delle nazioni e Stati Uniti d’Europa c’è un terzo modello che è quello della sinistra radicale e dell’ambientalismo ideologico con ricette da brividi.
Scorrendo le quarantaquattro pagine del programma presentato per le elezioni emerge un’idea di Europa che, se realizzata, renderebbe le nazioni del vecchio continente simili al «modello Venezuela».
Nel primo paragrafo «l’Europa della pace» si propone di «fermare i piani di riarmo in corso e rilanciare le iniziative internazionali per il disarmo multilaterale e coordinato» con una visione da hippy della società che porterebbe l’Europa a trovarsi indifesa e vulnerabile. Non manca un riferimento al «genocidio del popolo palestinese in corso sulla Striscia di Gaza» (mentre non si parla degli ostaggi israeliani) e il termine «genocidio» viene utilizzato anche nel programma di «Pace terra e dignità», il movimento politico di Santoro che invoca «una riduzione bilanciata delle spese militari».
Se si può fare a meno delle armi non si può certo dire lo stesso per la «neutralità climatica», oggi «sotto attacco da parte dei negazionisti climatici, dei conservatori e della destra estrema». Da qui la necessità di spostare gli obiettivi del Green Deal dal 2050 al 2040 mettendo «fine all’era dei combustibili fossili», un obiettivo irrealizzabile a meno che non si voglia condannare al tracollo la nostra economia. Oltre al danno determinato dalle conseguenze di un sistema energetico insostenibile, anche la beffa di maggiori costi per i cittadini con la proposta di «eliminare gradualmente i Sussidi Ambientalmente Dannosi (Sad) per abolirli completamente entro il 2030» e di «adottare una carbon tax» in questo caso nei confronti delle aziende.
D’altro canto il vecchio amore per le tasse è duro a morire a sinistra come emerge dal paragrafo «L’Europa della fiscalità giusta» che è in sostanza un manifesto per l’aumento della pressione fiscale tra «una tassa sulle transazioni finanziarie», «un’imposta europea sui grandi patrimoni» (patrimoniale), «un’imposta sulle pratiche degli ultra-ricchi che favoriscono il cambiamento climatico e sui beni di lusso».
In generale, tanto nel programma di Avs che in quello della lista di Santoro, si sente forte la mano dello Stato al punto che «Pace terra dignità» sottolinea come «l’acqua è un bene comune e ne va garantita la proprietà pubblica» spiegando che «l’obiettivo principale è ridurre le perdite degli acquedotti», peccato la rete idrica colabrodo italiana sia dovuta proprio alla proprietà pubblica. C’è spazio anche per le politiche economiche che vanno da «l’Europa oltre il mercato» all’approvazione di una «direttiva quadro per un reddito minimo europeo» e, tra le proposte in campo sociale, non poteva mancare la legalizzazione della cannabis.
In materia di immigrazione la ricetta è quella di «uno spazio pubblico che possa essere liberamente attraversato e scelto come luogo accogliente in cui condurre la propria vita» (che non sarebbe più accogliente se non esistessero i confini). Ciliegina sulla torta l’immancabile riferimento all’LGBTQIA+ e la proposta di «proibire la caccia».
Per fortuna saranno gli elettori a scongiurare il rischio di un’Europa come quella immaginata dalla sinistra radicale.