David Bowie era vivo, Leo Di Caprio non aveva ancora vinto l’Oscar, non c’erano stati Covid e Lockdown, niente Brexit, Trump doveva ancora essere eletto in Usa, l’Italia non aveva saltato nemmeno un Mondiale, X si chiamava Twitter e non era di Musk. Cose successe dall’ultima vittoria del Toro in un derby, nel 2015.
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Nello sport si cercavano certezze dalla tecnologia, almeno geometriche e geografiche: ma queste sono state polverizzate in un weekend. La pallina fuori ma chiamata dentro a Monte Carlo nel match di Sinner, e i due fuorigioco di ieri a Reggio Emilia del Milan lasciano solo un grosso «mah!».
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Il Liverpool potrà anche rimontare tre gol a Bergamo, ma i suoi tifosi non riusciranno mai a eguagliare lo stendardo dei tifosi lombardi ad Anfield: «You’ll never eat polenta alone» con tanto di immagine, come nei menù dei ristoranti giapponesi.
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«Valentino Lazaro sfoggia una capigliatura fin troppo vaporosa, sembra un po’ i Jackson 5 quando uscirono negli anni ’70 con lo straordinario, strepitoso, inarrivabile Michael Jackson», Giuseppe Bisantis in Toro-Juve, Radio1.
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Periodo nero per Chiara Ferragni? Sabato era allo Zini con mamma e sorelle a tifare Cremonese ma ha vinto la Ternana 2-1.
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Napoli-Frosinone si è giocata alle 12.30 sotto un sole che spaccava le pietre ma i riflettori del Maradona erano accesi: chi paga la bolletta?
@duppli