Rigorosamente Inter

Rigorosamente Inter

L’accademia non paga, l’obiettivo record di punti non basta a Inzaghi per motivare la squadra e forse anche il pareggio del Milan ha favorito un rilassamento inconscio ma concreto. Così il Cagliari strappa un punto all’Inter, allunga la sua serie positiva (7 partite, 13 punti) e fa un piccolo ma importante passo verso la salvezza. Bravo Ranieri che ci ha creduto e dopo nemmeno mezz’ora non ha esitato a togliere l’evanescente Jankto, in campo senza fissa dimora e utilità alcuna. Con Prati ha risistemato il centrocampo ed è tornato in partita.

L’appuntamento con lo scudetto resta al derby, lunedì prossimo. L’Inter ci arriva puntuale, anzi in anticipo di 14 punti, ma dovrà vincere per la sesta volta di fila contro il Milan, se vorrà cucirsi subito sul petto la seconda stella. Sennò aspetterà qualche altro giorno, la sostanza resta la stessa. Niente nuovo record di punti, quello no, quello è andato. Le vincesse tutte, Inzaghi arriverebbe a 101. La Juventus di Conte, nel 2014 ne ha fatti 102.

Inter due volte in vantaggio e altrettante raggiunta. L’accademia nerazzurra è la ricerca esasperata del colpo, soprattutto nel primo tempo, il migliore dell’Inter. La giocata al posto del gioco. Il colpo di tacco, l’imbucata a effetto, persino la palombella di testa, spettacolare e vincente di Barella, gol annullato per fuorigioco. Tutto a beneficio anche del pubblico, festante dall’inizio quasi alla fine, quando l’intero stadio si ammutolisce sul colpo di testa di Viola, a botta sicura ma troppo centrale, fra le braccia di un incredulo Sommer. Perdere sarebbe stato troppo, eppure l’Inter ha rischiato anche quello.

Apre il tabellino, il destro ravvicinato e semplice di Thuram, innescato da Sanchez. Lo squalificato Lautaro applaude dalla tribuna, Inzaghi ritrova almeno la prima metà della ThuLa: il francese non segnava dal 16 febbraio, Lautaro dal 28 dello stesso mese. Torneranno in coppia nel derby.

Inevitabile che il gusto del colpo tolga qualcosa sul piano della concretezza, soprattutto in fase difensiva. Già nel primo tempo, l’area di Sommer era parsa meno impermeabile del solito, finché a metà ripresa Shomudorov segna il primo spareggio, sfruttando l’ottima sponda aera di Luvumbo, che fa scopa con l’incertezza dei marcatori nerazzurri Acerbi e Bastoni, troppo laschi e lontani dagli attaccanti.

Netto il fallo di mano di Mina sul colpo di testa appena entrato di Frattesi. Rigore, trasforma ovviamente Calhanoglu: 11esimo gol stagionale (9 su rigore). Dal dischetto è infallibile. E netto sembrerebbe anche il tocco col braccio di Lapadula nell’azione che porta Viola alla botta del 2-2 definitivo. L’arbitro non vede, il Var non interviene.

Chissà cosa ne pensa il presidente Fifa Infantino, visto alzarsi in tribuna per applaudire il gol di Calhanoglu.

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