Proviamo a dare un po’ di sapore poetico ai numeri che decretano il successo delle notizie sul web. Di seguito alcuni dei fatti più cliccati della settimana rivisitati e corretti
Cruciani e l’eroismo di fleximan
La penna di Cruciani e Parenzo, che attinge il proprio inchiostro dalle profondità veraci delle viscere del popolo italiano, sta mirabilmente operando una nuova mitopoiesi, la nascita di un eroe multiforme che si oppone allo sceriffo di Nottigham dello Stato: Fleximan. Per carità, senza appoggiarne l’inclinazione criminosa, semplicemente raccontandolo alla Zanzara. Un eroe senza identità, o dalle infinite identità, si taglia una testa e ne spunta un’altra, una sorta di ‘Passator cortese’ dell’era a motore. Le sue cronache si affacciano fra le pagine e i post dei giornali, ma è all’aedo Cruciani che va il merito di aver tessuto intorno a questa narrazione i fili della mitologia.
Lode all’erculeo Sinner
Ma la vera narrazione mitologica è stata scritta sui campi dell’Australian Open. Jannik Sinner ha incarnato il ruolo dei moderni eroi e ha vinto, una dopo l’altra, tutte le battaglie che lo separavano dalla vittoria. Se si parla di tennis l’Italia è oggi il paese più importante al mondo. E intanto, come sempre accade, il demone dell’invidia cerca una strada per scalfire la statua dell’eroe, con sofismi legati alla residenza fiscale o a all’origine sudtirolese. Noi possiamo solo dire grazie Jannik.
I ceppi di Ilaria Salis
L’immagine di Ilaria Salis in tribunale con i ceppi ha scoperchiato la pentola dove bolle l’amaro brodo delle condizioni dei carcerati. Non si può tradire la nostra antica tradizione dell’humanitas e non battersi perché chi è detenuto abbia diritto a condizioni umane. Ci sono vari casi di italiani detenuti in condizioni pietose in Paesi stranieri. E non si può dire con troppa certezza che le nostre carceri siano sempre migliori. Il caso della Salis è diverso e ne parliamo solo perché, per l’intreccio ideologico con cui è intessuto, ha trovato una vita mediatica, che sembra l’unica a contare in questa strana contemporaneità. I migliori auguri a lei e agli altri italiani detenuti all’estero di essere giudicati innocenti.
Mobilità dolce
Il sapore disgustoso del nuovo linguaggio si fa particolarmente acre sulla lingua quando accettiamo di accoglierci sopra questa espressione che hanno sintetizzato nei perversi alambicchi della nuova ideologia: mobilità dolce. Con un banale e triste espediente linguistico vogliono incartare nell’apparenza innocua di questa espressione la ‘rieducazione’ del popolo, a cui si vorrebbe togliere la libertà di spostamento autonomo. Dietro alla mobilità dolce c’è solo la follia dei 30 km all’ora.
Il computer entra nel cranio
E intanto Elon Musk arriva al traguardo, per la prima volta nella storia è stato impiantato un chip nel cervello di un umano. Per il momento la motivazione sembra essere solo quella di risolvere malattie neurologiche, ma l’idea che sta dietro alla filosofia dell’azienda ‘sbloccare il potenziale umano’ è molto chiara: raggiungere un’integrazione fisica molto più potente tra corpo umano e macchine. Siamo in un’era di passaggio unica nella storia, e queste poche parole vorrebbero solo indicare nell’ombra la necessità di aprirsi a una profonda consapevolezza.
Una giornata della memoria da dimenticare
È passata anche quest’anno la giornata della memoria, quel giorno che dovrebbe farci ricordare cos’è stata capace di fare la civile Europa nazional-socialista nei confronti dei propri cittadini ebrei. E quest’anno più di ogni altro è invece diventato il giorno in cui annacquare questo ricordo in improbabili paragoni con la guerra che Israele sta facendo contro i terroristi di Hamas. Gli ebrei andati al macello nell’Olocausto erano cittadini che avevano la colpa di avere un sangue e una tradizione diversa. Hamas è un’organizzazione terroristica che stupra donne, uccide bambini e strazia Israele con la logica del terrore. Qualche differenza ci sarà.