Il governo Meloni passa l’esame di Bruxelles. Disco verde, infatti, della Commissione europea alle modifiche del Piano nazionale di ripresa e resilienza corretto dall’esecutivo italiano. Ora il Piano, che include anche un capitolo RePowerEu (sulle energie rinnovabili) ha un valore di 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di euro in prestiti e 71,8 miliardi di euro a fondo perduto) e copre 66 riforme, sette in più rispetto al piano originale, e 150 investimenti.
«Abbiamo fatto ciò che avevamo promesso – commenta la premier -; abbiamo fatto in modo che tutti i fondi del Pnrr venissero spesi nei tempi e quindi abbiamo concentrato le risorse sulla crescita e la modernizzazione della nazione e mi pare che il risultato, sul quale in pochi scommettevano, dice che non era una scelta sbagliata». «Ringrazio la Commissione europea – aggiunge la Meloni – che è stata sicuramente rigida per certi versi, ma molto aperta alla possibilità che queste risorse fossero spese nel migliore dei modi».
È il ministro per gli affari europei Raffaele Fitto a scendere in sala stampa per presentare il Piano nella sua nuova formulazione, dopo il placet di Bruxelles. «Sono molto soddisfatto per il metodo l’approccio e il lavoro che insieme alla Commissione europea abbiamo portato avanti – esordisce il ministro -. Penso che sia stata una eccellente dimostrazione di cooperazione positiva tra due livelli istituzionali». Quindi snocciola dati e numeri. «Il Piano aumenta di dimensioni per la quota di finanziamento sul RePower, pari a 2,7 miliardi di euro – ricorda Fitto -. Inoltre, abbiamo implementato la dimensione delle riforme: ne esistono sette nuove che si aggiungono a alle cinque gia previste all’interno del RePower».
«È un piano che non prevede alcun definanziamento perché non abbiamo mai modificato il decreto di finanziamento», chiarisce il ministro che ricorda come i pagamenti della quarta rata verranno eseguiti prima della fine dell’anno. E sempre entro fine dicembre verranno presentati i progetti legati alla quinta rata. La prima, come ricorda lo stesso ministro, compresa nella revisione appena accettata dalla Commissione Ue, con obiettivi ridotti e modificati.
Oltre i numeri e il cronoprogramma, c’è la soddisfazione della maggioranza che sostiene il governo Meloni per l’esito dell’esame europeo. «Tutti, anche fuori dalla maggioranza, dovremmo fare i complimenti a Giorgia Meloni e Raffaele Fitto per lo straordinario lavoro portato a termine», commenta Maurizio Lupi di Noi moderati. «Il via libera di Bruxelles è una grande notizia non solo per il governo ma per il Paese», commenta il capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli che aggiunge: «Dalla rimodulazione arrivano altri 21 miliardi, praticamente una Manovra Bis, da investire per la crescita, per le infrastrutture e per sostenere il tessuto produttivo». «L’approvazione del Pnrr con le nostre modifiche – ricorda il leader azzurro Antonio Tajani – ci permette di guardare con più ottimismo verso il futuro, e dimostra che noi stiamo andando nella giusta direzione per favorire la crescita dell’economia del nostro Paese».
«Quando dicevamo in campagna elettorale che avremmo rimodulato il Pnrr ci davano degli irresponsabili – fa notare Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia -. Oggi dall’Europa stessa arrivano i complimenti per un piano migliorato». L’esecutivo non solo ottiene il via libera alla rimodulazione del Pnrr, a dispetto delle previsioni catastrofiche di alcuni, ma mette a disposizione 21 miliardi di euro in più. Come una manovra aggiuntiva».