Le indagini e le polemiche sull’ondata di odio anti-ebraico esplosa nelle università americane dal 7 ottobre hanno avuto un primo risultato. Elizabeth Magill, rettrice dell’Università della Pennsylvania, si è dimessa quattro giorni dopo la sua testimonianza in un’audizione alla Camera a proposito di recenti episodi di antisemitismo e di minacce subite dagli studenti ebrei.
La notizia è stata diffusa dal presidente del consiglio di amministrazione dell’ateneo Scott L. Bok in una mail in cui è stato sottolineato che la donna ha “volontariamente” deciso di lasciare la sua posizione, anche se vi è la concreta possibilità che la decisione sia stata presa a seguito di pressioni interne all’università per tentare di placare la tempesta mediatica. All’interno del messaggio di posta elettronica vi erano anche le parole di commiato di Magill, secondo cui “è stato un privilegio servire come presidente di questa straordinaria istituzione”. Stando a quando appreso dal New York Times, l’ormai ex rettrice dovrebbe rimanere alla Penn come membro della facoltà di legge.
La polemica attorno ad Elizabeth Magill e alle sue colleghe di Harvard e Mit, Claudine Gay e Sally Kornbluth, è stata scatenata dalle risposte date alle domande della deputata repubblicana Stefanik. Nessuna delle tre donne, infatti, ha affermato che i comportamenti antisemiti violano i codici di condotta delle loro università, anzi hanno sottolineato che invocazioni al genocidio degli ebrei devono essere contestualizzate. La rettrice di Harvard ha dichiarato che “quando le parole si trasformano in azioni, prendiamo provvedimenti”, mentre Kornbluth ha spiegato che “quel tipo di linguaggio viene indagato come vessazione solo se pervasivo e grave”. Parole, queste, che hanno provocato lo sconcerto innanzi tutto della deputata Stefanik, e poi degli utenti dei social network, dove gli utenti hanno espresso tutta la loro indignazione. Precisazioni e scuse tardive non sono bastate a calmare gli animi. Non è da escludere, quindi, la possibilità che nei prossimi giorni anche le rettrici di Harvard e Mit annunceranno le loro dimissioni.
Le affermazioni delle tre donne hanno scatenato anche l’ira di Israele. Il presidente dell’Università Ben Gurion Daniel Chamovitz ha denunciato la loro “codardia” nel rifiutarsi di affermare che “invocare il genocidio degli ebrei è inaccettabile”, mentre Dani Dayan, direttore del museo della Shoah Yad Vashem di Gerusalemme, ha definito come spacciata “qualunque università, istituzione o società che ‘contestualizza’ e giustifica gli appelli al genocidio”.