La compagnia dei cuor di leone che staziona al Cio ha trovato l’ennesimo escamotage per scontentare tutti. O quasi. Come se il mondo dello sport non fosse già abbastanza diviso. Oppure mettiamola così: lo sport unisce a parole ma ha sempre diviso nei fatti e pare che nessuno se ne sia accorto. Stavolta si discute sulla decisione circa il si alla presenza di atleti russi e bielorussi ai Giochi di Parigi 2024 pur sotto bandiera neutrale perché, ufficialmente, le due nazioni non saranno invitate come si conviene da tradizione olimpica. Non essere invitate ovvero escluse, ma suvvia il bon ton. Della decisione, seppur comprensibile, di non far ricadere sugli atleti gli errori di Putin e soci, se ne sono lamentati gli ucraini e quel mondo che sta dalla loro parte. L’Ucraina aveva contato altre 34 nazioni pronte a disertare, in caso di presenza della Russia. Ma qui la Russia non ci sarà, solo gli atleti: formula furba. Qualcuno chiederà pure lumi sulla presenza della stampa russa. E finora non si è affrontato il problema Israele-Palestina. Intanto il ministro degli esteri ucraino ha espresso concetto che in tanti sottoscrivono.Così vien dato via libera alla Russia per trasformare i Giochi in un’arma per la guerra di propaganda. Sebastian Coe, presidente dell’atletica, ha già fatto sapere che non accetterà la decisione dimostrando, fra l’altro, di conoscere la storia meglio dei santoni del Cio.
E’ storia dei Giochi, infatti, ricordare che le guerre hanno sempre imposto lo stop a Paesi assalitori. Ad Anversa 1920 non furono invitate Germania, Austria, Ungheria, Bulgaria, Turchia. La Germania dovette saltare pure Parigi 1924. Dopo la seconda guerra mondiale, Germania e Giappone furono tenute lontane da Londra 1948. Invece l’Italia venne graziata. L’Urss (Putin lo ricorderà?), disertò i Giochi 1928 per sua scelta e si ripresentò solo nel 1952. Partecipò invece a Giochi alternativi (Olimpiadi operaie e Spartachiadi), come la Cina. Boicottaggi ed esclusioni sono stati all’ordine del giorno almeno fino a Seul 1988. Chi dice che bisogna andare oltre la politica, che lo sport rappacifica e gli atleti non devono scontare la pena, dimentica che la storia parla diversamente. Sarà facile battersi, per ucraini e russi, uno contro l’altro? Passare oltre, accettare la decisione del Cio, significa passare sopra i morti: anche quelli russi, non solo quelli ucraini e di ogni parte del mondo.