È finita con 28 attivisti portati in questura la protesta del gruppo Extinction Rebellion di Venezia, che in coordinamento con altri distaccamenti su tutto il territorio hanno colorato di verde alcuni corsi d’acqua. Nella città lagunare, l’assalto è stato effettuato lungo il Canal Grande, al ponte di Rialto, uno dei principali punti attrattivi di Venezia, con un liquido che gli attivisti assicurano essere innocuo per l’ambiente. Ma intanto i 28 si trovano attualmente in stato di fermo. Tra loro, per altro, anche il fotografo e l’ufficio stampa che segue sempre il gruppo nelle dimostrazioni, per documentare il tutto: un’organizzazione estrema che indica ampie disponibilità da parte del collettivo.
“Un fatto grave che va stigmatizzato con estrema forza. La fragilità di Venezia e la sua bellezza sono da tutelare“, ha dichiarato il Prefetto uscente di Venezia Michele Di Bari. Il prefetto ha spiegato che sarà compito dell’autorità giudiziaria decidere ma non si esclude la possibilità di denuncia per interruzione di pubblico servizio. Infatti, la presenza degli attivisti imbragati e sospesi dal ponte di Rialto ha comportato lo stop della navigazione per un’ora e un quarto, arrecando un danno alla città, sia ai turisti che ai cittadini, considerando che la navigazione dei canali è il principale strumento di spostamento in città. “Il dispositivo di sicurezza ha funzionato, il fermo della circolazione avrebbe potuto proseguire ma è stato fondamentale il tempestivo intervento delle forze dell’ordine“, ha concluso il prefetto.
Da parte loro, invece, gli attivisti di Extinction Rebellion ritengono che “quello che è successo gravissimo. Il sindaco Brugnaro, in spregio a qualsiasi regola democratica, ha annunciato sulle pagine social di voler denunciare Extinction Rebellion e auspicando che le persone in azione oggi finiscano in galera, dimenticandosi che le pene le decidono i magistrati e non i politici“. Il riferimento è alle dichiarazioni social del sindaco: “Ancora gli eco-vandali! Abbiamo dovuto interrompere il pubblico servizio per precauzione, visto le loro acrobazie e le loro bravate. Stavolta li denunciamo anche per ‘interruzione di pubblico servizio’ e speriamo tanto che in galera ci finiscano proprio“. Quindi, gli attivisti concludono: “Qualsiasi denuncia sarà completamente pretestuosa e finalizzata a reprimere qualsiasi forma di dissenso, che nella vetrina di Venezia non è ormai più consentito“.