La lettera d’addio e gli ultimi giorni di Rossella chiusa in albergo: “Non sto bene”

"Volevamo ucciderci... Poi l'ho vegliata per 36 ore"

C’era una lettera d’addio nella stanza dell’Antica Locanda Luigina, a Mattarana, frazione di La Spezia, in cui ieri mattina è stata trovata senza vita Rossella Cominotti. La 53enne è stata uccisa da marito, Alfredo Zenucchi, con un rasoio a mano libera. In fuga per quasi cinque ore, l’uomo è stato fermato a Pontepremoli e accompagnato in caserma a Massa Carrara. “Volevamo farla finita insieme“, ha ammesso il 57enne ai militari dell’Arma. Restano però ancora da chiarire i motivi del progetto di omicidio-suicidio.

Le parole di Rossella: “Non sto bene”

A ritrovare il corpo senza vita di Rossella è stata un’addetta alle pulizie dell’albergo. La vittima era riversa sul letto, già esanime, con tagli profondi alla gola. Stando a quanto riporta l’edizione odierna di Repubblica, per due giorni la 53enne avrebbe ripetuto le stesse parole al telefono con la reception della struttura: “Non sto bene, ho l’influenza. Dobbiamo rinviare il Check-out“. Da quella stanza la donna non è mai uscita, nemmeno per andare a pranzo. Circostanza che non ha destato particolari sospetti al personale della locanda: “Dopo il Covid succede sempre più spesso che i clienti non vogliano neppure che si pulisca la stanza. – raccontano – Ormai ne vediamo di ogni tipo“.

Il caffè al bar, poi la fuga

Ieri mattina, verosimilmente dopo aver ucciso la moglie, Alfredo Zenucchi è sceso al bar per ordinare un “caffè corretto“. Poi, rivolgendosi al personale dell’albergo, ha lasciato intendere che lui e la moglie erano pronti a lasciare la struttura: “Intanto vado ad accendere la macchina“. Ma una volta messo in moto si è allontanato da solo. Dalla Liguria si è spostato in Toscana, dove è stato intercettato dai carabinieri attorno all’ora di pranzo. “Volevamo farla finita insieme“, avrebbe raccontato ai militari al posto di blocco. Una versione che ha ribadito anche nel corso del primo interrogatorio: “Avrei dovuto ucciderla e poi farla finita anche io, ma non ce l’ho fatta“.

La lettera di addio

L’ipotesi dell’eventuale progetto di omicidio-suicidio è ancora da verificare. Fatto sta che nella stanza in cui è stata trovata senza vita Rossella c’era una lettera d’addio. La missiva, scritta a mano e con una calligrafia femminile, ora è al vaglio dei carabinieri di La Spezia, che conducono le indagini. Resta ancora sconosciuto il movente del delitto, gli inquirenti escludono quello economico legato a possibili debiti della coppia, ma si riservano per ulteriori accertamenti.

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