Si va verso la conferma della ricandidatura dei governatori di cinque delle regioni guidate dal centrodestra. Non ci sono solo le Europee ad animare la dialettica interna alla coalizione di centrodestra. Il 2024 sarà infatti punteggiato da cinque appuntamenti elettorali decisamente pesanti: le Regionali del Piemonte, della Sardegna, dell’Abruzzo, dell’Umbria e della Basilicata.
La trattativa è solo alle prime battute, ma c’è chi prefigura un riequilibrio rispetto alle scelte del 2019, anno in cui – guardando alle supermedie Youtrend/Agi – la Lega si attestava attorno al 31%; Fratelli d’Italia tra il 4% a gennaio 2019 e il 10% del dicembre 2019; Forza Italia tra l’8,6% e il 6,5%. Da allora il partito di Giorgia Meloni si è preso saldamente la guida del centrodestra e ora vuole far valere il proprio peso.
Matteo Salvini, ieri a fronte di alcune indiscrezioni filtrate negli ultimi giorni, si è espresso sulla volontà leghista di blindare gli uscenti. «Nessuna riunione e nessun accordo con Meloni e Tajani per cambiarli. La Lega sostiene che il centrodestra unito debba sostenere gli attuali governatori». Fonti della coalizione fanno, però, sapere che del quadro delle candidature si ragionerà in un incontro dei leader probabilmente dopo la Festa di Atreju.
Al momento ci sarebbe sostanzialmente l’accordo per la riconferma degli uscenti in due Regioni. In Piemonte Alberto Cirio due giorni fa, nell’incontro con Giorgia Meloni, ha stretto quello che qualcuno ha definito il «patto del vin brulè», con la premier che ha riconosciuto pubblicamente il buon lavoro del governatore piemontese. In Abruzzo Marco Marsilio da oltre un anno si dice pronto a ricandidarsi e non si è mai ragionato su una soluzione alternativa. In Umbria Lega e Forza Italia si sono espresse per la ricandidatura di Donatella Tesei, bisogna però mettere in conto che in questa regione si voterà a ottobre e Fratelli d’Italia potrebbe chiedere di valutare il risultato del voto di giugno per il Parlamento di Strasburgo.
Più complessa la situazione per Basilicata e Sardegna dove si voterà a marzo. In particolare nell’Isola è forte il forcing di Fratelli d’Italia per la candidatura del sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. La Lega però insiste sull’uscente, Christian Solinas: «Squadra che vince non si cambia», sostiene il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa. È necessario insomma trovare un equilibrio, senza dimenticare altre due partite più a lungo termine, entrambe nel 2025. Una è quella del Veneto, FdI non vuole più stare senza una regione del Nord e lancia segnali chiari per ottenere questa casella.
C’è poi la Toscana, la Regione rossa per eccellenza che forse per la prima volta nella sua storia viene considerata contendibile attraverso l’attuale sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, politico giovane, concreto e poco ideologico. Una figura che fa correre più di un brivido lungo la schiena del centrosinistra che oltre al favorito e uscente Eugenio Giani sta valutando candidati più giovani come l’assessore allo Sviluppo Economico Leonardo Marras o l’assessore a Lavoro e Istruzione, Alessandra Nardini, pisana di area Schlein, che gode di stima tra le forze sociali per la concretezza del suo lavoro.