Dalla vernice al fango. E quel fango giù su tutta l’Italia, insozzata da quattro ecovandali di Ultima generazione che giovedì scorso hanno sfregiato la basilica di San Marco a Venezia. Un gesto vigliacco e inqualificabile, l’ennesimo (e sarà nemmeno l’ultimo), che calpesta la bellezza e la storia del nostro Paese. Sul podio dei peggiori, questi teppisti ci sono già finiti già diverse volte. E ci sarebbero finiti anche questa settimana se non fosse che i tre premiati sono riusciti a surclassarli.
Partiamo dunque dal gradino più basso dove troviamo Beppe Grillo, papà-guru dei Cinque Stelle e di tutti i disastri su cui hanno messo la firma quando sono stati al governo. Il buco monstre creato con il reddito di cittadinanza, la raffica di truffe legate al superbonus, la pericolosissima Via della Seta, giusto per citare i fallimenti più gravosi per le tasche del nostro Stato. E, mentre il premier Giorgia Meloni lavora per sistemare tutti questi pasticci, il comico genovese passa le sue giornate a insultare il governo. Ultimamente lo ha paragonato ad una decalcomania: “Più gli sputi sopra e più si appiccica”. Peccato che il furbetto, dopo gli insulti, sia corso a sfruttare una leggina partorita del governo stesso. Si tratta di un aiutino fiscale che gli ha permesso di pagare solo l’8% di tasse con la sua società.
Al secondo posto abbiamo il sindaco Beppe Sala che, sgomitando per un pugno di visibilità, ha rischiato di far finire in farsa la Prima della Scala. La (pessima) operetta è andata in scena il giorno prima: un’inutile polemica montata sui posti a teatro. Il palco reale, il primo cittadino che non vuole sedere lì, la scelta di scendere in platea accanto alla senatrice a vita Liliana Segre per marcare la distanza dal presidente del Senato Ignazio La Russa e dagli altri esponenti del governo presenti. Che siparietto! Il Teatro alla Scala non se lo meritava di certo. Fortunatamente il tira e molla si è chiuso nel giro di un pomeriggio, ma ha comunque lasciato un po’ di amaro in bocca ai milanesi (e non solo).
Al primo posto del nostro podio c’è Luca Casarini. Forse ve lo ricorderete ai tempi del G8 di Genova. Ebbene… i tempi sono cambiati. Adesso si è dato all’accoglienza degli immigrati. Da qualche anno a questa parte calca, infatti, il mar Mediterraneo con la sua Mediterranea per andare in giro a recuperare clandestini e sbarcarli nei porti italiani. Un’attività su cui è in corso un’inchiesta della procura di Ragusa. Si parla di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Ma non solo. Ci sarebbe molto di più. Ci sarebbero pure spese personali messe a bilancio e soldi della Chiesa usati per ripianare i bilanci. Sembra quasi di rileggere le cronache della famiglia di Aboubakar Soumahoro. Stesso copione: un’altra ong col pallino dell’accoglienza ma soprattutto con giri di soldi da accertare. Tanto che viene quasi il dubbio che possa trattarsi di un “doppione”. Ma le intercettazioni delle Fiamme Gialle… sentite cosa gli scriveva su Whatsapp il socio armatore, Beppe Caccia: “Sull’uso della carta devi evitare di fare cazzate. Non hai spedito giustificativi e il tabulato è pieno di voci ingiustificabili, che sarà un casino spiegare. Così mi metti in forte imbarazzo con gli altri”. E quanto imbarazzo anche per la Chiesa di papa Francesco: Casarini era ormai un interlocutore privilegiato in tema di immigrati!