Il 25 novembre 1944 una Londra che si preparava già a festeggiare il Natale mentre dall’Europa arrivavano notizie positive sulla guerra contro la Germania fu scossa dal terribile avvenimento che si consumò nel quartiere di Deptford. Quel giorno un missile V2 colpì in pieno i magazzini Woolworth a New Cross High Street causando la morte di 168 persone e centinaia di feriti. Da allora Londra conobbe, per diverse settimane, l’ultimo colpo di coda di Adolf Hitler: dalle bombe volanti V1 si passò a veri e propri missili, gli Aggregat 4 sviluppati da Werner von Braun, maestro della missilistica tedesca e futuro padre dello sbarco sulla Luna delle missioni Apollo.
Il nome completo delle V2, “Vergeltungswaffen” o “Armi di Rappresaglia”, riflette in maniera cristallina la strategia insita nello sviluppo e nell’uso di queste armi. Il cui progetto definitivo di realizzazione prese il via nel 1943, quando la Germania nazista di Hitler stava affrontando una crescente pressione militare su ogni fronte dagli Alleati, che stavano bombardando le città tedesche con una ferocia sempre maggiore, demolendole sistematicamente. L’utilizzo delle V2 era visto come un mezzo per infliggere danni significativi alle città nemiche in risposta ai bombardamenti alleati su Berlino e altre città tedesche.
Inoltre, la propaganda nazista sottolineava l’aspetto psicologico di queste armi, identificando i missili come le prime “armi miracolose” (Wunderwaffen) capaci di ribaltare le sorti della guerra. Hitler sperava che l’uso delle V2 avrebbe seminato il terrore tra la popolazione civile degli Alleati, minando il morale e la determinazione delle nazioni in guerra contro la Germania. L’idea era di colpire le città alleate con un’arma segreta e imprevedibile, minando la sicurezza delle popolazioni locali: a essere martellate furono soprattutto Londra e, durante l’ultima offensiva d’inverno delle Ardenne, il porto di Anversa usato dagli Alleati per rinforzare e alimentare le truppe che dalla Francia premevano sulla Germania.
Le V2 erano assemblate principalmente presso il complesso di ricerca e produzione di Peenemünde, situato sulla costa del Mar Baltico nella Germania nazista. Era diretto da Wernher von Braun e rappresentava un importante centro di sviluppo missilistico per la Germania. Va notato che la produzione delle V2 coinvolgeva anche un utilizzo significativo di manodopera schiava proveniente dai campi di concentramento. Durante la guerra, il regime nazista utilizzò prigionieri politici e prigionieri di guerra per svolgere lavori forzati nelle fabbriche e nei siti di produzione bellica. Le V2 possono essere considerate, dunque, un simbolo completo della dialettica del terrore della Germania nazista. Dall’inferno di Peenemunde, dove i forzati morirono a centinaia per il superlavoro e i diversi bombardamenti aerei degli Alleati per interrompere le produzioni, Hitler voleva che i missili passassero a seminare il panico, creando l’inferno sulla Terra a Londra.
L’uso delle V2 fu una novità rivoluzionaria perché introdusse una nuova classe di armamenti: missili balistici operativi in grado di colpire bersagli a lungo raggio con velocità e precisione senza precedenti. Questa tecnologia non arrivò in tempo per cambiare le sorti del conflitto a favore della Germania ma avrebbe avuto un impatto duraturo sulla strategia militare e sullo sviluppo delle armi balistiche nel periodo successivo alla guerra. I proiettili, primi missili balistici mai impegnati in combattimento, erano indubbiamente un ritrovato innovativo, in mano alla decadente macchina da guerra e del terrore del Terzo Reich. Alimentate con un motore a razzo e con una gittata di 320-360 km,raggiungevano velocità supersoniche, superando Mach 4 (quattro volte la velocità del suono). Questo, unitamente all’utilizzo di un sistema di guida inerziale avanzato per mantenere la traiettoria e colpire il bersaglio programmato rendeva praticamente impossibile per i caccia alleati intercettarle.
1.736 civili uccisi ad Anversa e 2.754 a Londra, sommati, costituiscono la metà esatta dei circa 9mila morti causati dai lanci di oltre 3mila unità di A4/V2 da parte della Germania, che diede alle SS di Heinrich Himmler il potere operativo sulla missione di lancio. Per comprendere appieno l’impatto emotivo e strategico di questi attacchi, la storia di Londra, che dopo l’attacco del 25 novembre 1944 conobbe un’escalation di raid, è emblematica. E per coglierne appieno l’impatto emotivo è istruttivo quando scritto in “Hitler’s Rocket Soldiers: Firing the V-2s against England” di Murray Barber, saggio che offre una dettagliata analisi degli eventi, descrivendo le esperienze dei londinesi durante il raid. Barber scrive che negli ultimi mesi di guerra “la popolazione di Londra viveva con l’ansia costante del suono sinistro delle V2, una melodia di terrore che echeggiava nei loro sogni più oscuri”.
Michael J. Neufeld in “The Rocket and the Reich: Peenemünde and the Coming of the Ballistic Missile Era” ricorda che l’uso delle V2 rappresentò una “svolta concettuale” nella guerra contemporanea. Ma una svolta che nemmeno i tedeschi, loro fautori, capirono. Neufeld sottolinea che mai la Germania nazista avrebbe potuto, con l’uso delle V2, invertire le sorti del conflitto. Ma sicuramente avrebbe avuto un’arma tattica ben più valida da usare contro le truppe americane, britanniche e sovietiche avanzanti sulle sue città se la dottrina operativa non fosse stata orientata unicamente alla rappresaglia. Ironia della sorte, l’unico uso militare e non terroristico delle V2 fu contro un obiettivo…tedesco, il Ponte Luddendorf di Remagen, unico conquistato sul Reno dagli Alleati contro cui nel marzo 1945 furono lanciate, senza successo, 11 unità del missile. Un’operazione che fu emblematica: la migliore scoperta tecnologica della Germania durante la guerra usata con l’obiettivo, fallito, di demolire un’infrastruttura tedesca. Un simbolo emblematico della notte in cui il nazismo aveva avvolto la Germania, piegando la sua cultura, la sua scienza e la sua ragione a fini distorti. Salvo poi essere travolto dall’onda inesorabile dei suoi nemici, fino alla liberazione di Berlino da parte dell’Armata Rossa tra fine aprile e inizio maggio del 1945. Fine di un lungo crepuscolo militare in cui le V2 giocarono un ruolo a conti fatti più caotico che strategico. Aprendo però la strada, per sempre, al mondo nuovo della missilistica.