Diciamoci la verità: se si dovesse stilare una classifica dei Paesi meno arrapanti del mondo, probabilmente al primo posto ci sarebbe la Corea del Nord comunista, isolazionista e vagamente paranoica dominata da tre quarti di secolo dalla distopica (e dispotica) dinastia dei Kim. Eppure anche lì, nella terra della Juche, dove la libertà è un lemma impronunciabile, Gérard Depardieu è riuscito a comportarsi come un sessuomane senza freni. Nel 2018 l’attore francese (ma con passoporto anche russo) si recò nel Paese quasi impenetrabile, invitato da Kim Jong-un in occasione dei festeggiamenti per il settantesimo anniversario del regime più antidemocratico che ci sia, e le sue gesta vennero immortalate dal regista e scrittore Yoann Moix, che era con lui in quello strano viaggio.
Il documentario che ne uscì è rimasto segreto per cinque anni, ma qualche tempo fa è finito nelle mani degli autori della trasmissione Complément d’Enquête di France 2, che ne hanno mandato in onda giovedì sera alcuni estratti. Si vede Dépardieu, allora sessantanovenne, compartars da vecchio satiro, facendo battute che sarebbero inopportune in Occidente, figuriamoci a Pyongyang. L’attore se la prende con l’interprete assegnatagli, facendola oggetto di una serie di pesanti avance in particolare nel corso della visita a un maneggio. Le dice che «le donne adorano andare a cavallo, hanno il clitoride che struscia sul pomello della sella. Sono delle grandi puttane». Poi, riferendosi a una bimba di dieci anni: «Se il cavallo va al galoppo, lei gode». Quindi suggerisce alla donna di darsi all’ippica. «Fa benissimo, le donne che la praticano amano moltissimo anche… altro». Dépardieu non si fa alcuno scrupolo. Sale su una bilancia e ne scende soddisfatto: «124, 124 cara! E non ho nemmeno un’erezione. In erezione: 126!». Poi: «Qui è tutto di legno, come il mio ca**o. Ho una trave nelle mutande». Poi la richiesta di una foto insieme per «toccare il culo» dell’interprete.
Questo documento imbarazzante segue di pochi giorni le nuove rivelazioni a proposito di presunte molestie sessuali operate dall’attore. Nella trasmissione c’è anche la testimonianza di Charlotte Arnould, l’attrice che lo accusa di un presunto stupro avvenuto nel 2018 e per il quale Dépardieu è stato incriminato il 16 dicembre 2020. In seguito altre tredici donne hanno trovato il coraggio di accusare l’attore, testimoniando al sito di inchiesta Médiapart nell’aprile scorso raccontando diversi casi di abusi commessi tra il 2004 e il 2022. Una lista a cui si è unita qualche giorno fa un’altra attrice, Hélène Darras, secondo la quale sul set del film Disco, diretto nel 2007 dal regista Fabien Onteniente. Darras aveva un ruolo da comparsa nel quale indossava un vestito molto attillato che aveva attratto le attenzioni di Dépardieu, che recitava nel film. Le molestie non erano state inizialmente denunciate dall’attrice allora ventiseienne perché «volevo davvero fare l’attrice e non volevo essere inserita nella lista nera a 26 anni».