“Scomparso da tre giorni dopo un grave incidente”. L’inquietante giallo sulle sorti di Navalny

"Scomparso da tre giorni dopo un grave incidente". L'inquietante giallo sulle sorti di Navalny

Che fine ha fatto Alexey Navalny? Il principale oppositore politico di Vladimir Putin risulterebbe essere “scomparso da tre giorni“, secondo la sua portavoce, Kira Yarmysh, che afferma anche di non sapere dove si trovi. Agli avvocati di Navalny, che la scorsa settimana avrebbe avuto un grave incidente di salute, sarebbe stato rifiutato l’ingresso in carcere. “La vita di Navalny è in grave pericolo“, ha fatto sapere il team della sua Fondazione anticorruzione. Il tutto mentre in Russia sono apparsi cartelloni stradali contenenti gli auguri per le feste del nuovo anno, apparentemente innocui, ma in realtà dotati ciascuno di un QR Code che rimanda al sito web “Russia senza Putin”, un messaggio politico in vista delle elezioni presidenziali del prossimo marzo per chiunque non intenda votare per Putin.

La scomparsa di Navalny

Secondo alcune fonti, l’avvocato russo avrebbe avuto un collasso all’interno della sua cella. Di lui non si saprebbe più niente. Nel frattempo, il sito web del team di Navalny, che aveva pubblicato un appello a votare contro Vladimir Putin nelle presidenziali di marzo 2024, è stato bloccato dall’ente regolatore delle comunicazioni Roskomnadzor, senza che quest’ultimo per il momento abbia confermato la notizia. In questo senso, gli oppositori hanno chiesto ai propri follower di utilizzare servizi Vpn, comunemente utilizzati dagli internauti per aggirare il divieto di accesso ad alcune pagine e social network.

Nelle ultime ore, Navalny, dal carcere, aveva lanciato un appello a votare alle elezioni di marzo per qualsiasi candidato, tranne che per l’attuale capo del Cremlino che ha annunciato ufficialmente la sua candidatura. L’oppositore aveva invitato i suoi follower ad aderire alla campagna “Russia senza Putin” sul sito neputin.org. “Per Putin, le elezioni del 2024 sono un referendum per approvare le sue azioni, per approvare la guerra. Il 17 marzo, la Russia deve prendere coscienza che la maggioranza non vuole vedere Putin alla guida del Paese“, si leggeva ieri sul sito, quando era ancora disponibile per tutti gli utenti in Russia.

Putin, al quale la riforma costituzionale del 2020 consente di servire altri due mandati presidenziali di sei anni ciascuno, si avvia a rimanere alla guida della Federazione almeno fino al 2030. “Capisco che ora non posso fare altro. Presenterò la mia candidatura alle elezioni per la presidenza della Federazione russa“, ha detto il leader russo al termine di una cerimonia con i militari impegnati in Ucraina e svoltasi al Cremlino. Non è da escludere che la scomparsa di Navalny possa essere collegata alle ultime novità elettorali rese pubbliche dallo stesso avvocato.

Il giallo sull’oppositore di Putin

Dal gennaio 2021, Navalny sta scontando una condanna a 19 anni con l’accusa di estremismo. Ha condotto una campagna contro la corruzione e ha organizzato grandi proteste anti Putin. Il suo arresto, nel 2021, è avvenuto non appena rientrato a Mosca dalla Germania, dove si era ripreso da un avvelenamento (da agenti nervini) che aveva attribuito al Cremlino. Da allora, Navalny è stato condannato a tre pene detentive e ha trascorso mesi in isolamento in prigione per presunte infrazioni minori. Ha respinto tutte le accuse sul suo conto.

Nell’aprile 2023, Ruslan Shaveddinov, uno stretto collaboratore dell’oppositore russo, spiegava che Navalny aveva avvertito un forte dolore di stomaco, che potrebbe essere il risultato di un veleno ad azione lenta. Shaveddinov aveva fatto presente che Navalny era stato già vittima del novichok, un agente nervino di fabbricazione sovietica, durante un viaggio in Siberia nel 2020, per cui erano state necessarie delle cure in Germania. “Potrebbe sembrare paranoia, ma dopo il novichok, sembra del tutto plausibile. Ha perso 8 kg in due settimane, questo non era mai successo prima e i medici non gli dicono perché soffre così tanto“, spiegava il suo alleato. Adesso un nuovo mistero aleggia sul dissidente russo più famoso.

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