“Il piccolo principe” diventa “depatriarcalizzato”: l’ultima follia woke

"Il piccolo principe" diventa "depatriarcalizzato": l'ultima follia woke

L’omicidio di Giulia Cecchettin per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta ha riacceso il dibattito sul patriarcato in Italia. Dati alla mano i femminicidi sono in calo, con cifre più basse rispetto a molti altri Paesi europei, ma nonostante ciò l’uomo, il maschio è diventato il nemico pubblico numero uno. Non mancano le trovate a dir poco originale, se così possiamo dire: emblematico il caso dello spettacolo teatrale “Il piccolo principe” in un adattamento depatriarcalizzato, per la quinta edizione di “Marina Nonviolenta Festival”, organizzata da Theandric Teatro Nonviolento.

La rivisitazione del celebre racconto di Antoine de Saint-Exupéry porta la firma di Maria Virginia Siriu e avrà come protagonisti Fabrizio Congia e Andrea Vargiu. “In questo momento storico insanguinato dalla violenza di genere, che non è altro che una fattispecie della dilagante violenza globale, è importante che ciascuno porti il proprio contributo nell’ambito in cui si trova ad operare”, le parole della regista: “Mettere in scena una delle fiabe più lette al mondo, rivelando e superando, in un flusso di coscienza del protagonista, la visione patriarcale, in essa celata, del rapporto tra i due generi, è per me un piccolo atto di impegno politico.

La storia più letta e amata di tutti i tempi viene dunque stravolta in nome di un iper-progressismo alquanto incomprensibile se non strumentale. Come evidenziato da Sardegna Reporter, questa versione de “Il piccolo principe” si pone l’obiettivo di esplorare “mondi infiniti”, aprendo “finestre sulla consapevolezza e sulla complessità delle relazioni umane”. Destinato ai bambini, lo spettacolo mira a un’educazione“libera da stereotipi di genere e dalle impostazioni patriarcali” che si riflettono nella narrazione originale. In base alle intenzioni dell’autrice, l’adattamento depatriarcalizzato rigetta la dipendenza e il possesso per riflettere su valori come l’indipendenza, la reciprocità e il rispetto. Il traguardo finale? Offrire “ai giovani spettatori un terreno fertile per coltivare una mentalità che va oltre i limiti di stereotipi culturali obsoleti. Il protagonista, guidato dall’aiuto prezioso della volpe, prende consapevolezza di queste dinamiche, conducendo il pubblico in un viaggio di liberazione e crescita personale”.

Utilizzato come modello pedagogico per l’educazione ai sentimenti dei più piccoli, “Il piccolo principe” sembra dunque essere pregno di schemi relazionali antichi, che secondo l’autrice meritano di essere superati. Ma la simbologia del racconto senza tempo di Saint Exupèry Il è ben diversa da quella presentata dalla paladina della depatriarcalizzazione, fatta di amicizia e amore, di valori come la lentezza e il tempo del cuore. La riconquista di valori etici e morali come stella polare. Con buona pace di chi blatera sulla relazione tra uomo e donna.

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