“Ci saranno sorprese”: la minaccia agli Usa

"Ci saranno sorprese": la minaccia agli Usa

L’avvertimento ai soldati Usa dislocati in Medio Oriente non potrebbe essere più diretto. “Il nostro messaggio per Joe Biden è di ritirare le tue forze dalla regione e preservare ciò che rimane della tua presenza perché andrai incontro ad un’umiliante ritirata a causa degli attacchi dell’Asse della resistenza e le tue truppe torneranno a casa in mille pezzi”. L’agghiacciante dichiarazione è stata rilasciata al settimanale Newsweek da Sheikh Ali al-Asadi, capo politico della milizia sciita irachena Nujaba, il quale minaccia“sorprese che l’America non si aspetta”. E nel frattempo cresce l’allarme per possibili sorprese anche in territorio americano.

L’Asse della resistenza

Nelle scorse settimane gli Stati Uniti, il più importante alleato dello Stato ebraico, sono stati al centro di un’escalation di attacchi compiuti da movimenti filo-iraniani in Iraq, Siria e Yemen. Tali organizzazioni fanno parte del cosiddetto Asse della resistenza, una galassia di movimenti appoggiati da Teheran e in gran parte sciiti – con le importanti eccezioni dei paramilitari sunniti di Hamas e della Jihad islamica – che adesso sembrano voler alzare di livello lo strisciante conflitto per procura contro gli americani.

“L’Asse è pronta ad uno scontro a lungo termine e crediamo che gli Stati Uniti siano ora nel momento di maggiore debolezza” afferma il capo di Nujaba. Le dichiarazioni di al-Asadi arrivano a pochi giorni di distanza da un attacco aereo condotto dai militari Usa in cui sono stati uccisi cinque miliziani appartenenti al movimento iracheno. Un’organizzazione che a sua volta fa parte del gruppo “Resistenza islamica dell’Iraq” responsabile del lancio di almeno 75 razzi e numerosi droni contro i 900 soldati di Washington dislocati in territorio siriano e i 2500 presenti in quello iracheno.

Riferendosi ai tentativi diplomatici americani volti a disinnescare l’escalation nella regione Al-Asadi afferma che gli Usa“non hanno le capacità per condurre trattative”. Cita l’esempio dello Yemen dove agiscono gli Houthi sostenendo che l’America “sta implorando” e fornendo incentivi per dissuadere le forse dell’Asse dall’attaccare senza però ottenere alcun risultato.

La minaccia dal cielo

In queste ore l’intelligence degli Stati Uniti setaccia le comunicazioni per intercettare i segnali delle “sorprese” evocate dal capo di Nujaba senza escludere che esse possano presentarsi anche su suolo americano. Qualche settimana fa lo stesso Newsweek ha dedicato la sua copertina alla possibilità che il fallimento dei sistemi di sorveglianza high tech israeliani andato in scena il 7 ottobre possa verificarsi in America mentre il Wall Street Journal ha appena pubblicato l’intervento dell’esperto Richard Whittle secondo il quale Washington sarebbe vulernabile ad un attacco terroristico eseguito con i velivoli senza pilota.

I droni esplosivi sono stati in particolare usati da Hamas per neutralizzare sensori e armi automatiche collocate al confine con la Striscia di Gaza. “I Paesi con il livello di difese più all’avanguardia e gli eserciti più moderni non vincono necessariamente le battaglie. Gli attacchi a sorpresa sono ancora possibili” sostiene Amy Nelson, analista del Brooking Institution. “Oggi chiunque può costruire una propria forza aerea per poche centinaia di dollari usando droni o parti comprate online oppure in un negozio”, scrive Whittle che ritiene le leggi federali insufficienti a proteggere gli americani da un assalto compiuto dai droni. “È come se stessimo aspettando che accada un’altra Pearl Harbor e il nostro piano sia quello di chiamare un legale per informarsi su cosa fare invece di contrattaccare”.

Intercettare il segnale radio di un velivolo senza pilota può violare il Wiretap Act e abbattere tali velivoli è permesso solo in circostanze eccesionali per difendere basi militari e obiettivi sensibili come la Casa Bianca e impianti nucleari. “Un drone che i ragazzi acquistano su internet ha le stesse protezioni (legali) di un Boeing 787” afferma l’agente dell’Fbi Daniel Delgado. Proprio il direttore del Bureau, Christopher Wray, in passato ha lanciato l’allarme su piani terroristici che prevedano l’utilizzo di droni esplosivi e nel corso di un’audizione al Senato, pur escludendo che le organizzazioni internazionali abbiano la capacità di eseguire un attacco stile Hamas in America, ha dichiarato che “non c’è limite all’inventiva umana”. Un monito che si collega alle conclusioni dell’analisi di Whittle:“quelli che pensano che queste paure siano eccessive dovrebbero chiedersi se si aspettavano che Al Qaeda potesse far schiantare degli aerei contro il World Trade Center e il Pentagono”.

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