Perché facciamo l’albero di Natale l’8 dicembre?

Perché facciamo l'albero di Natale l'8 dicembre?

“S’io fossi il mago di Natale farei spuntare un albero di Natale in ogni casa, in ogni appartamento”, con queste parole Gianni Rodari descrisse in pochi versi l’abitudine di accendere le festività con la presenza di un albero di Natale, un abete ricoperto di luminarie e oggetti. Diventato con gli anni anche un oggetto pensato per essere sempre più instagrammabile – come dimostrano gli abeti che già riempiono tutti i social – l’albero di Natale fa parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Ma da dove nasce questa tradizione? E soprattutto perché siamo abituati a fare l’albero di Natale proprio l’otto dicembre (o il 7 se si è a Milano)?

Albero di Natale: nascita di una tradizione

Sin dalle origini del tempo, un albero capace di resistere al mutare delle stagioni e di rimanere verde tutto l’anno era simbolo di prosperità e gioia. Prima ancora dell’avvento della cristianità e della tradizione degli alberi di Natale, le antiche popolazioni erano solite mettere piante sempreverdi sulle soglie delle case o incastrate alle finestre delle prime abitazioni, con la convinzione che questa semplice tradizione avesse il potere salvifico di tenere lontano ciò che si annidava nell’oscurità. Fantasmi, spettri e demoni, così come streghe e spiritelli, sarebbero rimasti lontani da qualsiasi abitazione che avesse mostrato piante verdi e rigogliose. E per lo stesso concetto e procedimento logico, si pensava che gli alberi sempreverdi aiutassero anche a tenere lontane le malattie: si pensava che la pianta potesse trasmettere all’essere umano quella stessa capacità di non rinsecchirsi, di non arrendersi alla caducità della vita. Come si legge su History Channel, questa idee dei sempreverdi come rimedio alla morte e all’annientamento era vicina anche alla cultura egiziana, soprattutto nella celebrazione del dio Ra, considerato la prova della vittoria della vita sulla morte. Anche gli antici romani, durante i saturnali – le celebrazioni religiose che avevano luogo durante il solstizio d’inverno, tra il 20 e il 21 dicembre – erano soliti utilizzare sempreverdi come gli abeti per decorare case e templi, e celebrare così il ciclo della natura che torna sempre a vivere, anche dopo la mortalità dell’autunno e dell’inverno. Dai celti fino ai vichinghi, la “sacralità” dei sempreverdi era un memento costante del potere della vita di andare avanti, di non fermarsi, di essere più forte di qualsiasi forma di morte. Ma quando si è cominciato a parlare apertamente di albero di Natale? Secondo una leggenda riportata dal Time, l’origine della tradizione viene fatta risalire a Martin Lutero e alla sua Rivoluzione Protestante. Secondo il teologo tedesco, infatti, gli abeti non erano altro che la rappresentazione della bontà infinita di Dio e come tale venne scelto come simbolo per festeggiare la nascita di Cristo. Un’altra versione di questa leggenda vuole che Lutero, di ritorno a casa durante una notte particolarmente fredda, rimase impressionato dal modo in cui la luce delle stelle riusciva a filtrare attraverso i rami dei sempreverdi, come se il cielo stesso gli stesse indicando la via per tornare sano e salvo in seno alla sua famiglia. Colpito da questa “visione” che visse quasi alla stregua di un miracolo, Lutero posò un sempreverde nella sala principale della sua casa e accese i rami con delle candele. Secondo un altro mito, invece, l’albero di Natale dovrebbe la sua origine a San Bonifacio che, nel corso dell’ottavo secolo, evitò che venisse perpetrato un sacrificio umano di origine pagana ai piedi di un rigoglioso albero. Il santo abbatté la pianta e al suo posto crebbe invece un abete sempreverde i cui rami rappresentavano tutte le verità e i dogmi dettati da Dio e dalla Chiesa. Tuttavia, come riporta Focus, la prima vera testimoanianza di un albero di Natale per come lo conosciamo oggi risale al 1611 quando la Duchessa di Brieg, in Germania, aveva decorato il suo castello per celebrare una festa di Natale. La donna si rese conto che un angolo della sua abitazione era rimasto buio e spoglio e ordinò che un abete del suo giardino venisse posizionato in quella nicchia e adornato per essere in linea con le altre decorazioni dell’abitazione. In Francia, invece, bisogna attendere il 1840 e la duchessa d’Orleans per avere la prima testimonianza del primo vero albero di Natale. Tuttavia bisogna riconoscere che a Tallin, in Estonia, un albero di Natale era già stato installato al centro della piazza municipale nel 1411. L’abete non aveva alcun valore religioso: al contrario era un luogo che veniva usato affinché uomini e donne potessero ballare nella speranza di trovare la propria anima gemella. In Giappone, ancora oggi, l’albero di Natale non ha nessuna valenza spirituale, e il Natale stesso non celebra la nascita di Cristo, ma rappresenta una festa per dichiarare i propri sentimenti e passare la giornata con il proprio partner. Secondo Libreriamo, infine, Edward H. Johnson fu colui a cui dobbiamo la scelta di aggiungere luci elettrice all’albero di Natale. Già socio del più noto Thomas Edison, Johnson utilizzò le appena nate luci elettriche per addobbare il suo albero nel 1885. Dieci anni dopo questa tradizione aveva raggiunto anche la Casa Bianca.

La tradizione cristiana e cattolica

Se la tradizione per così dire laica fa risalire l’origine dell’albero di Natale ad alcune pratiche pagane legate al mutare del mondo durante il solstizio d’inverno, nella cultura cristiana e cattolica tale pratica viene fatta risalire a una tradizione medievale. Come scrive Avvenire, nella Notte Santa venivano rappresentati davanti ai portali delle chiese gli eventi che portarono al peccato originale. Si recuperava, così, la storia dell’albero della vita posto al centro dell’Eden, che rappresenta uno dei passaggi più noti del Vecchio Testamento e, in generale, della Bibbia. Sebbene nelle Sacre Scritture non venisse mai specificato di che specie fosse l’albero della vita si decise di identificarlo con alcune piante tipiche della zona. E dalla Germania arrivò la tradizione di concepirlo come un melo. Tuttavia, per le rappresentazioni di dicembre, era pressoché impossibile trovare un melo in fiore, così per praticità si scelse un albero che non perdesse mai le sue foglie e che fosse disponibile anche nei paesi più freddi: l’abete. Ai suoi rami venivano però appese delle mele – riconosciuto ormai universalmente come il frutto proibito – e in questo modo l’albero decorato assunse un significato sacro e religioso: la notte di Natale diventava il momento in cui la nascita di Cristo portava all’espiazione della colpa umana e del suo peccato originale. Inoltre l’albete venne scelto anche per la sua forma che fa pensare a un triangolo e che quindi simboleggerebbe senza sforzo la Santa Trinità alla base della religione cristiana.

Perché facciamo l’albero di Natale proprio l’otto dicembre?

Seguite dunque le tracce che hanno portato all’origine e allo sviluppo dell’albero di Natale come simbolo di prosperità e di cristianesimo, rimane ancora la domanda sul perché, per tradizione, decoriamo gli abeti nelle nostre case proprio nella giornata dell’8 dicembre. La tradizione si lega, di nuovo, all’ambito cattolico. L’8 dicembre, infatti, si celebra l’Immacolata Concezione: da una parte si festeggia il concepimento di Gesù, dall’altro si celebra la purezza della Vergine Maria e del suo essere priva del peccato originale. L’8 dicembre, dunque, era già tradizione costruire il presepe per dare il via all’avvento e all’attesa della nascita del Messia, con l’avvento poi dei Re Magi e dei loro doni. Nello stesso modo decorare l’albero di Natale e accenderne le luci significa aprire il proprio cuore alle feste natalizie e prepararsi ad accettare e ad accogliere la luce della cometa e della nascita del Salvatore. Inoltre l’8 dicembre ha anche una valenza più pratica e pragmatica: rappresentava il primo giorno festivo in vista del Natale e dunque il primo giorno utile per preparare la casa ad accogliere il calore delle Feste, per cercare di lasciarsi alle spalle le fatiche del lavoro e delle preoccupazioni della vita quotidiana. Come si diceva nel paragrafo d’apertura, la tradizione dell’accensione dell’albero di Natale a Milano arriva un giorno prima. Questo perché nel capoluogo lombardo il 7 dicembre è il giorno in cui si celebra Sant’Ambrogio, patrono della città, il cui influsso culturale si avverte in molti angoli di Milano. Sant’Ambrogio, dunque, viene identificato come colui con il quale si fa coincidere l’inizio delle celebrazioni per il Natale e, come si legge anche sul Corriere della Sera, mentre i milanesi fanno l’albero di Natale nelle loro abitazioni, a Piazza Duomo si accendono le luci del grande albero della città.

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