Team di soldati italiani in ricognizione a Gaza. L’ospedale da campo e una missione di pace

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Una squadra di militari italiani è stata inviata in ricognizione il 5 dicembre nella parte meridionale della Striscia di Gaza. L’obiettivo è preparare il terreno per lanciare l’operazione Levante, lo schieramento di un ospedale da campo, in territorio palestinese, nell’area vicina al confine con l’Egitto. Non solo: l’Italia potrebbe intervenire alla fine della guerra in una missione internazionale di pacificazione assieme ai Paesi arabi.

Ad annunciare i dettagli del nostro ruolo a Gaza è stato il ministro della Difesa in persona, Guido Crosetto, nell’informativa di mercoledì alla Camera. «Da ieri (5 dicembre nda), acquisito l’assenso delle parti, è stata avviata la ricognizione da parte di un nostro team militare nel Sud di Gaza» ha rivelato il ministro. Il piano della Difesa è «effettuare le valutazioni di carattere operativo, logistiche, di sicurezza e legali necessarie all’avvio dell’Operazione Levante, così intendiamo denominare lo schieramento dell’ospedale da campo a Gaza e di tutte le attività ad esso collegate». Nella zona Sud è ammassata il grosso della popolazione della Striscia nella speranza di non rimanere stritolata nel conflitto.

La Difesa, fin dall’inizio della crisi, ha dispiegato unità navali dell’operazione Mediterraneo sicuro e messo a punto il «Piano Amaltea» con base a Cipro come snodo per la distribuzione degli aiuti umanitari ed eventuale evacuazioni. Oltre a due fregate lanciamissili, la nave logistica Vulcano, che imbarca un ospedale Role 2 plus con un’importante capacità diagnostica, chirurgica e di ricovero, ha già cominciato a curare i feriti civili palestinesi. «L’unità ha raggiunto prima Cipro e pochi giorni fa ha imbarcato un team di medici e infermieri militari del Qatar» ha dichiarato Crosetto alla Camera. Il Qatar è uno dei padrini di Hamas, ma sempre utile per mediare come è accaduto per lo scambio fra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. «Ricevuta dall’Egitto l’autorizzazione a operare all’interno delle acque territoriali, Nave Vulcano ha attraccato al porto di Al Arish, distante pochi chilometri dal valico di Rafah, e ha ricevuto a bordo i primi pazienti palestinesi provenienti da ospedali egiziani» ha confermato il ministro della Difesa. E aggiunto che «ulteriori pazienti sono attesi, in deflusso da Gaza».

La novità di maggior rilievo dell’informativa di Crosetto è il ruolo che potremmo avere a conflitto finito per pacificare l’area. «L’Italia è storicamente percepita come un attore affidabile, credibile e rilevante nei processi di normalizzazione e stabilizzazione della regione» sottolinea Crosetto. Nel 1982 siamo intervenuti a Beirut con un contingente militare di pace in una situazione simile. «Le forze armate italiane hanno inoltre sviluppato solidi rapporti con le forze armate di Paesi arabi come Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti e Qatar che saranno certamente tra i garanti dei futuri accordi di pace» fa notare il ministro della Difesa. Crosetto ha incontrato il 27 novembre al palazzo di Vetro dell’Onu a New York il segretario generale António Guterres ed il suo vice Jean-Pierre Lacroix, responsabile per le operazioni di pace delle Nazioni Unite. «Ho posto l’accento sulla necessità di pensare già da ora al futuro, chiedendo che si inizi a lavorare sull’opzione di una possibile operazione post-conflitto sotto egida Onu» ha detto Crosetto ai deputati. Nell’informativa il ministro della Difesa ha spiegato di avere auspicato «il coinvolgimento e la partecipazione dei Paesi arabi moderati» nella futura missione di pacificazione «dando la disponibilità dell’Italia anche in un ruolo di rilievo».

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