Perché questa è stata l’edizione peggiore di X Factor

Perché questa è stata l'edizione peggiore di X Factor

La diciassettesima edizione del talent show X Factor si è conclusa da poche ore, incoronando Sarafine e portando Fedez alla sua seconda vittoria da quando è giudice, dopo il primo posto ottenuto da Lorenzo Fragola. Una finale, quella del programma Sky, che sembra confermare una certa tendenza di questa edizione: la musica, alla fine, non è stata più la vera protagonista del programma. In effetti, a ben guardare, questa diciassettesima edizione non verrà ricordata tanto per i cantanti in gara, quanto per le tante polemiche che hanno costellato la scalata dei concorrenti. Polemiche che hanno decretato che quella appena conclusa è stata senza dubbio la peggiore edizione dello show. Scopriamo perché.

X Factor, il “caso” Morgan

Non c’è quasi bisogno di sottolineare che la diciassettesima edizione di X Factor è stata fortemente influenzata dalla presenza di Morgan al tavolo dei giudici e dal suo carattere straripante che lo ha portato velocemente a passare dalla parte del torto nell’opinione pubblica. Non che sorprenda più di tanto: Morgan è un personaggio televisivo che ormai da tempo ha smesso di portare cultura e informazione, ma si è arroccato dietro la maschera di artista complicato e misterioso, che non vuole abbassarsi a quella che lui evidentemente considera una tv trash e alla quale, paradossalmente, continua a partecipare. Lo ha dimostrato a Sanremo, con il comportamento poco professionale nei confronti di Bugo e lo ha dimostrato anche a Ballando con le stelle, dove la sua partecipazione non è stata altro che un attacco continuo al tavolo della giuria. Strano pensare che a X Factor avrebbe potuto comportarsi in modo differente. E infatti sin dall’inizio Morgan ha dimostrato di essere, semplicemente, Morgan. Con le sue lunghe digressioni sulla “vera musica”, sulla “mortificazione” di Annalisa, sulle spiegazioni sui brani affidati ai membri della sua squadra. Spiegazioni che, spesso, sarebbero state più interessanti se non fossero state vestite da un’aurea di snobismo e arroganza elitaria, che ben presto lo ha portato a litigare con tutti. Ha accusato Sky di pilotare tutto il programma, di essere vittima di una specie di complotto; ha accusato Dargen D’Amico di essersi venduto al sistema, ha spesso interrotto Ambra quando era il suo turno di dare il proprio giudizio, ha dato a Fedez del “depresso” ed ha avuto un atteggiamento spesso verbalmente violento nei confronti della conduttrice Francesca Michielin. Non solo l’umiliazione riguardo la gaffe su Ivan Grazianti, ma un costante e continuo tentativo di sminuirla. E così, nella puntata del 16 novembre, Morgan è stato cacciato. A quel punto l’attenzione del pubblico non era più sui cantanti in gara, ma su quello che avveniva al tavolo dei giudici, dietro le quinte o in qualsiasi altro palco la polemica venisse portata avanti.

Il pubblico svestito del suo potere decisionale

L’uscita di scena di Morgan non ha avuto ripercurssioni solo sui cantanti – in particolar modo sugli Astromare che si sono trovati a cambiare giudice in corso d’opera – ma ha anche portato a una decisione che ha tolto al pubblico la possibilità di decidere concretamente quali artisti far arrivare in finale. Questo perché il licenziamento di Morgan ha fatto sì che al tavolo dei giudici ci fossero solo tre mentori a esporre il proprio giudizio. Nel momento del ballottaggio, dunque, è venuta meno la possibilità di andare al tilt. Situazione, questa, che si creava quando si arrivava a una situazione di parità dopo l’esibizione del ballottaggio: se i giudici non riuscivano a raggiungere la maggioranza, era il pubblico a intervenire, chiamato a prendere l’ultima decisione. Matematicamente, questa soluzione non è stata più percorribile e così sono stati solo i giudici a decidere chi far avanzare e questo ha portato all’uscita di grandi favoriti, come Angelica e Matteo Alieno. Il pubblico, quindi, si è trascinato verso la finale senza poter intervenire, sapendo che questa possibilità – prevista dal regolamento – era stata eliminata di punto in bianca, senza che venisse spiegato granché. Tutto ciò ha portato a una strana sensazione, attraverso la quale il pubblico ha avuto la sensazione di star guardando un talent show in qualche modo elitario, pilotato, che non riusciva più a coinvolgerlo.

Cantanti non sempre memorabili

Sebbene durante la finale Fedez abbia più volte sottolineato – con tono sardonico, bisogna sottolineare – di dover sempre ringraziare la musica per la riuscita del programma, è proprio la musica la grande assente di questa edizione. Nel corso degli episodi si è ripetuto più volte come questa edizione fosse caratterizzata da un livello altissimo, con cantanti che erano tutti potenziali vincitori. La realtà, però, è che molti dei cantanti in gara appaiono come meteore destinate a sparire nell’arco di qualche settimana. Al di là di qualche eccezione che brilla per talento, il livello della diciassettesima edizione del talent show appare fiacco e noioso, con cantanti che non riescono a “bucare” lo schermo, a creare quel coinvolgimento da parte del pubblico che porta alla vera e propria tifoseria, che poi è il vero motore del programma televisivo. Non è dunque una sorpresa che una delle favorite sia sempre stata Maria Tomba, capace di creare simpatia ed empatia e provvista di una voce formidabile e di un talento per il palco ancora più smisurato. Maria Tomba che, inspiegabilmente, arriva quarta, dopo altri artisti che in passato erano già andati al ballottaggio. D’altra parte il fatto che ci fossero pochi cantanti davvero memorabili in gara era stato dimostrato anche dai Bootcamp e dagli Home Visit che, da parte del pubblico, erano stati accolti come i peggiori nella storia del programma, ad eccezione della squadra di Fedez, che è sempre apparsa come superiore alle altre e anche di diverse spanne. E infatti è la sua squadra ad alzare la coppa dell’edizione appena conclusa, con Sarafine che canta, scrive e produce e dimostra che, forse, in Italia, abbiamo ancora bisogno di meritocrazia per poter godere a pieno di qualcosa.

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